AUGURI

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AUGURI

Nei primi giorni di agosto scorso, dopo un periodo di sosta dovuta a problemi tecnici, riprendevo le pubblicazioni del mio blog modificando la testata e dandogli una nuova veste che lo personalizzava maggiormente.

Con grande rincrescimento ho dovuto rinunciare a “santateresagallurablog” che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel maggio 2009, riscuotendo, nel tempo, un successo significativo di lettori attenti e spesso critici, proprio come ogni blogger si auspica. Purtroppo gli attacchi di virus avevano reso il sistema troppo vulnerabile per proseguire nelle pubblicazioni quindi, giocoforza, fui costretto a cambiare la testata attraverso un nuovo e più sicuro sito.

La nuova pubblicazione si apre con un motto che è e vuole essere, e così proseguirà con lo stesso impegno per cui è stato scritto: “Prometti solo ciò che puoi mantenere”.

In questi pochi mesi di vita il blog si è dimostrato uno strumento di informazione all’altezza delle sue aspettative, i lettori lo seguono con costante aumento, anche se è troppo presto per poter tracciare un bilancio.

Sono consapevole che per poter essere quello che si vorrebbe fosse, qualcosa manca, ci vorrebbe una partecipazione dei lettori più diretta. Sono cosciente di non disporre della verità, mi limito a esporre la mia, ma,  meglio sarebbe se si potesse disporre anche di altre verità, magari, espresse da lettori attenti. Sarebbe auspicabile poter aprire dei forum su argomenti attuali. I miei scritti cercano di introdurli, questo, almeno, è il mio intendimento, entrare nella vita di tutti i giorni ed in particolare nel momento che stiamo attraversando.

Scrivendo  del blog ho trascurato il vero oggetto del discorso, mi fermo subito perchè ritengo non sia questo  il momento di rendicontare la situazione del blog, questo è momento di AUGURI, è momento idi riflessione, questo è il momento delle famiglie, è il momento della pace, della dolcezza, dell’identificarsi in quel bambino che oltre 2000 anni fa si è affacciato alla vita terrena per noi, come noi.

AUGURI agli amici, ai conoscenti, ai forti ed ai più deboli, AUGURI a tutti.

AUGURI  con un caro abbraccio a tutti coloro che mi sostengono con le loro letture, nella speranza, quella che il nostro Pontefice ci sollecita a non perdere, auspicando che il 2015 apra quello spiraglio di luce di cui tanto abbiamo bisogno.

giustus

 

Non lasciamoci rubare la speranza

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“Non lasciatevi rubare la speranza !” ci dice Papa Francesco: come potremmo non seguire il suo invito? Non potremmofarlo anche perché è l’unico modo per non cedere allo sconforto, alla rassegnazione, alla cocente delusione per una società sempre più iniqua e ingiusta, per un mondo “guasto” come lo ha ben descritto Tony Judt.

“Per questo è necessario rilanciare e ripensare lo Stato come entità che pensi ai bisogni collettivi di fronte allo strapotere delle multinazionali e alle derive determinate da una globalizzazione senza regole. Per questo bisogna creare un Governo europeo che abbia al centro dei suoi obiettivi l’uomo e non soltanto il mercato”. Ed è “grave la preoccupazione” per “uno scenario europeo drammaticamente improntato alla ricerca di regole stringenti in materia di disciplina di bilancio e rigore finanziario , senza alcuna prospettiva per il rilancio della crescita, senza alcuna attenzione al lavoro, alla solidarietà sociale, allo sviluppo sostenibile”.

Non sono mie le parole di questo lungo passaggio virgolettato, che condivido, sono di un personaggio come Rocco Cangelosi ex-rappresentante permanente dell’Italia presso l’unione Europea, ex-consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed oggi consigliere di Stato.

