Mi piacerebbe tanto poter fare quattro chiacchiere tra persone che capiscono di amministrazione di società ma, nel caso specifico, vedo la cosa un po in salita.
Il riferimento è tutto verso chi ha la responsabilità della Azienda sanitaria di Olbia. E’ di oggi la dichiarazione del Dr. Tecleme, riportata, virgolettata, da La Nuova Sardegna. Così recita: «L’azienda sanitaria di Olbia non ha chiuso a Tempio alcun reparto. Ha deciso invece di collocare le stanze di degenza di Chirurgia, Otorinolaringoiatria ed Ortopedia in un unico piano della struttura ospedaliera del Paolo Dettori a causa di fatti contingenti».
Il succitato “manager” parla di tre reparti, di nessuna attinenza tra loro accorpati su un solo piano “per fatti contingenti” che non è dato conoscere, e dimentica che vi è anche di peggio, cioè il reparto di cardiologia.
Un eventuale infartuato, viene prelevato da una ambulanza del 118 da una località dell’Alta Gallura. La stessa ambulanza si dirige verso Tempio diretta al Paolo Dettori, ad un certo punto il paziente viene rilevato, con relativo trasbordo, da altra ambulanza più idonea alla bisogna: quest’ultima si dirige al pronto soccorso del Paolo Dettori che prende in carico il paziente, lo stabilizza, quindi dopo aver preso atto che il reparto non è nelle condizioni di assisterlo, lo ricarica su una terza ambulanza e lo trasferisce al Giovanni Paolo II di Olbia. Tutto questo giochetto, fatto sulla pelle di un essere umano, dura appena oltre le otto ore.
Da povero ignorante mi chiedo: non sarebbe stato molto più semplice dirigere la prima ambulanza verso Olbia? E non sarebbe stato pure più economico oltre che più sicuro per il paziente? O sarebbe stato troppo semplice per una macchina organizzativa così complessa? E se il paziente non avesse resistito a tutto questo tempo speso? A chi la responsabilità del danno?
Il Paolo Dettori è utile o no? Se non lo è, sarebbe sufficiente dirlo a chiare lettere,magari argomentandone i motivi sia di funzionalità che di risparmio, diversamente perchè continuare con questi giochetti da quattro soldi fatti sulla pelle del cittadino contribuente che ha diritto di avere servizi efficenti organizzati da veri manager non quelli fatti per concorso e volontà politica.
Forse il mio ragionamento potrà non piacere a qualche sindaco che si sentirà defraudato dal dover percorrere qualche teorico kilometro in più per raggiungere un ospedale. Qualche kilometro solo virtuale perchè poi, sul piano pratico, il paziente di cui sopra, a parte i disagi ed il rischio, ne avrebbe potuto evitare almeno cinquanta. Ma, questo, a parte il resto, sarebbe stato saper risparmiare.