GLI ESPERTI DI HARVARD: ECCO GLI ERRORI ANTICOVID NELLE MISURE ITALIANE E’UN DURO ATTO D’ACCUSA (mentre Sala lancia governo costituzionale)

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Qualcuno dice che io ce l’abbia con il Presidente Conte, solo per antipatia personale o per partito preso: detto tra di noi, a me non è simpatico, ma, per correttezza professionale non mi permetterei di denigrarlo solo per dare sfogo alle mie antipatie, per questo cerco sempre di andare alla ricerca dei vari pareri, documentando quanto sostengo da sempre su un personaggio arrivato, non si sa bene da dove, al vertice del Paese, dove cerca di fare la sua malcelata fortuna su una disgrazia che ha investito il mondo intero, dimostrando, ogni giorno di più, la sua inadeguatezza e approfittando della cecità di chi lo ha voluto ad occupare quella poltrona.
“La storia mi giudicherà ” ha detto in Parlamento il premier Conte, ovviamente sostenendo di aver agito per il meglio, dunque positivamente, nell’affrontare il Covid-19. I ricercatori e gli esperti di Harvard, una delle più prestigiose università del mondo, hanno, però,anticipato la storia già giudicando l’operato del governo. E ne è emerso un giudizio fortemente negativo. Lo riassumo in poche battute: ha affrontato ostacoli “nel riconoscere l’entità delle minacce rappresentate dal Covid-19, nell’organizzare una risposta sistematica e nell’affrontare cosa fare dai primi successi ai fallimenti”: Si è registrato, quindi, “un fallimento sistematico nell’assorbire e nell’agire rapidamente in base alle informazioni esistenti”: ossia ” c’era l’esempio della Cina.” Il fatto è che “nell’inizio la minaccia non è stata considerata in modo adeguato”.
Mi fermo qui per amor di patria ed anche se ci possono essere nello studio-ricerca, pubblicato sulla importante rivista scientifica Harvard Business Rewiew, qualche eccesso critico, non si può non ricordare le cautele del premier, il suo insistere sulle gradualità delle misure, i suoi scontri, anche notturni,con il capo delegazione del Pd, il ministro Franceschini che voleva chiudere tutto come proponevano, invano, anche i governatori del Nord, primo fra tutti quello lombardo.
Questa impuntatura del premier per non allarmare troppo i cittadini, in realtà già ampiamente impauriti, il suo imporre Palazzo Chigi, facendo parlare autorevoli giornalisti di emergenza sanitaria che va in parallelo dell’emergenza democratica, ha reso impossibile la vera unità, anche se in extremis Conte, per intervento di Mattarella, è stato costretto a fare marcia indietro dopo il totalmente deludente intervento alla Camera, facendo, al Senato, un mezzo invito al’opposizione che, comunque, ha presentato molti emendamenti al decreto che stanzia 25 miliardi.
Inoltre, proprio al Senato, Matteo Renzi non ha risparmiato al premier una battuta critica e, soprattutto, ha proposto una commissione d’inchiesta su come è stata affrontata l’emergenza coronavirus. Ora il severo giudizio degli esperti e ricercatori, unito, ad esempio, alle critiche del grande farmacologo Silvio Garattini (“siamo arrivati tardi sul’epidemia, non arriviamo tardi sulla ripresa”) hanno portato fascine al fuoco innescato da Renzi che insiste, nonostante le risposte negative di chi non ha letto bene la sua intervista ad “Avvenire” sulla riapertura delle aziende chiuse per evitare di “passare dalla pandemia alla carestia.”
Ho l’impressione che nei prossimi giorni, su questi temi, compreso quello dell’esiguità degli stanziamenti governativi lamentato da sindaci e governatori regionali, si accentuerà lo scontro politico sia all’interno del governo, sia per le richieste di Lega e Fratelli d’Italia e ritengo cadrà nel vuoto l’appello di Berlusconi a sostenere, comunque, in questa fase drammatica il governo.
Nè sarà facile che i partiti accolgano l’invito del Capo dello Stato all’unità superando gli steccati maggioranza ed opposizione ed anche le frizioni interne ad un governo improvvisato e messo in piedi contro. Ossia contro Salvini e la sua tendenza ad essere l’uomo solo al comando. L’ideatore dell’Esecutivo oggi in campo con un premier inventato dai grillini e per un anno capace di approvare tutte le leggi volute da Salvini è stato proprio Renzi che, però, sta a metà nella maggioranza pur con due ministre e non certo in sintonia con il premier: il quale, a complicar le cose, offre l’impressione -e per alcuni anche qualcosa di più- di voler impersonare, anche lui, l’uomo solo al comando. Gli ultimi suoi decreti, annunciati di notte, senza possibilità che il Parlamento ne conoscesse i contenuti e proibendo le domande dei giornalisti, hanno aumentato questa convinzione dei suoi critici. Non a caso un ex-presidente della Camera, come Bertinotti, ha detto chiaramente che si sta andando verso un neo-autoritarismo.
In tempi di allarmi e di pericolo, in qualche caso di terrore, per la pandemia provocata dal coronavirus, il cittadino finisce per accettare tutto da chi è al potere perchè -come sostengono i psicoanalisti- “torna ad una forma regressiva e prepolitica e, se ne ha l’occasione resuscita una figura genitoriale, la proietta su una leadership e si attiene ai dettami di questa”. In sostanza i cittadini “sono portati a regredire -afferma la professoressa Costanza Jerusum- al rango di figli sotto un primo ministro che ci dice cosa si deve fare e introiettano tutti i nuovi ordini con uno zelo incredibile”.