Aggiungeva Congelosi in un suo saggio: “L’approccio rigorista, senza contropartite per la crescita, contenuto nel fiscal compact firmato il 1° marzo 2012, costituisce per la maggior parte dei Paesi europei un vero e proprio capestro, una condanna alla recessione e alla marginalizzazione economica e politica”. Ed è anche un vulnus irrimediabile al metodo comunitario e una contraddizione in termini con i Trattati vigenti dell’Unione e la sua lagislazione secondaria”

Vi risparmio il resto che è perfettamente in linea con i due splendidi saggi (il primo dei quali elogiato da James Galbraith) del professore Giuseppe Guarino, per il quale perfino i regolamenti UE violano i trattati. Nemmeno il semestre di presidenza italiana è servito a molto per cambiare questa situazione che, unita alla crisi socio-economica che imperversa non solo sull’Europa, crea altri milioni di poveri ed altre migliaia di superricchi.

Tutto, quindi, congiura per indurci alla disperazione, al drammatico chiederci cosa ne sarà dei nostri figli e dei nostri nipoti, se già molte famiglie non arrivano, da tempo, alla terza settimana del mese, se la disoccupazione aumenta, se anche in Italia un milione e mezzo di bambini spesso salta i pasti, se la lotta tra poveri trasforma le periferie delle grandi città.

Sarebbe, però, un clamoroso errore, un favore fatto agli sfruttatori, ai superpotenti non reagire in positivo. Non impegnarci, cioè, per cambiare il sistema , per ridare valore all’onestà, alla solidarietà, al dialogo, democratizzando anche una democrazia che pare agonizzante, trasformando istituzioni obsolete, inadeguate .

Per questo non dobbiamo farci rubare la speranza, portando nella società civile il messaggio evangelico, cristianamente rivoluzionario, di Papa Francesco. . Non siamo soli nel nostro viaggio verso una “convivenza europea sempre più rispettosa di ogni uomo e ogni donna e, perciò, conforme al bene comune”. Ci accompagnano “i valori autentici che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, iscritta nel cuore di ogni uomo” e l’esempio, l’insegnamento di un Pontefice venuto da lontano .

No, non siamo soli perché abbiamo – come indica la Chiesa cattolica- anche un “modello di unità essenziale nella diversità delle espressioni culturali, la consapevolezza dell’appartenenza ad una comunità universale che si radica ma non si estingue nelle comunità locali e il senso di quello che unisce aldilà di quello che distingue”. E quel bambino, che il 25 dicembre festeggiamo in quella povera culla ci conforta e ci sprona ad avere, fiducia e speranza. Perché, nonostante tutto, possiamo essere anche noi gli artefici del nostro futuro.

Un affettuoso augurio da giustusblog per un sereno e Santo Natale ed un felice Anno 2015

 

SI FERMERA’ A ROMA IL TERREMOTO POLITICO?

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Se penso alla fine della prima repubblica mi viene l’emicrania. Chi ha superato la quarantina come il sottoscritto ha ricordi ben chiari di quei tempi. Allora il Paese era scandalizzato da quello che stavano combinando i partiti, si diceva che si era formato un “cartello” della tangente, si diceva che per ogni appalto di lavoro vi doveva essere una percentuale calendarizzata per la politica. Di Pietro, principale inquisitore di quella politica che poi lui ha abbracciato, crocifiggendo però prima i segretari di quei partiti che che sono stati oggetto e soggetto di “tangentopoli”.

Allora,. come dicevo, appunto, le dazioni di quei tempi si chiamavano tangenti e, almeno da quanto è emerso dalla colossale inchiesta giudiziaria, a pilotarle erano, fatto salvo eccezioni, i partiti che, nelle varie percentuali, ne beneficiavano attraverso le segreterie amministrative.

Non entro nel merito dell’uso che questi beneficiari ne facevano. Tangentopoli ha scoperchiato una pentola in piena ebollizione, distruggendone, in parte, il contenuto, i cattivi si sono trascinati anche quelli buoni e si è dato corso alla seconda repubblica e, se non fosse stato per quel Berlusconi, conosciuto per la sua impresa televisiva, la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto sarebbe stata ancora ad imperversare sul nostro suolo patrio.

