La sfida Bersani-Renzi devasta Pd e Governo

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Sono, ormai, mesi che scrivo delle continue esercitazioni del Premier per arrivare ad elezioni anticipate: ora, mi viene da dire che siamo arrivati “al redde rationem”, alla resa dei conti. Quello che non torna e che parrebbe non essere più Matteo Renzi a voler andare al voto. Proprio perchè siamo ai primi di aprile, paradossalmente, sembrerebbe quasi un pesce d’aprile, ma è realtà. Sì, ora, anche i bersaniani alle riforme renziane preferiscono il voto anticipato con il Consultellum, la legge uscita dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato parti fondamentali del Porcellum. Da qui la sfida a tutto campo di Pier Luigi Bersani che il segretario-premier vorrebbe veder rottamare, insieme a D’Alema dai giovani della sinistra dem. “Se l’Italicum non cambia, io non lo voto” ripete l’ex-segretario “ e aggiunge “ non credo che Renzi abbia i numeri per approvarlo. A partire dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera. Ne dovrà sostituire tanti per arrivare al traguardo E se continuerà a fare forzature io stesso chiederò di essere sostituito.”

Come se non bastasse ecco rimandare al segretario-premier il tema della scissione. “ Vediamo – dice – se si fa carico del problema: Noi abbiamo detto: concordiamo alcune modifiche alla legge elettorale e poi la votiamo tutti insieme alla Camera e al Senato. E lui che dice? “Non mi fido. Ho trovato questa risposta offensiva ,molto più di tante battutine personali che riserva a chi dissente.” E giù una vera e propria filippica nei confronti di Matteo Renzi , teleguidato da 4-5 poteri che possono anche portarci verso il precipizio impegnato nell’abolizione della rappresentanza per giungere ad un sistema “ che non esiste da nessuna altra parte al mondo e che non ci copierà proprio nessuno.”

L’accenno di Bersani  poteri forti che non si sa dove possono portare il nostro Paese, non è certo così peregrino, credo che una buona parte del Paese ne stia prendendo coscienza quasi quotidianamente. Non vorrei usare parole forti e non lo farò, rimane evidente per tutti che sia l’azione di governo che i presupposti futuri che sopraggiugerebbero attraverso il progetto di legge elettorale, fanno pensare a tempi piuttosto bui. Non dobbiamo mai dimenticare che intanto la rappresentanza elettorale di questo governo è abbastanza bassa, tenuto conto che i votanti che hanno eletto l’attuale maggioranza è poco più del cinquanta per cento degli aventi diritto al voto. Lo stesso sistema usato per prendere la maggioranza del partito e quindi il governo del Paese, non è consono ai numeri rappresentato dagli aventi diritto al voto. Un amico con pochi peli sulla lingua, nei giorni scorsi mi esponeva tutta una sua teoria per dimostrare che stiamo vivendo un percorso che ci porta verso una dittatura strisciante: lascio a voi ogni giudizio su questa teoria.

Ecco perchè la posizione non espressa più chiaramente da Bersani. Vi risparmio il resto, ma se non è rottura questa ditemi voi cos’è. E la sfida proseguirà domani 8 aprile nella Commissione Affari Istituzionali della Camera,dove si inizierà il riesame dell’Italicum e dove la sinistra dem ha la maggioranza . “Anche la minaccia renziana delle elezioni anticipata non spaventa i bersaniani e l’ha detto, al limite della provocazione, Alfredo D’Attorre :” è una minaccia con la pistola ad acqua perché chi ha tutto da perdere con il Consultellum è Renzi che non tornerebbe mai più a Palazzo Chigi e si troverebbe con un Parlamento eletto interamente con la proporzionale e dove il 90% dei renziani non rimetterebbe più piede.”

Comunque, ho l’impressione che D’Attorre e compagni commettano un colossale errore di valutazione. Non vorrei che pensino che sia del tutto tramontato ciò che  il segretario-premier ha sempre puntato sia alla spaccatura del Pd sia alle elezioni anticipate. I bersaniani devono aspettarsi ciò che Renzi andrà a dire agli elettori: “la solita sinistra mi ha impedito di fare le riforme e cambiare l’Italia, votatemi e punitela.” Se poi, com’è probabile, non riuscisse ad avere la necessaria maggioranza potrebbe rivolgersi di nuovo non al Nuovo Centro Destra e l’Udc, ma a Silvio Berlusconi , proponendo un centro-sinistra vecchia maniera , dove, cioè, il centro sarebbe maggioritario.

E’, quindi, una partita a scacchi quella in corso. Auguriamoci che non sia, ancora una volta, sulla pelle di noi cittadini .