E’ quello che avviene e porta Conte a livelli di accettazione impensabili: il 71% hanno testato sia Pagnoncelli che Diamanti, i quali , però, dicono che quando il pericolo cessa si torna alla normalità e, quindi, ognuno recupera la una dimensione critica e democratica e -come dice la Jesurum- ritorniamo “al tipo di psicologie che ha cresciuto la nostra storia culturale e politica: siamo italiani, siamo europei, abbiamo teorizzato e messo in pratica le democrazie parlamentari, ci siamo abituati a votare e decidere, e anche nei nostri microorganismi associativi: dalle scuole, ai condomini, alle famiglie abbiamo fatto tramontare i padri e siamo entrati in un regno dello scambio di pareri , delle discussioni interne delle nostre scelte:” In questa ritrovata cittadinanza , aggiungo io, come si può accettare l’uomo solo al comando. Fossi Conte farei un pensiero al modo di uscirne prima che parta, dopo le ferie ha detto Renzi, una commissione di inchiesta con giornali di estrema destra che hanno evocato una nuova Norimberga, mentre un sostenitore dell’attuale maggioranza come il sindaco di Milano Giuseppe Sala propone una nuova Costituzione ed un governo di tutti per prepararla, ricordando addirittura Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio di un governo dove erano presenti tutti i partiti. E , guarda caso, Berlusconi, sulla scia di Renzi e sulla scorta degli elogi di Macron alle proposte dell’ex-presidente della BCE, propone Draghi a Palazzo Chigi per risollevare l’Italia dalla recessione.

CONTE S’E’ DETTO D’ACCORDO CON DRAGHI, MA NON AGISCE E LA SITUAZIONE PEGGIORA : SI RISCHIA UNA RIVOLTA SOCIALE

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Giorni fa, nella noia di questi “arresti domiciliari”, su uno dei programmi trasmessi dalla Tv un giovane economista interpellato sulle difficoltà economiche dell’Italia e sulle prospettive prossime future, rispose con una frase che mi è rimasta impressa: “Certo la situazione non può definirsi fra le migliori, però, immaginate di stare a vedere una corsa di ‘formula 1’, mentre si sta svolgendo scoppia un forte acquazzone, deve entrare la safety-car che rimette tutti i partecipanti sulla stessa linea di gara, permettendo agli ultimi di raggiungere i primi come fosse una nuova partenza. Questo significa che, la pioggia, per chi è indietro, sia una nuova opportunità”. Ebbene, il nostro Paese non risulta essere economicamente, fra i primi, ciò significa che questo momento potrebbe essere anche per noi una ‘opportunità’.
Lasciatemi dire: immaginate per un solo istante di vedere queste nostre paure che potrebbero mettere in gioco anche la nostra vita, in modo un pochino più ottimistico, sempre nel rispetto del grave costo che stiamo pagando in vite umane, con i sacrifici di tanta gente, poter pensare che almeno dopo tutto questo si possa immaginare una Italia migliore, uno Stato migliore per le future generazioni, non può essere di conforto alle sofferenze di ogni genere di questi giorni, e vedere con uno sguardo diverso, quelli immediatamente a venire.
Ma, torniamo alla cronaca:il premier Conte, ieri al Senato, s’è detto d’accordo con Draghi per le misure esposte nell’intervista al Financial Times, ma occorrono fatti e subito, perchè sotto le ceneri del coronavirus cova anche la rivolta sociale. Troppe persone sono senza lavoro e, spesso, anche senza alcuna protezione sociale tipo la Cassa Integrazione e la rabbia unita alla disperazione, compreso il dovere di stare chiusi magari in abitazioni non accoglienti, può portare alla violenza se non hai da mangiare per te e la tua famiglia. Draghi è stato chiarissimo: i governi e la UE devono “agire forte e veloci” perchè la profonda recessione non diventi depressione ” Ed è, per questo, che serve un “significativo aumento del debito pubblico in modo da ” proteggere i cittadini e l’economia da shock per il quale il settore privato non ha colpe”: Dev’essere, quindi, lo Stato a muoversi, per “assorbire le perdite che gravano sui settori privati” e offrire, velocemente, “aiuti concreti soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro delle aziende , dei negozi e delle attività commerciali che hanno chiuso per arginare il contagio”, aggiungo io: spesso costrette a chiudere dal governo .
Ho voluto sinteticamente ricordare i passaggi più importanti dell’intervento di Draghi ( aggiungo solo “le banche devono dare liquidità a costo zero “) per rilevare che, ora Conte (se davvero è d’accordo con l’ex-presidente della BCE che molti ormai vedono proprio a Palazzo Chigi e, poi, al Quirinale,) deve far seguire fatti immediati e concreti da parte del suo governo, stanziando, ovviamente, tutti miliardi necessari , soprattutto con l’aumento del nostro debito pubblico nostro debito pubblico.
Non mi pare, purtroppo, che si proceda su questa strada: ancora, infatti, dobbiamo utilizzare gran parte dei 25 miliardi di euro stanziati all’inizio con grande enfasi con un decreto, ancora da convertire e duramente criticato dall’opposizione che ora Conte, è stato costretto, delle sollecitazioni ( uso un eufemismo) del Quirinale a chiamare alla collaborazione , cambiando linea ieri al Senato dopo l’ancor più deludente discorso alla Camera dell’altro giorno.