Poi. con la seconda repubblica, sparita la Democrazia Cristiana, maggior partito e maggior accusato, assieme al PSI di Craxi, grande accusato, sono cambiati i personaggi e, purtroppo, anche il metodo: le tangenti sono diventate mazzette ed anzichè andare nelle casse dei partiti, ai quali nel frattempo era arrivato il finanziamento pubblico, finivano nelle tasche di politici e fiancheggiatori con pochi scrupoli, tutti ne erano a conoscenza ma ce lo facevano passare per un fenomeno limitato, anche quando è emerso lo scandalo Penati ci avrebbero voluto far credere che il mariuolo era lui e solo lui. ma ecco che i problemi sono diventati un po più grandi, è saltato fuori alla grande che nei lavori dell’Expo schizzavano “mazzette” da tutte le parti, per non dire della speculazione illegale dell’acqua alta a Venezia, alla fine siamo arrivati alla Capitale.

E’ un terremoto quello che sconvolge la politica romana, ma rischia di estendersi a livello nazionale anche perché pare l’annuncio di un’offensiva giudiziaria più pesante di tangentopoli. Questa volta, infatti, coinvolge destra e sinistra, quella sinistra che era stata “salvata” da “Mani Pulite” per aprirle il potere, poi bloccatole, come dicevo pocanzi, dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Inoltre, compaiono, insieme politici, dirigenti, funzionari, ex-terroristi e malavita che rievoca la famigerata banda della Magliana, quella capace di ispirare perfino un film ed uno sceneggiato di successo.

Sui mass media compare la parola mafia, ma è usata in senso lato, nessun collegamento con quella siciliana, almeno così pare, tuttavia fa impressione le persone al momento coinvolte: 37 arrestati e mille indagati, ma i magistrati romani non si fermeranno qui. Come non si fermeranno i loro colleghi degli scandali Expo di Milano, Mose di Venezia e via dicendo, inchieste d’ogni tipo, dentro politici, dirigenti, funzionari e un po’ di criminalità, aggiungete tutti i processi che coinvolgono moli consiglieri regionali d’ogni colore e d’ogni area d’Italia ed avrete il desolante e disperante quadro d’un Paese che raggiunge record in fatto di corruzione . E dove l’evasione fiscale è al top, “non c’è più coesione sociale, il ceto medio è corroso” – come avverte il Censis- 60 cittadini su cento hanno paura della povertà e i disordini nelle periferie sono all’ordine del giorno. Se si considerano, inoltre, i dati economico-sociali estremamente negativi, il premier Renzi, che tante speranze aveva suscitato, costretto a fare i conti con la dura realtà oltreché con coloro che definisce gufi e sono i molti che lucrano rendite di posizione, ossia parassitarie, un premier sceso in 5 mesi dal 70% di gradimento al 48% avrete la riprova di una situazione-paese sempre più allarmante.

Siamo su un pericoloso crinale, non è facile rimanervi nel precario equilibrio accentuato dai nuovi scandali. Da una parte c’è la ripresa, direi la ricostruzione, cioè un nuovo sistema fondato su quattro pilastri (tecnologia, finanza sociale, spiritualità. Integrazione etnica); dall’altra il baratro, con il tutti contro tutti, con la violenza. C’è da augurarsi che i famosi poteri forti, che stanno distruggendo il vecchio, logoro, inadeguato sistema, non vogliano il caos, la totale distruzione, ma un vero rinnovamento con una graduale ripresa. Propendo per la seconda ipotesi, credo possa essere la più probabile. Almeno lo spero.

giustus

PER L’UCCELLINO CHIACCHERONE, E’ FICTION IL DUELLO RENZI – BERLUSCONI

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Un uccellino romano, di quelli impiccioni, mi ha cinguettato in un orecchio un pò cinguettii che è riuscito a raccogliere nei cornicioni dei “palazzi romani”. Certo, io l’ho stuzzicato un pò ma lui era in vena di loquacità, pertanto, perche non approfittarne?

Secondo il mio amico passerotto canterino, il teatrino della polititca sta assumendo sempre con contorni più marcati, ad una fiction, messa in scena da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. I due avrebbero un accordo di ferro, siglato con la parte “riservata” del Patto del Nazareno e con beneplacito di alcuni poteri forti internazionali, i quali, però, sarebbero in lotta con altri e , quindi, ci sarebbe anche chi rema contro il premier, ormai sotto al 50% nelle preferenze degli italiani, che in un mese gli hanno tolto la fiducia peri oltre 5 punti, e l’ex-premier, che ha qualche problema in casa sua con quel Fitto che non intende stare in riga.

