TANTO PER CHIARIRE

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Nei giorni scorsi dialogavo su fb su un post postato da persona “amica”, come altre volte è capitato, condividendo il discorso, oppure facendo le mie osservazioni sull’argomento, sostenendo le mie posizioni, sempre entro i limiti della buona educazione quale merita chi aveva postato l’argomento in discussione.

Si parlava del problema immigrazione, nello specifico dello sgombero degli occupanti del palazzo di Via Curtatone a Roma e successivo sgombero della Piazza Indipendenza. Sostenevo, in quella circostanza che occupare abusivamente uno stabile, è reato ed io sono sempre stato per il rispetto della legge pertanto, chi commette reato, contravviene alla legge assumendosi la responsabilità del suo atto.

Per questo sono stato apostrofato come fascista: mi è stato chiesto, qualora fossi stato presente all’atto dell’emanazione delle leggi razziali nel 1938, se avessi accettato anche quella legge.

A quel signore avrei voluto rispondere che rispettare una legge dello Stato, non sempre è necessario condividerla ciò non esime dal doverla rispettare. Allora, nel 1938, io già c’ero seppur bambino, furono pochissimi a contestarla ufficialmente, non vi furono barricate, nessuno manifestò perché fosse abrogata malgrado tantissimi non ne erano certo soddisfatti. Allora, qualche italiano che non condivideva quella legge emessa da un regime dittatoriale, durato ben venti anni, emigrò all’estero, la stragrande maggioranza rimase nella sua nazione  e, sino ad un certo punto, quella legge rimase sulla carta e la sua applicazione non fu rigidamente applicata. Solo ne 1942 alla caduta del fascismo, quando il nostro Paese fu invaso dal potere nazista, trovò applicazione rigida con la deportazione nei campi di sterminio di triste memoria. Tutto questo quel signore lo sa bene perché, così almeno sosteneva, lui “maneggiava libri”, io vorrei aggiungere “con la speranza che li abbia letti”. Durante l’occupazione tedesca, nacque la Resistenza che, non era solo quella ufficiale che operava in clandestinità, ma anche quella silenziosa fatta dal mondo civile, molto efficace, tutti i giorni, rischiando la vita nel modo più oscuro.

Tutto questo per dire che prima dell’avvento tedesco -è bene ricordare, che non erano solo i nazisti ad occupare il nostro Paese vi era pure l’esercito- l’applicazione della legge del 1938 sulla discriminazione razziale, era stata piuttosto blanda, per non dire, inapplicata.

Ora voler paragonare quel periodo con i problemi che sta creando questa immigrazione disordinata e arruffona, qualche volta arrogate e pretestuosa, dove gli ospiti, secondo alcuni radical chic nostrani, alla bruschetta e porchetta, mi sembra di tale enormità da non poter reggere al confronto.

L’essere stato giudicato “giusposativista più giusposativista  di Kelsen”, non mi offende affatto: l’illustre Professore, mi sembra abbia esportato i suoi studi in tutto il mondo sino ad arrivare a farsi citare anche da  quel determinato signore, nel caso specifico, a sproposito e conferma la mia posizione nel rispetto delle leggi e delle regole. Ancor meglio se pensa che possa definirmi razzista solo perché non condivido il comportamento che gli immigrati in oggetto hanno avuto prima nel palazzo occupato e poi su Piazza Indipendenza a Roma, sbaglia di grosso, a me vanno bene i rossi, i verdi, i gialli, e tutti i colori dell’arcobaleno, compresi i derivati, altra cosa è giustificare i comportamenti di tutti gli esseri umani, di qualsiasi colore, nazionalità e religione, quando commettono reato, e ritengo deprecabile, se non responsabile, chi difende certe posizioni dalle quali intendo assolutamente distinguermi.

Giuseppe Tusacciu

PAPA FRANCESCO E LO “IUS SOLI”

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Chi mi conosce sa che la reverenza nei confronti del Papa e in particolare per Papa Francesco, non è venuta a mancare, così come è ben noto che per formazione politica non potrei mai condividere le posizioni spesso dissacranti di Matteo Salvini non solo nei confronti del Pontefice ma anche quelle rivolte ad un razzismo oltranzista che, oltre che contrario a certi atteggiamenti non consoni alla nostra cultura e civiltà, si inoltrano anche alla non accettazione del colore della pelle.

Ho ritenuto utile fare questa breve premessa per non essere frainteso sulla posizione di moderato dissenso che intendo esprimere nei confronti della posizione assunta da Papa Francesco in merito alla proposta di legge presentata e in discussione alla Camera dei Deputati sullo “ius soli” e, nello stesso tempo, non posso condividere la posizione oltranzista di Salvini.