E va bene l’altro più sostanzioso decreto, da concordare oltretutto con le opposizioni non l’avremo che in aprile, forse nei primi giorni del mese se va tutto bene anche l’importo dello stanziamento previsto fino a 50 miliardi quando gli altri maggiori Paesi europei hanno già deciso cifre notevolmente superiori: La Merkel, ad esempio, ha annunciato per la Germania una manovra per 156 miliardi dei quali 50 per le piccole e medie imprese, mentre verrà un Fondo per la stabilizzazione dell’economia per ben 600 miliardi: La Francia, a sua volta ha previsto un primo pacchetto per 45 miliardi ed ha messo a disposizione 300 miliardi di garanzie per le imprese; La Spagna, oltre, ha deciso un piano di 2oo miliardi a sostegno del sistema delle imprese , di cui 117 di garanzie di liquidità offerte dallo Stato alle imprese.
Noi, se nel confronto con le opposizioni il governo non aumenterà lo stanziamento, siamo fermi a 75 miliardi , ma una parte dei primi 25 è destinato alla Sanità alla quale tante risorse erano state sottratte a partire dal governo Monti. Sarà sufficiente la cifra prevista oltretutto varata i non nei tempi celeri indicati da Draghi che, chiaramente, ha detto “la rapidità sarà essenziale per l’efficacia” Ce la faremo ad essere rapidi , sia per le secche burocratiche ,sia per un confronto parlamentare che s’annuncia durissimo e con in più un premier che sente sul collo sia la commissione d’inchiesta lanciata da Matteo Renzi, sia l’alternativa Draghi, sostenuta a gran voce da molti personaggi, persino da un filosofo come Massimo Cacciari. Auguriamoci proprio che Dio ci aiuti!

TESTO INTEGRALE INTERVENTO SEN RENZI AL SENATO NELLA SEDUTA DEL 26.03.2020

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Pubblico questo testo perchè lo ritengo interessante poter rileggere quanto detto dal Sen Renzi sul dibattito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla crisi sanitaria provocata dal coronavirus.
TESTO STENOGRAFICO DELL’INTERVENTO DEL SENATORE MATTEO RENZI NELLA SEDUTA DEL 26 MARZO 2020
Signor Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, non sono mai stato tanto fiero di essere italiano come quando le nostre istituzioni, tutte insieme, hanno mostrato una differenza di stile, di contenuti e di risposta rispetto a un altro Paese europeo, anche se non più appartenente all’Unione europea, in ordine alla vicenda Covid-19.
È accaduto, infatti, che un suo collega Primo ministro, il Primo ministro del Regno Unito, abbia affrontato l’emergenza coronavirus dicendo che dobbiamo abituarci a perdere i nostri cari. Quel Primo ministro, che ha studiato le civiltà antiche e la Grecia e Roma, dovrebbe ricordare che la grandezza di Roma e dell’Italia è stata data da quel personaggio, Enea, che si carica suo padre Anchise e arriva nella nuova terra promessa, dove fonda Roma, portandosi la bellezza dell’esperienza sulle spalle.
Noi italiani abbiamo dimostrato che non ci rassegniamo a lasciare i nostri cari. Noi italiani abbiamo detto che facciamo dei sacrifici, tutti insieme, per salvare la vita dei nostri nonni. Di questo, tutti dobbiamo essere orgogliosi e fieri e dobbiamo ringraziare il Governo e le altre istituzioni per avere agito in tale direzione. (Applausi dai Gruppi IV-PSI, M5S e Misto).
Ora, però, dobbiamo uscirne. Dobbiamo lavorare per salvare la vita dei nostri nonni. Dobbiamo evitare di morire di Covid-19 e dobbiamo evitare di morire di fame. C’è un’emergenza economica fortissima di fronte a noi. Io credo che il Presidente del Consiglio abbia fatto bene a venire in Parlamento e il Presidente del Senato abbia fatto bene a creare le condizioni. Io sono stato tra coloro i quali hanno criticato un eccesso di comunicazione istituzionale. Oggi voglio dare atto al Presidente del Consiglio di essere qui in Aula e di essersi aperto a una discussione vera e reale.
Proprio per essere altrettanto franchi e chiari, tutta la discussione sul passato, che è stata fatta in modo puntuale dal Presidente del Consiglio, con una rivendicazione delle scelte, non può essere oggetto del dibattito di oggi, perché non può essere questo il momento. Il Presidente del Consiglio ha fatto bene a comunicare ciò che è stato fatto. Penso che ciascuno di noi possa apprezzare la sua citazione manzoniana: «del senno di poi ne son piene le fosse». Ce n’è un’altra, presidente Conte, nel capitolo 32 de «I promessi sposi», sempre a proposito della peste. È quella in cui Manzoni dice che il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune.
Mi domando se, in alcuni passaggi della nostra esperienza, abbiamo avuto un po’ paura del senso comune per dire cose di buon senso: dai voli diretti ai tamponi ai medici; alla Consob, perché l’apertura e la chiusura delle borse riguarda la Consob e non il Governo. Noi, infatti, abbiamo chiuso le aziende, ma ci è stato detto che non potevamo chiudere per due mesi le borse e non potevamo bloccare le vendite allo scoperto. Poi, però, si è visto che si poteva fare.
