Stavo rivedendo alcuni documenti che conservo per verificare ciò che scrivo periodicamente ed ho ritrovato, dei vecchi appunti scritti su Renzi allora sindaco di Firenze. Allora discerneva sull’esigenza di realizzare un centrosinistra vecchia maniera, ossia un grande centro alleato di una sinistra riformista, perché rispondente alla realtà largamente maggioritaria del nostro Paese. Sosteneva pure, che lui era per quella soluzione politica, ammettendo che, però, era allora difficile da realizzarsi. Arrivato al vertice del Pd, dopo voto un popolare, quel centrosinistra d’antan riecheggiava nella sua linea programmatica, tanto che, poi, lo premiò largamente nelle elezioni europee, suscitò non poche speranza di poter giungere, con lui, ad un reale cambiamento di sistema. Speranze alimentate ancor più con la sua conquista, forse un pò forzata, di Palazzo Chigi.
A due anni di distanza è possibile, per ciascun di noi, tracciare un bilancio e, quindi, valutare se Matteo Renzi ha mantenuto le promesse. Ad ottobre, salvo colpi di scena come una crisi di governo, tutti i cittadini-elettori saranno chiamati ad esprimere un giudizio sulle riforme costituzionali attuate e, per volontà espressa dallo stesso segretario-premier, di fatto su Renzi e la sua leadership, quindi una specie di plebiscito nei suoi confronti. Se il giudizio degli italiani fosse negativo ha già annunciato che se ne andrebbe a casa . Eccesso di sicurezza? Convinzione, condivisa da non pochi, che al momento attuale non esistano alternative a lui e, quindi, questa circostanza giocherà a suo favore? Forse un po’ dell’una ipotesi ed un po’ dell’altra. Di certo, sta rischiando molto anche perché quella che definisce “alleanza contro “, ovviamente di lui, esiste ed è alimentata anche da venti d’oltre-oceano, né credo che la Merkel e lo stesso Hollande siano proprio neutrali. Inoltre la presa di posizione negativa su quelle riforme da parte di una cinquantina di studiosi ed esperti, compresi vari presidenti della Corte Costituzionale, non è proprio un bel segnale. Probabilmente sul Senato si poteva fare meglio e, per la Camera, il ballottaggio tra coalizioni sarebbe stato più logico. Dire, comunque, che è tutto da buttare, mi sembra eccessivo anche se il quesito così secco , sì o no, costringe ad una ovvia scelta secca e persino i cinquanta big-oppositori delle riforme lo sottolineano, ammettendo, così, di fatto che qualcosa di buono c’è pure nelle proposte approvate da un Parlamento oltretutto eletto da una legge che la Suprema Corte ha giudicato anticostituzionale. Un bel pasticcio, non vi pare? Comunque, in autunno dovremo pronunciarci sulla riforma e su Matteo Renzi. Sarà una lunga, durissima campagna elettorale, sempre salvo colpi di scena e sarà bene valutare, con attenzione, tutte le opinioni, tutti i giudizi per esprimere un voto consapevole. Un voto che incide fortemente sul nostro futuro. Per questo ho tirato fuori quei documenti dove era abbastanza chiara la linea di Renzi, in quel periodo. E’ passato un po di tempo ed ognuno può farsi una sua idea se ha mantenuto o no le promesse di realizzare un profondo cambiamento. Lui sostiene di averlo fatto. A voi cittadini-elettori il giudizio finale.