Troppo semplicistica la posizione assunta dal Pontefice, la nascita in un Paese dà diritto alla territorialità: ciò sta a significare che chiunque può venire a partorire nel nostro Paese e il nascituro e, automaticamente, essendo cittadino italiano ne acquisisce tutti i diritti. Ma, mi si pone subito un primo problema: una donna di un altro Paese, si trova in Italia clandestinamente, lì partorisce, il neonato, per diritto dello ius soli, è cittadino italiano, la madre in che posizione si viene a trovare nei confronti dello Stato italiano? Rimarrà nello stato di clandestinità e quindi nella condizione di essere eventualmente espulsa o avrà acquisito il diritto di potersi trattenere nel Paese del figlio appena nato e con quali diritti?

Non mi sembra che sia di facile soluzione questo dilemma e non può essere affidato un discorso così complesso, solo alla carità cristiana e gesuita predicata da Papa Francesco.

Altra cosa che mi viene spontaneo pensare: perché Renzi e quell’area del PD si sta tanto agitando per questo problema?  Qualche voto in più? Mascherare altre gravi inadempienze? Dopo il bluff di Matteo come grande statista, non si vorrà cercare su questa legge di rifare una verginità a chi l’ha persa da tempo? Oppure un tentativo di recuperare una parte del mondo cattolico italiano, quello che pedissequamente riesce a sentire solo quello che dice Papa Francesco come fosse l’unica verità?

Forse questo nostro maltrattato Paese in questo scorcio di fine legislatura, avrebbe bisogno di qualche altro provvedimento, una legge elettorale seria che non sia a favore di qualche parte politica a danno di altre, di predisporre per legge, delle regole precise per chi entra nel nostro Paese che nelle varie fasi, dai polacchi agli albanesi, passando dai profughi (si fa per dire) del Bangladesh ed ora totale appannaggio dei neri di tutta l’Africa, occupano le aree di parcheggio di tutte le nostre città, nonché i semafori, gli ingressi di tutti i supermercati, per non parlare delle spiagge. E, quì mi fermo.

Papa Francesco continuerà ad essere il mio Papa, perché, quale cattolico questo è, ciò non significa che debba prendere per buono tutto ciò che dice, in fondo, prima di essere Papa è stato uomo e tale rimane con tutti i pregi e i difetti che il genere umano si porta come fardello. Si faccia voler bene, continui nella “pulizia” del Vaticano, lascia a noi cittadini la facoltà di decidere, secondo la nostra coscienza ed il nostro intelletto, cosa dobbiamo fare nel nostro Paese, ci faccia continuare nella nostra Fede che non vorremmo mai mettere in discussione, continui a fare più il Papa e, un pò meno il Gesuita. Il nostro paese sta già compiendo uno sforzo al sopra delle sue forze per tentare di dare una accoglienza più che dignitosa a chi spesso non la merita e a danno dei nostri connazionali, lasci a noi italiani decidere sulle nostre leggi, in fondo, lei sta  e vive in un cerchietto all’interno dell’Italia e di Roma e, mi sembra che la sua presenza sia sempre stata gradita ma, non esageri, ci solleciti alla carità ma, il nostro Paese lo lasci governare al popolo italiano.

In anticipo ho detto di non condividere la posizione oltranzista di Salvini e non mi dilungo neppure a esporre i motivi del mio dissenso, vorrei però esprimere una mia preoccupazione: certe prese di posizione formulate dalla Chiesa in materia di emigrazione e di accoglienza potrebbero allargare quell’area di protesta che ogni giorno sta crescendo e rischia che a cavalcare quell’onda siano sempre di più, e che quell’area sempre stata moderata divenga sempre più numerosa, mettendo in dubbio principi e valori che si stanno indebolendo di ora in ora.

Oggi su questo stesso argomento è intervenuto il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, ebbene, la cosa è più grave di quanto si possa pensare: Sallusti può essere più o meno simpatico c’è solo un particolare, la provenienza del Direttore al quale credo che nessuno possa la sua appartenenza al mondo cattolico, basti pensare che è stato Direttore dell’Ordine di Como, dove ha mosso i primi passi di giornalista. L’Ordine, per chi non lo sapesse è stato uno dei giornali di punta della Chiesa italiana, di proprietà della Curia comasca. Se libero ha pubblicato il suo editoriale titolato “Il golpe di Papa re”, qualche scricchiolio nell’ambiente clericale potrebbe avvertirsi già.

QUATTRO CHIACCHIERE IN LIBERTA’

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Sono sempre sotto quel meraviglioso olivastro, sicuramente conta più di qualche secolo di vita, ciò che vale è che, assieme al mare leggermente increspato della baia di ponente arrivi un leggero, anzi direi lieve venticello che fa dimenticare le caldane dei giorni scorsi. No state tranquilli, avremo ancora tanto caldo, l’estate non è passata: per ora godiamoci questa tregua e passiamo alla lettura del giornale. Quale? Quello locale, ovviamente.