Me lo domando sulle questioni legate ai nostri detenuti. Se tu, Stato, privi della libertà un uomo in ragione della legge, hai il dovere di farti carico della sua vita. (Applausi del senatore Margiotta). E se ci sono 13 detenuti, qualcuno deve pagare il conto di quello che è successo. Mi riferisco al direttore dell’amministrazione penitenziaria. (Applausi dai Gruppi IV-PSI, PD e Misto).
Di tutti questi temi discuteremo a tempo debito. Io propongo l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta. Si sono fatte le Commissioni parlamentari d’inchiesta su tutto: di fronte a 8.000 morti credo sia un dovere civile parlarne, dopo le vacanze estive, dopo la ripresa.
Oltre al ringraziamento gigantesco ai medici e agli infermieri, mi associo totalmente alle parole del collega senatore Casini, che ha detto in modo ineccepibile ciò che andava detto e sono dalla sua parte. Vorrei che, tutti insieme, affrontassimo il durante perché c’è anche un dopo, e questo dopo potrebbe essere affascinante. Oggi Alessandro Baricco scrive parole bellissime su «la Repubblica» sull’audacia del dopo.
Ci sarà un dopo sull’innovazione, sulla tecnologia, sullo smart working. Ci sarà un dopo sulla sostenibilità ambientale. Ci sarà un altro mondo dopo il coronavirus, perché riguarda non soltanto l’Italia, ma tutto il Pianeta. Ci sarà un dopo e sarà un dopo in cui ci saranno l’Italia e gli italiani, che stanno dando prove meravigliose di resistenza e di valore civile. Gli italiani, infatti, che sono stati spesso criticati, stanno seguendo delle regole difficili e lo stanno facendo con un senso di cittadinanza che andrebbe premiato pubblicamente, per lo stile che stanno avendo.
In questo dopo che verrà, noi ci saremo. Diamolo questo messaggio a chi è chiuso da quindici giorni in casa.
Gli italiani, con la loro fantasia, il loro estro e la loro innovazione ci saranno: avranno qualcosa da dire e da dare; ne sono convinto.
Quello che però mi preoccupa è il mondo di oggi, non quello di domani. Noi stiamo vedendo il trailer di un film dell’orrore; lo dico senza polemiche in quest’Aula. Ma quanto tempo si è discusso di no-vax? Quante volte si è messa in discussione la qualità degli studi scientifici? Personalità, come Roberto Burioni, minacciate con falsi manifesti delle brigate rosse nel 2017 e nel 2018. Quante volte qualcuno ci ha detto che si sarebbero potute affrontare le grandi sfide senza andare a rincorrere la scienza o addirittura con i no-vax? Quello che stiamo vedendo in queste ore è il trailer di un film dell’orrore: il mondo senza vaccini.
Lo dico con rispetto ai sovranisti: quante volte ci hanno detto che staremo meglio eliminando Schengen, staremo meglio blindando le frontiere, staremo meglio ognuno a casa propria? Le nostra città muoiono senza i turisti; le nostre aziende muoiono senza esportare: muore il Veneto se non esporta, muore l’Emilia-Romagna se non esporta. Il trailer di un mondo sovranista fa paura.
Signor Presidente, c’è il «durante» da affrontare. Donald Trump è molto criticato a sinistra negli Stati Uniti. Io sono con Joe Biden che chiede: dove sono le mascherine? Dove sono i tamponi? Perché il sistema sanitario non funziona? Però Donald Trump – riconosciamolo – ha fatto la scelta giusta dal punto di vista economico: non ha fatto una serie di interventi ma un intervento solo: 2.000 miliardi di dollari. Lo ha fatto dopo essersi chiuso al Congresso con i democratici e avendo trovato un accordo di massima su questo punto. Attenzione, democratici e repubblicani si odiano in America: la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha distrutto il discorso di Trump sullo stato dell’Unione con un gesto istituzionale al limite della provocazione (anche perché Trump ci aveva messo del suo, come reazione). Ebbene, in quel clima politico, dove se le stanno dando di santa ragione anche in vista delle elezioni presidenziali, la misura economica l’hanno fatta insieme, ed è una misura da 2.000 miliardi di dollari.
Angela Merkel, che molti contestano e criticano, ha colto immediatamente la palla al balzo per attuare una misura che era inimmaginabile da parte della Germania rigorista di qualche anno fa. E oggi Mario Draghi, signor Presidente del Consiglio, le indica la strada quando dice che, certo, bisogna fare debito, ma bisogna farlo per dare innanzitutto liquidità a quel sistema di piccole e medie imprese che rischia di non riaprire più. Noi stiamo discutendo da giorni su quale sia il codice per chiudere alcune aziende, la produzione; giusto, ma il problema è quale sia il codice per farle riaprire. (Applausi dal Gruppo IV-PSI e del senatore Marcucci). Se infatti noi non permettiamo alle aziende piccole e medie di avere liquidità, queste muoiono.
