Durante il letargo politico festaiolo l’unico partito che non ha ceduto ai fumi soporiferi dei lunghi ponti natalizi, almeno da quanto è emerso nelle scarse cronache teresine, è stato l’UDC. Così apprendiamo da La nuova Sardegna di giovedì 31 dicembre. Sembrerebbe che il partito di Casini abbia voluto chiudere l’anno in bellezza.
Da come si legge, l’UDC avrebbe fatto coppia con il PD per affrontare le prossime elezioni amministrative di Santa Teresa Gallura. Quindi una alleanza tra due entità politiche ben definite, rappresentanze locali di partiti di espressione nazionale.
Questa alleanza, per gli appassionati che seguono la politica paesana, starebbe in realtà a significare un assorbimento del PD nell’UDC. La sbandierata alleanza pertanto altro non è che un grave atto di debolezza del PD. Se tutto corrispondesse al vero, potrebbe essere la dimostrazione l’estremo disagio in cui versa il PD, sia al proprio interno che presso il suo elettorato.
Perché sosteniamo questo: nella libera interpretazione dei traballamenti nazionali dell’UDC che riconduce alla tcno-tattica pocheristica del “piatto ricco mi ci ficco”, l’UDC teresino avrebbe inglobato il PD nel suo pseudo movimento inventato per acquisire moderati sprovveduti, fuoriusciti da altri agglomerati politici dove ormai il loro percorso negativo era stato assegnato, scontenti e partiti che, allo sbando, preferiscono inserirsi in un lido più solido dove con un minimo di unione si riesce a raggiungere il quorum per non rimanere fuori dai giochi.
Il discorso dell’assorbimento, a livello locale era stato tentato con il PdL che, a parte i discorsi di facciata, non si è dimostrato entusiasta e tanto meno disponibile a partecipare a quel movimento che, almeno così dicevano i suoi rappresentati, ‘era in evoluzione, aperto a tutti coloro che avessero voluto partecipare alla sua costituzione’. In soldoni, i signori dell’UDC si costituivano in movimento e chi accettava l’idea avrebbe potuto farne parte sottoscrivendo il programma elettorale. Il tutto doveva avvenire al di fuori dei partiti istituzionali ma, era logico che, alla fine a guidare la danza sarebbe stato l’UDC.
Come progetto, niente male.
Da quello che è dato sapere, nelle riunioni che i due gruppi hanno fatto, la rappresentanza del PdL, con garbo e sempre lasciando la porta aperta per eventuali alleanze,avrebbe escluso la possibilità del Movimento lasciando il discorso in decantazione. Al fondo di tutto sembra ovvio che tale progetto non poteva in alcun modo essere preso in considerazione e tanto meno accettato in quanto l’idea di un partito che vuole fare ‘asso piglia tutto’ si dimostrava fuori luogo essendo lo stesso dimensionato sproporzionalmente. Ci si passi la metafora: quando mai, per quanto vorace, un piragna può mangiare una balena?
La metafora va oltre le intenzioni del PdL di Santa Teresa: all’UDC, ci dicono, era stato proposto di partecipare ad una coalizione che, secondo il proposito del coordinamento regionale, avrebbe dovuto riprodurre lo schieramento presente in Regione. Pertanto, i rappresentanti del PdL locale si sono mossi e si propongono di andare avanti in osservanza delle indicazioni ricevute.
Un simpatico smaliziato, conoscitore delle manovre politiche locali che si succedono regolarmente ogni quinquennio, ci dice sorridendo che antipatie e inimicizie tra Partito Sardo d’Azione e UDC nulla o poco hanno a che vedere con la politica, il PdL non c’entra, fanno piuttosto parte di ruggini antiche alle quali il l’alleanza sottoscritta con il PSdAz nulla non c’entra. Già cinque anni fa, gli stessi uomini nelle medesime posizioni rappresentavano questo loro stato di incompatibilità, ed allora ci fu un intervento esterno impositorio che fece ingoiare il rospo all’UDC che dovette entrare in lista e la stessa regia, con un colpo di mano prese il boccino sottomettendo tutti gli altri partiti. Ma questa è un’atra storia ed i teresini la conoscono bene pertanto non vale la pena dilungarsi.
Tornando a quello che è l’origine di questa cronaca, cioè l’accordo UDC – Partito Democratico, dobbiamo rilevare che quest’ultimo se è entrato a far parte del Movimento tanto decantato rischia addirittura di non avere il Capolista, così come avvenne per Forza Italia nella scorsa legislatura.
Un buontempone del PdL, con un sorriso sornione sotto i baffi, ha voluto esprimere un ‘in bocca al lupo’ a Stefano Pisciottu, candidato in pectore della squadra democratica, perché riesca a mantenere quella posizione. In effetti il grosso rischio che corre è che si ritrovi candidato a guidare la sua lista l’attuale Sindaco. Attenzione ci vuole poco, è sufficiente che il paraninfo che lo ha portato la prima volta faccia appena venti chilometri ed il gioco è fatto.