Oggi lo troviamo particolarmente inquietante: una prima pagina, La Nuova Sardegna del lunedì, che apre  con un titolo a caratteri di scatola (come si diceva una volta) su sei colonne “Corsa alla tassa di soggiorno” “Da Alghero a Olbia: i comuni fanno cassa e ignorano le proteste”.

Inquitante? Preoccupante. Mi vengono in mente alcuni antichi detti: “mettere le mani avanti per no cascare indietro”; “a pensar male, qualche volta ci si indovina (questa, mi sembra, sia di Andreotti)”; “l’appetito vien mangiando”.

Vado subito alla ricerca del testo, come apro, due intere pagine dedicate a questo argomento: la preoccupazione aumenta, vuoi vedere che…no impossibile, noi non ci siamo. Leggo, vado veloce, Santa Teresa non c’è, che l’abbia saltata, rileggo ancora più velocemente, cerco un nome la notizia devastante l’ho già trovata nel titolo, “tassa di soggiorno”. Questa non è come le accise che le paghi senza accorgetene, questa è concreta, solida, evidente, scottante e piuttosto alta così come la hanno stabilita i comuni che la stanno applicando.

Parlando con un avventore dello stesso olivastro gli sottoponevo i miei dubbi, lui, con tono molto serafico mi ha risposto: “Attento, un’amministrazione che brilla per le pochissime idee, potrebbe credere che il tuo sia un suggerimento”.

No, non ho di questi dubbi: noi, a Santa Teresa, non siamo come ad Olbia, mica abbiamo Nizzi,  il budget per gli eventi già lo abbiamo, poi c’è sempre la possibilità che ci venga dato un altro bonus immigrati, se arrivasse ancora, le buche di Porto Pozzo sono state sanate pertanto l’eventuale cifra può essere destinata a qualche altro capitolo. Piuttosto, ora incombe il problema delle alghe sulle spiagge: su un social leggevo le varie proposte, c’è chi vede la cosa abbastanza semplice, basta andare a fare il bagno in piscina ma, a Santa Teresa ci sono solo piscine private, senza alghe ma piccole. Come ospitare i turisti che hanno scelto il “bel paese” con tante bandiere blu? L’unica speranza è il maestrale, altrimenti cosa fare? E’ difficile dirlo. Poi è saltato fuori anche il problema “spiaggia selvaggia”, quello dell’accattonaggio anch’esso selvaggio, il cessato allarme meduse su tutto specchio di mare teresino e, dulcis in fundo, la ciliegina estiva, il grande dilemma: il turismo non cresce proporzionalmente all’aumento dei metri cubi di cemento, bisognerebbe diminuire il patrimonio immobiliare, troppi villaggi fantasma, abbattiamoli: attenzione però, poi l’imu chi lo paga? Qui ci vuole un filosofo che sbrogli la matassa: è meglio un villaggio fantasma o un comune povero? Bisogna tener conto pure del fatto che l’aliquota IMU è già al massimo ed oltre non si può andare. Bisognerebbe inventarsi qualcos’altro….

Basta, chiudiamo con queste quattro chiacchiere in libertà, il clima è tornato ad essere accettabile, lucifero ci ha abbandonato, con nostra grande soddisfazione e per nostra fortuna noi possiamo ancora godere delle meraviglie di quello bellissimo paese e, con un pò di buona volontà e qualche piccolo sforzo comune, renderlo piacevole a tanta bella gente che vorrà ancora onorarci con la loro presenza e preferirà il nostro mare ad altri altrettanto belli ma mai come il nostro.

FA CALDO – LASCIAMO STARE I MORTI

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All’ombra di un olivastro dove il calore emanato da “lucifero” è una cosa che sembra non riguardare la mia persona, trovo, lasciato da una bagnante distratta, un giornale di quelli che trattano gossip, a me non piacciono, ma mi incuriosisce una manchette, in prima di copertina con la scritta che sovrasta tre foto “c’è ancora di mezzo Mussolini”, sotto le immagini di Sgarbi, il Duce, Laura Boldrini la Presidenta, sotto ancora “ Sgarbi contro Boldrini”.

Credo sia comprensibile la mia curiosità, con il sole che picchia con i suoi circa 40 gradi, come potevo lasciarmi sfuggire un servizio così appettitevole? Impossibile. Il motivo del contendere la proposta di legge del piddino Fiano, anche lui preso dalle ondate di calore estivo e, forse, anche per deviare su argomenti più importanti sui problemi che attraversano il suo partito, ha pensato bene scaricare la tensione su un argomento molto caro ai sinistri e abbastanza sconosciuto alla massa dei più che tutto quel che sanno sull’Era, nella migliore delle ipotesi, è per sentito dire, a scuola neppure parlarne, capirai la storia moderna nasce con la resistenza, non quella che trovate nelle vecchie lampadine, quella vera, quella che ha sconfitto il fascismo con la partecipazione straordinaria degli eserciti alleati.