Signor Presidente, siccome sono convinto che lei lo sappia, mi permetta di rappresentarle un’immagine, quella proposta dal Bernini, nella scultura di Enea, Anchise ed Ascanio: c’è Enea che tiene Anchise, ma accanto c’è Ascanio, il figlio. Noi non stiamo chiedendo i soldi all’Europa, ma ai nostri figli. (Applausi dai Gruppi IV-PSI e PD). Dire che andiamo a debito significa che, per salvare Anchise, Enea fa bene a fare tutto quello che deve fare; ma il conto lo pagherà Ascanio, lo pagheranno i nostri figli. Spendiamoli bene, allora, questi soldi.
Mi permetto di dire: facciamo un unico decreto, non facciamo un decreto al mese; limitiamo il numero dei decreti, perché ne abbiamo fatti fin troppi. Facciamone uno insieme (e non bastano 50 miliardi di euro per il prossimo decreto). Deve essere l’ultimo decreto – non il prossimo decreto di una saga – in cui affermare con chiarezza tutto quello che serve affinché le imprese vengano messe in condizioni di riaprire. (Applausi dal Gruppo IV-PSI).
Parliamo della riapertura delle attività, non della chiusura, perché non possiamo continuare a immaginare che, di fronte alla crisi, non si dica la verità. Signor Presidente, noi dobbiamo convivere con il Covid. È inutile stare a fare discussioni troppo lunghe: il Covid ce lo portiamo dietro perlomeno per due anni, finché non avremo modo non soltanto di sperimentare il vaccino e di testarlo, ma anche di vederne gli effetti. È chiaro che noi, se abbiamo due anni davanti, non possiamo stare per tutto questo tempo chiusi in casa; non possiamo tenere due anni gli italiani fermi senza lavorare. Il Covid è un’emergenza che per i prossimi due anni ci sarà. Poi verrà un mondo bellissimo, quello di domani, ma in questi due anni c’è una “terra di mezzo” in cui riaprire le aziende è fondamentale, altrimenti trasformeremo il Paese in una sterminata massa di disoccupati.
Per questo noi ci siamo, signor Presidente: ci siamo chiedendole la massima attenzione sulla scuola perché i ragazzi siano valutati prima della fine dell’anno; ci siamo chiedendole qualche gesto simbolico come, ad esempio, con tutti i crismi della sicurezza, quello di riaprire le librerie, perché bisogna nutrire anche l’anima. Così come si tengono aperte le edicole, bisogna riaprire le librerie. Ci siamo anche dicendole, signor Presidente, che o adesso siamo in condizioni di immaginare il futuro economico oppure faremo lo stesso errore compiuto con i ritardi che si sono registrati in altri settori in merito alla situazione sanitaria.
Nel 1348 – il Presidente del Consiglio lo sa perché conosce Firenze per motivi anche professionali, oltre che personali – la peste colpì Firenze e sembrò la fine del mondo. Firenze era una delle più grandi città del mondo, una delle megalopoli (aveva 100.000 abitanti) e fu decimata. La peste sembrò la fine di tutto, eppure dalla peste nacque, sì, sicuramente il «Decamerone» di Boccaccio, ma anche quello spirito orgoglioso e fiero che diede vita poi al Rinascimento. Facciamo le scelte giuste e davvero tutto andrà bene. (Applausi dai Gruppi IV-PSI e PD, e del senatore Errani).

CON L’EMERGENZA SANITARIA NON DOBBIAMO DIMENTICARE L’EMERGENZA DEMOCRATICA (anche se i decreti del premier non violano la nostra Costituzione )

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Tutti ad aspettare “Il Verbo” che Conte (purtroppo) presidente del Consiglio dei Ministri doveva pronunciare alla Camera dei Deputati. A dire il vero non mi aspettavo nulla e nulla è stato: banalità, autostima, tronfiaggine da salotto e poco altro. Ma, poteva mancare la ciliegina sulla torta su cotanto spalmato di panna? Ebbene il nostro giurista ci ha voluto dire che di lui il giudizio lo darà la storia. Quindi, secondo lo stesso, dovremo aspettare, o meglio saranno i posteri a dire chi era il signor Conte: a futura memoria si può sin da ora si può dire di lui che sia, innanzitutto quello che in alcuni ambienti, per mitigare il concetto definiscono lecchino, per me, solo un arrogante presuntuoso.
Ha ragione Mario Damilano a sostenere, nel suo bellissimo editoriale su “L’Espresso” che l'”emergenza sanitaria va in parallelo con l’emergenza democratica”
Siamo, in sostanza sul filo di rasoio perchè la nostra Costituzione -come nota il Damilano- prevede diritto di movimento (art. 16), diritto di riunione (art: 17), diritto di associazione ) art.18), diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma individuale e/o associata ( art.19) , ma prevede la sospensione come, ad esempio, provvedimenti della libertà di movimento per “per motivi di sanità o di sicurezza”: Quindi i vari decreti notturni del presidente del Consiglio, a parte le inaccettabili modalità di comunicazione degli ultimi due, rientrano nella Suprema Carta, ma nel contempo queste sospensioni costituzionali non possono durare all’infinito ed, inoltre, sarebbero dovuti essere presentati subito alle Camere per l’approvazione. E non tanto per evitare che, ad esempio, il primo decada, dovendo essere tutti convertiti entro 60 giorni, dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, quanto proprio per rispetto del Parlamento e per evitare un’emergenza democratica non rientrando nella normalità costituzionale.