La vecchia e resistente intesa prevede un nome non politico per il Quirinale, con Gianni Letta segretario generale. .L’altro punto sono le elezioni anticipate , previste il 22 febbraio con il Consultellum, ossia il sistema uscito dalla sentenza della Suprema Corte, dunque con il proporzionale puro, ma Napolitano non vuol esser lui a sciogliere le Camere, per questo si slitterebbe di un mese, due al massimo. Berlusconi, in una intervista, s’è lasciato sfuggire (forse di proposito): “siamo in campagna elettorale : si va al voto a marzo con il Consultellum o dopo con l’Italicum “. L’ex-Cavaliere sa bene, però, che la nuova legge elettorale difficilmente passerà le forche caudine del Senato e della sinistra Pd, mentre il proporzionale va bene a tutti ed è propedeutico alla “grande coalizione” che dovrebbe trasformarsi nel nell’”annunciato partito della nazione” , anche se le varianti possono essere molte con la frammentazione che si determinerebbe tra le forze politiche.

Il primo scoglio, comunque, che i Renzi-Berlusconi devono superare è quello della maggioranza per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Già cento “grandi elettori” Pd hanno fatto sapere che non voteranno un candidato imposto, stesso discorso, in Forza Italia, di Fitto e soci. Per questo la sceneggiata s’è trasformata in fiction, ossia nel presunto duello tra premier ed ex-premier con il primo che tuona: “ Silvio non dà più le carte, sì alle riforme con i grillini”- come titola “Repubblica” e riportano , sostanzialmente così, gli altri quotidiani. Renzi sa benissimo che Grillo non farà la sua sponda e , quindi, la maggioranza dei “grandi elettori”, che sta con lui, non cadranno nella trappola renzian-berlusconiana. Gli altri, ossia i non pochi fuoriusciti, con tutta probabilità sì e tali da sostituire gli eventuali franchi tiratori PD e FI . Eppoi nel segreto dell’urna non potrebbero arrivare altri voti dinnanzi ad un candidato extra-politica e autorevole? Se anche questo cadidato, certo ben visto dagli italiani, cadesse Renzi-Berlusconi potrebbero tranquillamente attaccare la vecchia politica, presentarsi agli italiani come i fautori del cambiamento, bloccati dai giochi politichesi. Facile cambiare cavallo ,mettiamo con uno scienziato come Giacomo Rizzolatti o un candidato simile , per ripiegare alla fine su un politico meno politico come l’attuale ministro degli Esteri , da sempre “riserva” del premier e stimato anche dll’ex-premier.

L’importante è che non trascinino troppo a lungo la fiction,mentre il Paese rischia di incendiarsi con i dati economici ancor più negativi e le speranze nel futuro sempre più tenui. Non è, infatti, questo, tempo di sceneggiate dinnanzi ad una realtà che , per troppi italiani, sta per trasformarsi in dramma.

giustus

IL CAVALLINO E IL POLLO

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Oggi, le agenzie hanno battuto una notizia ripresa  dal Tg5 delle ore 20,00 che ho trovato sconcertante, non tanto per la denuncia che in essa vi è, bensì perchè viene in un particolare momento che ci vede tutti impegnati, su fronti diversi, sulla polemica della gallina prataiola, protagonista su un tratto della costruenda strada OlbiA – Sassari.

Chi ruba la scena al pennuto avicolo rischiando di metterlo in ombra  è il folto branco di cavallinI di La Giara che, per svariate cause rischia l’estinzione per colpa dell’incuria, non si sa bene di quale enigmatico ente che, non provvede a dare foraggio ed  acqua agli equini tanto pregiati che, una volta spariti da quel territorio non hanno alcuna possibilità di recupero, non fosse altro perchè di La Giara di Gesturi non ce ne sono altre.

Vorrei tanto conoscere, e credo che come me sia l’opinione pubblica ad esprimere curiosità, sull’intervento che ha tempestivamente e certamente fatto quel Savi a cui tanto interessa la sorte della gallina prataiola con i suoi amori.

Prima di conoscere se i cavallini di La Giara sono animali di serie “B”, torniamo alla nostra gallina ed i suoi effetti che ignara provoca con i suoi amori. Un gossip da carta patinata, magari con onore di copertina.