Ma, che dico? Siamo seri, qualcuno può dirmi dove ha imparato a conoscere cosa era il fascismo la presidenta della Camera dei Deputati? Cosa sono le vere opere nate in quel periodo e quale tipo di orticaria l’assale quando attraversa il quartiere dell’ EUR, costruito, come afferma Bruno Vespa, in appena quattro anni?

Effetti del calore estivo, buttiamo giù tutto quello costruito nel ventennio, Lo ha fatto Mussolini? Ma, visto che ci siamo, demoliamo il colosseo, quel che resta del foro romano, facciamo tabula rasa di Pompei, in fondo i governanti dell’epoca non è che fossero proprio democratici.

Trascuriamo per un momento ciò che dice la Signora Boldrini, anzi, mi scuso, la Onorevola Boldrini, che ci fa sapere che “I partigiani sono offesi dai monumenti del ventennio” alla cui affermazione mi sento di rispondere con un: “chi se ne frega”, il peggio arriva da un pseudo dirigente dell’Associazione Partigiani ANPI, certo Signor Carlo Ghezzi di anni 71, cioè, nato nel 1946, uscendo dal suo letargo, si è accorto solo oggi che “Nelle nostre strade ci sono ancora simboli del fascismo”. Bè, a lui dico, buongiorno, ben svegliato: nelle nostre strade ci sono pure simboli dei vari Vittorio Emanuele, del potere terreno dei Papi, del medioevo,  ed anche, come dicevamo prima delle varie fasi dell’Impero Romano. Certo, vi è pure lo Stadio dei Marmi e tante altre belle cose che a me e a tanti altri come me non disturbano affatto. Allora come la mettiamo?

Caro Signor Ghezzi, io non so come lei sia diventato “partigiano”, io sono nato dieci anni prima di lei e non posso certo vantare quel titolo, misteri della vita, posso però dirle che  quando correva l’epoca del partigianesimo, io vivevo a Roma con i miei genitori, l’unico ricordo che non ho mai dimenticato è la fame di quei giorni; la morte di una zia, sorella di mia madre, mitragliata mentre cercava di trovare un tozzo di pane per i nipoti; le assenze notturne di mio padre con mia madre che non ha mai protestato.

Ebbene, caro signor Ghezzi, solo dopo la morte di mio padre, curiosando fra le sue carte, mi è capitato tra le mani un cartoncino azzurro sul quale vi era scritto Comitato di Liberazione Nazionale ed il nome di mio padre. Chiesi a mia madre cosa significava quella tessera, Lei mi rispose: “Tuo padre non ha mai voluto che si sapesse, durante il periodo dell’occupazione tedesca a Roma, faceva parte di un gruppo partigiano addetto all’eventuale sminamento dei ponti sul Tevere, minati dai tedeschi, pronti a farli saltare, quando avessero lasciato la città. Non ve ne fu bisogno, i tedeschi hanno lasciato Roma senza neppure tentare di far brillare una mina, ma lui e tanti altri erano pronti ad intervenire”. 

Mai mio padre mi ha fatto cenno al fastidio che provava passando di fronte a Cinecittà e neppure quando attraversava le strade dell’EUR. Ma, Signor Ghezzi, di cosa stiamo parlando? Lei era, come si suol dire, nella mente di Dio. Dove sono quei partigiani infastiditi dai monumenti fascisti? Moltissimi sono passati a miglior vita senza schifarsi di certe bellezze che, a differenza delle opere di oggi, ancora reggono con onore. Cosa devo dire di quella specie di ponte trappola fatta a Venezia dove bisogna stare ben attenti ad attraversarlo rischiando un femore, se tutto va bene, oppure vogliamo parlare di quei ponti o cavalcavia che neppure giunti al collaudo già crollano? O, sarà meglio far saltare tutta la bonifica pontina, assieme a tutte le altre fatte in quel brutto periodo? Forse, a lei e a chi la pensa nello stesso modo, bisognerebbe ricordare, o almeno mettere a conoscenza, che gli americani con il Piano Marshall hanno bonificato le nostre acque paludose e non, con il DDT, quel signore che è stato messo con la testa in giù da alcuni “valorosi”, aveva bonificato raccogliendo l’acqua paludosa in canali e rendendo allo stesso tempo i terreni, fertili.

Signora Presidenta, Signor Ghezzi, riflettete. Grazie

Giuseppe Tusacciu