Scrive giustamente Damilano : “oggi abbiamo la responsabilità di accettare tutto in nome della salute pubblica, ma abbiamo anche il dovere di dire che restiamo vigili”, valutando quanto accade: per una “questione di dire pienamente la verità”. Questo deve,infatti, fare la libera stampa che non può, non deve ignorare , anche nell’emergenza, gli errori commessi da Conte, Di Maio e Zingaretti come, impietosamente ha messo in rilievo il New York Times nella sua inchiesta, svolta da ben tre giornalisti, sul coronavirus in Italia: e che “Libero” ha largamente riassunto.
L’Italia sarà anche un esempio agli altri Paesi per la sua Sanità, ma non per i suoi governanti come, invece, si dice insistentemente da collaboratori degli attuali governanti, tra i quali c’è qualche eccezione positiva come quella del ministro della Sanità, Speranza troppo spesso inascoltata da Conte ed ora impegnato con i suoi scienziati consulenti a studiare un altro decreto, ma sull’esempio della Corea del Nord che il virus ha saputo bloccare. Anche in quel caso c’è un diritto da sospendere , quello della privacy, per controllare i cellulari ed usarli nella ricerca di potenziali contagiati. Egualmente Speranza, insieme anche all’Istituto di Sanità sta valutando, appena toccato il picco dei contagi, di adottare il sistema israeliano, di nuove possibilità di uscite per fasce d’età anche considerando che, in Italia, le donne sono più resistenti degli uomini al coronavirus.
Appare , infatti, evidente che, come sostengono neurologi, psichiatri e psicologi non si possa protrarre a lungo questa quarantena collettiva che già ha ampliato il notevole divario tra ricchi e poveri, con questi ultimi sempre più a rischio fame, mentre anche quel che resta del ceto medio è in grossa difficoltà economica e, spesso, lavorativa. Qualcuno tra i frequentatori di Palazzo Chigi si ricorderà, oltre a perder tempo a studiare conferenze da Grande Fratello ( copyrigth di Renzi) di chi non ha più un lavoro e, magari, vive con moglie e figli in pochi metri quadrati rischia di essere un soggetto debole non per il virus, ma di testa?
Mattarella, pensaci TU.

CONTE CHE VOLEVA ESSERE L’UOMO SOLO AL COMANDO ORA E’ SEMPRE PIU’ ISOLATO E IL COVID LO STA AFFONDANDO

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Dopo tanto si è deciso, c’è voluto l’intervento del Capo dello Stato per decidere a recarsi in Parlamento per riferire su quanto sta accadendo nel Paese. Secondo Lui, il Premier, pensa sia giusto e corretto cavarsela con decreti a nastro e conferenze stampa fatte a mezzanotte senza che gli possano porre domande, convinto di essere unico e solo Deus ex machina, padrone del vapore, al punto che lui, solo lui e null’altro che lui (il ministro Speranza è scomparso), sia in grado di fare, decidere, informare disinformando.
Finalmente e per fortuna, in molti stanno scoprendo che il premier non è affatto il “comandante supremo” come da tempo si atteggia ed al netto, a sua difesa, dell’ eccezionalità del coronavirus, ha commesso e continua a commettere gravi errori di comunicazione, sia una grande incertezza sul da farsi ritardando provvedimenti necessari o esaltandosi dai sondaggi a suo favore e, quindi, dosando le misure per mantenere quei consensi ed adottandone sempre senza percorrere la via democratica del confronto in Parlamento. Le ultime due conferenze stampa notturne senza contraddittorio e senza la possibilità per i giornalisti di porre domande -è la prima volta che accade nell’Italia repubblicana- hanno confermato, anche a parte dei suoi difensori governativi, la sua tendenza a sentirsi l’uomo solo al comando capace di stare a Palazzo Chigi, indicato dai grillini, prima con la destra e contro la sinistra e, dopo meno di due anni con la sinistra e contro la destra, capolavoro di camaleontismo politico ed uso un eufemismo.
S’era illuso di aver trovato in Zingaretti l’alleato ideale per essere, in futuro, il premier del centrosinistra, lui che si diceva di sinistra, ma capace di spostarsi al centro vantando anche amicizie cardinalizie e di ambienti altolocati. Sì, c’era quel folletto di Matteo Renzi che era stato il primo a lanciare inopinatamente la nuova strana maggioranza, ma poteva essere solo una scheggia impazzita perché nemmeno i suoi di Italia Viva volevano le elezioni anticipate, quindi poteva spuntare i responsabili a garantire il governo che, ormai, piaceva molto al segretario del Pd al punto da voler fare le alleanze con i grillini e, ovviamente, Leu, anche nelle Regioni.
L’emergenza del coronavirus era stata per Conte la ciliegina sulla torta della sua strategia sia perchè Renzi era costretto a stare quieto, sia perchè il covid-19, com’era stato ribattezzato in Italia, non era così terribile come pareva per quel che stava accadendo in Cina. Gli scienziati cinesi, infatti, dopo aver esaminato 90 mila casi di contagiati avevano stabilito, come avrebbe, poi, detto, inascoltato, il professor Tarro, candidato al Nobel per la medicina nel 2015,che il virus: 1°) non era affatto mortale; 2°) generalmente aveva l’effetto di un raffreddore; 3) poteva, comunque, arrivare ai polmoni, provocando tuttavia una polmonite “lieve”.
Certo aveva anche un capacità di rapida espansione e, per questo era stata isolata tutta la vasta area dell’epicentro.