La Nuova Sardegna, ancora con la firma di Rojch, ci informa dettagliatamente sulle vicende e le sorti della nostra gallina.

Secondo quanto scrive Rojch, l’assessore Maninchedda, prende atto delle prescrizioni del Savi che sarebbero in linea perfetta con i dettami della legge che porta la data addirittura del 2011, che pone l’obbligo di: “Pianificare i lavori in relazione al periodo di nidificazione dell’avifauna: Gallina prataiola, Occhione, Albanella minore, Pernice sarda, Cicogna Bianca, Astore sardo, Aquila reale, Falco della palude”. Insomma, anche se il nostro Assessore non lo dice, forse sarebbe più economico fare una variante in corso d’opera, quelle di antica memoria, tanto invocate da imprese e politici di altri tempi, ma anche su questo, poco diversi  dagli attuali.

Per fortuna ci sono i sindaci dei comuni interessati alla strada sia per ovvi motivi di carattere di sicurezza, economici, nonchè sociali, che hanno lanciato il loro grido di allarme, poi, al silenzio del sindaco della città maggiore, Sassari, ha fatto rimbombare la voce il signor sindaco di Olbia, il quale, dopo aver espresso la certezza comune di non voler annullare gli amori della ignara gallina, ricorda, bontà sua, le numerose vittime che hanno insanguinato il vecchio percorso negli ultimi 15 anni. Il buon senso, secondo Giovannelli, dovrebbe portare a porre le sue terga e non si sa bene chi altri, attorno ad un tavolo e “trovare il modo per far procedere i lavori senza disturbare in modo eccessivo tutte le specie protette che ci sono all’interno dell’area Sic. Ma, vi prego, non fermate i cantieri”..

Se non ci trovassimo di fronte alla lunga fila di croci che sono esposte su quella strada mi verrebbe da dire a quella schiera di pocopensanti e forse pocofacenti che hanno decretato questa assurda pianificazione degli amori di un pollo che seppur raro rimane sempre un pollo, cinicamente dovrei dire che l’inchiostro, i tempi di scrittura e stampa cui siamo costretti a consumare per il dovere di cronaca, hanno coperto abbondantemente il costo di quei simpatici animaletti che pochi o forse nessuno ha mai visto in zona ma che qualche testa semivuota o troppo piena si agita per difendere un amore che non si conosce come avvenga ma che potrebbe essere un avvenimento da tener presente qualora si riuscisse a a stabilirne i tempi per poter trasformare qualche curioso ambientalista in voyeur.

Sempre dall’amico Rojch apprendiamo che questo benedetto Savi prende vita da un disposto comunitario ed i suoi interventi non sono altro che una esecuzione degli ordini della nostra beneamata Comunità (europea). Ma, non solo, apprendiamo ancora che per quel che riguarda il volatile prataiolo è stato investito un folto numero di scienziati ornitologi  (Nissardi, Zucca e Pontecorvo) che hanno prodotto uno illuminato studio in cui è provato che la nostra gallina “vive e si riproduce proprio ai margini della strada” incriminata. E ancora, per chi non lo sapesse, l’Europa non solo impone limiti e divieti al nostro Paese in merito ad alcuni pennuti tra cui il nostro pollo, “ma da anche degli incentivi per la tutela della gallina prataiola”

Qualcuno dirà: meno male che a pagare è l’Europa, almeno quello? E no cari miei, quei soldi sono nostri, i signori della Comunità non ci danno soldi di altra proveninza, sono quei soldi che noi  cittadini versiamo dalle nostre tasche e che il nostro stato trasferisce a Bruxelles e che solo in parte ci viene restituito come fosse donazione dei padri comunitari i, quali spesso dimenticano che la povera Italia, magari ultima o quasi nel rispetto di alcune regole, è il terzo paese dei ventotto per contribuzione. Eppoi noi saremmo gli spreconi?

