Chi vede quotidianamente i telegiornali di tutte le reti, ha potuto e può verificare la tristezza che esprime il volto del nostro Presidente della Repubblica. Potrebbe aver contribuito, ma non è per il terremoto e neppure per i fischi che gli sono stati tributati in terra emiliana, la sua tristezza ha motivi ben più profondi. Non sono neppure le solite quotidiane bizzarrie dei partiti: questi ultimi, grazie a Lui si stanno riducendo al lumicino ma, malgrado tutto e con grande dispendio di consensi e di energie, continuano in qualche modo, a pendere verso la sua parte. Continuano, obtorto collo, a sostenere quel governo Monti, non voluto dalla politica, sopportato per volontà del colle.
Il motivo della tristezza di Napolitano è tutta da ricercare nelle preoccupazioni sull’andamento del Governo, che ogni giorno che passa aumentano, , che credo sia ormai evidente a tutti, anche ai meno interessati alla vita quotidiana della politica, del totale bluff rappresentato da quella figura a volte dismessa, altre arrogante del nostro presidente del Consiglio Prof. Sen. Sig. Mario Monti.
Come si può non vedere ormai il governo si regge solo sul dissenso generale, sulla paura dei partiti che vivono assieme in un connubio innaturale nella consapevolezza della loro pochezza, convinti di perdere quel poco di consensi che gli rimane qualora dovessero essere costretti a ricorrere al giudizio delle urne. Di chi è la responsabilità di tutto questo? Di Berlusconi che ha dovuto subire l’onta delle dimissioni? Di Bersani, povero a dover combattere sui fronti più disparati che vanno dai Renzi ai conservatori interni di Fioroni & C. No, la responsabilità è tutta, bella piena, del nostro caro vegliardo Presidente Napolitano. Ne ha ben d’onde ad essere triste perché, glielo riconosciamo, non è un incosciente e si rende ben conto della grave situazione in cui si trova il Paese, ne è talmente cosciente che ogni tanto, seguendo le orme della Sig.a Tornero, gli scappa la lacrimuccia. Lacrime vere quelle del nostro Presidente, vere come la fame di tanti suoi cittadini, come il dolore di tanti imprenditori che stanno perdendo tutto, come quelle delle vedove e figli degli imprenditori che hanno preferito “lasciare”, all’urto della vergogna per non avere più la possibilità di mantenere la propria famiglia e quelle dei dipendenti.
E’ vero quello che improvvidamente dice il Pres. Sen. Prof. Sig. Monti che in quanto a suicidi siamo molto sotto la Grecia ma per Napolitano anche uno solo è troppo, per Lui, che Monti lo ha voluto, se lo sente tutto suo.
Chissà se qualche notte si sveglia di soprassalto convinto che quella firma del decreto di nomina di Senatore a Vita sia solo un incubo, Caro Sig. Presidente, non è un incubo è la realtà che lo rende un incubo per gli italiani che stanno soffrendo: una realtà che neppure nella tanto vituperata Prima Repubblica ha mai visto. Eppure di governi ne ha visto tanti, Lei seppur all’opposizione c’era, abbiamo avuto governi balneari, a termine, elettorali, anche tecnici, ma quali tecnici, erano tutti presieduti da grandi personalità politiche regolarmente elette: vogliamo ricordare Tambroni, Pella ed altri. E’ chiaro ora non disponiamo di personalità di quel livello ma, caro Presidente, perché non ha proposto tutti gli uomini, e le donne, di questo governo quali consulenti ai politici? Questo si che sarebbe stato rendere un servizio di primo ordine al Paese. Ma, non solo, avrebbe messo nel proprio ruolo degli studiosi, lasciando le decisioni a chi era stato eletto e ne aveva la responsabilità.
Noi, oltre a dimostrare la nostra solidarietà, non possiamo fare nulla per alleviare quella tristezza che turba il nostro Presidente Napolitano, purtroppo è cosa tutta sua, anche se gli riconosciamo che ne ha ben donde.