Se un illustre virologo (vincitore di vari premi internazionali) ed ex-collaboratore di Sabin nelle ricerche del vaccino antipolio) era a conoscenza degli studi cinesi, volete che non lo fosse anche la nostra intelligence ritenuta una delle migliori del mondo? E non volete che non avvertisse il dovere di informare il premier che aveva voluto tenere il coordinamento di questo settore non nominando un sottosegretario come avevano fatto i suoi predecessori? Da qui la sottovalutazione della rapida di contagio, l’errore dei 4 mila tamponi iniziali fatti a tutti e non solo a chi aveva avuto contatti con i contagiati e poteva anche essere un portatore sano, oltretutto facendo poi marcia indietro, comunicando che era un errore fare tati tamponi, l’aveva certificato la scienza…… Intanto aumentavano in Lombardia e Veneto i contagi ed i morti. In quest’ultimo caso con una statistica errata sia perchè tutti i decessi apparivano conseguenza del coronavirus quando, invece, la stragrande maggioranza era dovuta ad altre patologie; sia per il fatto che la percentuale dei morti sui contagiati accertati era molto più alta che, addirittura, in Cina a causa dell’impossibilità di sapere il vero numero di contagiati avendo fatto pochi tamponi anche per la loro mancanza così come non avevamo le mascherine persino per tutti medici ed infermieri.
Un pò per amor di patria, un pò per non essere accusati di delitto di lesa maestà di tutto questo si è saputo poco e chi ha voluto scriverlo, come il sottoscritto, talvolta è quasi apparso di partito preso per motivi politici che non esistono affatto.
Ora, all’improvviso, dopo i clamorosi errori delle due conferenze stampa e l’aumento di contagi e di decessi, in non pochi si stanno accorgendo della verità. E perfino, dal Pd, a parte l’imbarazzata difesa d’ufficio del capo delegazione il ministro Franceschini (che pure ha avuto durissimi scontri con Conte sulle misure), sono iniziati i distinguo e la presa di distanza da certi comportamenti del premier.
Preoccupano, ovviamente, i dem, le dure dichiarazioni anti-governo del leader della Cgil e lo sciopero di mercoledì di 8 ore dei metalmeccanici lombardi che vogliono maggiori chiusure di aziende. Non vi dico, poi, le accuse delle opposizioni che stasera incontreranno Conte dopo essersi rivolti al Capo dello Stato e chiedono che il Parlamento sia sempre aperto ed il premier vada a riferire anche perchè si sta determinando un vulnus alla democrazia, senza tutelare veramente la salute degli italiani.
A, metter, poi, un carico da novanta, contro Conte ci ha pensato Matteo Renzi che ha rotto la tregua ed è andato giù pesante: “Ci aspettano ancora giorni difficili. Noi rispettiamo le regole del governo sulla quarantena, ma il governo rispetti le regole della democrazia. Si riunisca il Parlamento, e si facciano conferenze stampa, non show su facebook: questa è una pandemia, non il Grande Fratello.” Eppoi ecco l’altro affondo-monito al Governo: “Rispettiamo la democrazia perchè dopo le canzoni possono arrivare i forconi.” Ancora: “Che bisogno c’era di questa comunicazione emozionale a reti unificate?”
Da piu’ parti, in sostanza, si sollevano forti critiche all’atteggiamento del Presidente del Consiglio ed anche la presidente del Senato Casellati ha sottolineato: “Il governo continua a parlare al Paese di notte e su Facebook. Ricordo che dovrebbe farlo con le Camere per ogni iniziativa normativa.”. Il Presidente della Camera Fico, invece, si è limitato a dire: “Conte mi ha dato la disponibilità a venire in aula in settimana: mentre un ex-presidente di Montecitorio ed icona della sinistra come Fausto Bertiinotti va giù durissimo e parla apertamente di costruzione di un regime neo-autoritario con la “messa in mora del Parlamento, le decretazioni d’urgenza affidate al Presidente del Consiglio.” Aggiungete che l’attuale capo dei grillini Crimi stoppa il premier sugli eurobon e il Fondo di salvataggio europeo, mentre Di Maio insiste su maggiori chiusure che il governatore lombardo Fontana ritiene di poter decidere in modo autonomo, annunciando di avere i pareri favorevoli degli esperti, mentre i metalmeccanici della Lombardia sciopero seguiti dai chimici per le mancate chiusure di fabbriche, ritenute invece troppo dal presidente di Confindustria Boccia che parla di una perdita di 100 miliardi al mese.
Se nei giorni scorsi eravamo al caos, ora stiamo ancora peggio, altro che unità contro il coronavirus che fior di scienziati dicono apertamente che non è il mostro descritto dal premier!
I cittadini continuano a rispettare le misure governative per senso di responsabilità, dando un grande esempio positivo al mondo come ancor più lo da l’eroismo dei nostri medici, infermieri e tutti gli altri che sono in prima linea, per non farci mancare l’indispensabile ed anche qualcosa di più. Potrebbero, per favore, i signori politici, ad iniziare dall’ultimo venuto tentato, forse da cattivi consiglieri, d’essere un uomo solo al comando, di rendersi conto che stiamo andando in fondo ad un tragico burrone e non per colpa del coronavirus? Mattarella aiutaci tu (ero tentato di dire san Mattarella facci la grazia di, ma sarei stato blasfemo, seppur la sostanza è quella..) prima che sia troppo tardi, convincendo, qualcuno a dimettersi, e magari dandoci un vero governo d’emergenza. Sì perchè all’emergenza sanitaria s’aggiunge quella economica ed un Mario Draghi a Palazzo Chigi (con un Cottarelli all’Economia) potrebbe salvarci come indirettamente ha fatto quand’era presidente della BCE.