Certo, per trasparenza credo un po tutti si sia curiosi di conoscere quanto ci costa questa santificata gallina prataiola. Ritengo che i più curiosi siano coloro che, purtroppo, non arrivano alla  fine del mese, ed ancora di più, quelli che non riescono neppure ad iniziarlo il mese, ma chi ce lo fa sapere? Il Prof. Pigliaru che attraverso il suo assessore ci dice che la gallina prataiola è un problema di Castellacci, Ce lo dice Castellacci che sicuramente dirà: a me lo hanno imposto. Così si passeranno la palla da uno all’altro e noi rimarremo nell’ignoranza e, magari, nel frattempo  il cantiere verrà fermato, la gente continuerà a morire sul maledetto vecchio percorso, la gallinella amorosa ci farà tanti bei pulcini, i cavallini a La Giara continueranno a diminuire e se si estinguono, chi se ne frega, gli operai del cantiere sospeso, se sono fortunati, verranno messi in cassa integrazione e noi poveri locchi continueremo a pagare quelle tasse che solo il Sig. Renzi, per sua buona pace, vede diminuire.

giustus

MA DOVE VOGLIAMO ANDARE!!!?

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Nei giorni scorsi, il collega Luca Rojch scriveva su La Nuova Sardegna-cronaca di Olbia, un articolo un articolo, tra l’informazione e l’ironia. Il titolo: “Stop ai lavori fino a luglio, c’è la gallina innamorata”. Lo stop verrebbe dato al cantiere per la costruzione di un lotto della strada a quattro corsie Sassari-Olbia, dal SAVI (Servizio di sostenibilità e valutazione degli impatti), un Ente, sicuramente voluto per piazzare qualche trombato, composto da quella moltitudine di poco-facenti che imperversano nella nostra bell’Italia.

Questo Ente che, sfido chi mi da qualche prova di averne sentito parlare prima della scoperta di Rojch, sembra abbia poteri di vita e di morte sui cittadini italiani, in ragione della salvaguardia di galline o altre specie che insistono sul patrio territorio.

Quando parlo di vita e di morte dei cittadini, lo dico a ragion veduta: ai difensori della gallina prataiola, alla quale riconosco tutti i diritti di sopravvivenza, fatto salvo quando vi fossero ragioni forza maggiore, bisogna ricordare il motivo per cui lo Stato Italiano sta sborsando tanti quattrini del contribuente per la costruzione di una strada che già per una moltitudine di motivi burocratici ha subito ritardi incalcolabili, si è resa necessaria per il moltiplicarsi di incidenti automobilistici dovuti alla inadatta strada che collega le due città. Questi incidenti hanno provocato un numero altissimo di vittime, parlo di persone, non di galline, che hanno perso la vita, ed ora noi, le nostre Istituzioni, si apprestano a bloccare un cantiere perché qualche genio di questo quanto mai conosciuto Savi, ha deciso che non si debba disturbare l’amoreggiare della gallina prataiola che, almeno quanto afferma l’amico Rojch, nessuno ha mai visto in zona.

Non voglio soffermarmi sul disagio che questo crea all’occupazione in un periodo che anche quando il più piccolo dei cantieri fosse chiuso (di questo dovrebbero occuparsi i sindacati) crea, ma, vorrei conoscere chi va a raccontarlo alle famiglie di chi sulla vecchia strada ci ha lasciato la vita, che una gallina, sia prataiola o altro, potrebbe essere motivo di altre morti e che il “sacrificio” del suo familiare non è servito a nulla, perchè questo Savi che nessuno conosce vorrebbe chiudere il cantiere.

Mi auguro, anzi, spero che l’articolo di Rojch abbia fatto riflettere chi ha il dovere di farlo e decida di mandare a quel paese i signori del Savi. A questi che, a quanto sembra, poco hanno da fare se non rompere l’anima a chi lavora, per accelerare i tempi della costruzione della strada e lasciare il campo libero a tutte le galline perché possano amoreggiare e procreare senza fastidi, proporgli di dare il loro contributo prendendo pala e piccone, coadiuvando quegli operai che dovrebbero, secondo loro, interrompere un’opera che certo non ha bisogno di essere interrotta.

Consentitemi una pubblica riflessione: finchè avremo questi Savi cui rendere conto, il nostro bel Paese non potrà avere buona sorte:  il nostro destino, forse il meno sfortunato, rimane il fallimento. A questo punto che dire? Ben venga.

giustus