MENO MALE CHE C’E’ PURE CHI RINGRAZIA GLI ANZIANI. LO HA FATTO DE BORTOLI CON UN BELL’EDITORIALE SUL “CORRIERE DELLA SERA”

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Così, dopo diverse dichiarazioni, speso poco simpatiche nei confronti degli anziani finalmente una voce altamente significativa si è innalzata: “I NOSTRI ANZIANI DA RINGRAZIARE”: è questo il significativo titolo dell’editoriale di Ferruccio de Bortoli sul “Corriere della Sera” di ieri. Merita di leggerlo perché oltre ad essere ben scritto, com’è costume dell’autore, è pieno di sentimento e rende onore ai molti anziani che, in solitudine, senza protestare e con grande dignità stanno affrontando l’emergenza coronavirus. E’, inoltre, ricco di notizie: Ne cito solo alcune : l’età media dei morti di questi giorni è superiore agli 80 anni e per la maggior parte la causa è dovuta ad altre patologie che quelle persone avevano:. Questo – scrive De Bortoli – “” dovrebbe indurre giovani e meno giovani a maggiore prudenza.” Questi anziani “muoiono da soli. E non hanno nemmeno diritto ad un funerale normale”, mentre l”a sofferenza dei loro congiunti è aggravata da un addio molto sbrigativo,brutale , ingiusto”. Ed ancora “tanti anziani erano già soli prima. Oggi lo sono molto di più” , penalizzati dal “distanziamento sociale”, per “le ovvie ragioni di prudenza nei contatti. Se aggiungete che in Italia il 33% delle famiglie ha un solo componente, spesso anziano e che in “grandi città come Milano si arriva al 50% il peso delle tante disabilità è enorme.” Ed, oltretutto, c’è anche, per molti anziani, la “solitudine digitale. Eppure resistono, addirittura -come nei casi citati nell’editoriale, ad un sacerdote che ha organizzato, a Milano, una rete per aiutarli hanno spesso risposto: pensate ai giovani, noi siamo ormai al limite della vita .
Da anziano sento io il dovere di ringraziare De Bortoli per il suo bell’articolo che prosegue in un crescendo di sentimenti come quando scrive: “L’umanità di un popolo si misura dall’attenzione e dal rispetto che è riservato alla terza e quarta età. L’Italia, per fortuna, ha un immenso e diffuso capitale sociale: la rete di solidarietà che è attiva un pò ovunque a sostegno degli anziani per aiutarli a vincere la solitudine .” E l’articolista cita alcuni significativi e confortanti esempi dai quali, purtroppo, sono assenti i vertici governativi che da tempo sembrano ignorare l’esistenza di una così ampia popolazione anziana che, da una parte -i pensionati- aiutano spesso i familiari senza lavoro, e, dall’altra, sono, purtroppo, un grave peso, per quei familiari, se hanno gravi patologie.
Ci sarà qualcuno, tra i politici di oggi, ad impegnarsi in una seria politica a favore della Terza e Quarta Età, dove esiste anche un vasto giacimento, utilizzabile, di professionalità e competenza. come conferma il disperato richiamo in servizio compiuto da Fontana, il governatore della Lombardia, al collasso sanitario, di un big dell’emergenza e medico come il quasi settantenne Guido Bertolaso che stava con la figlia pediatra in un Paese africano a costruire ospedali nel fango e restaurare scuole. Ora avrà un compito quasi impossibile: costruire in brevissimo tempo un ospedale nell’ex-Fiera di Milano. dotandolo di medici, infermieri, attrezzature come i respiratori che la Protezione Civile nazionale non è riuscita a reperire.” Ora – ha detto Fontana – ci aiuterà Bertolaso a trovarli. Noi siamo stati i primi ad essere finiti nello tsunami, ma Roma non lo capisce, mentre fuori dall’Italia l’hanno compreso: la Merkel ha detto che ci aiuterà”. E, forse, con questo aiuto anche quel tanto vituperato Bertolaso e il suo team riusciranno a fare il quasi miracolo di metter sù un nuovo ospedale prima che il contagio del Covid-19 travolga Milano e le sue strutture sanitarie.

MA IL VECCHIETTO DOVE LO METTO ” IN TEMPI DI COVID-19 ? ANZIANI UN TEMPO UNA RISORSA DIVENTATI OGGI UN PROBLEMA

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Tutta colpa di Salvini e della Meloni, almeno così credo di aver capito leggendo un post appena partorito da qualche mente eccelsa. Testuali parole: “Questi SOVRANISTI…!!!!! Pensate se in ITALIA… al governo ci fosse stato il binomio SALVINI/MELONI…“Il 60% della popolazione dovrà contrarre il Covid19 per sviluppare l’immunità di gregge”. Sono le parole, l’idea non di un matto. Non di un gerarca nazista. Ma di una delle massime autorità sanitarie del governo sovranista di Boris Johnson.
La pratica è oscena: darwinianamente, si lascia che la gente venga contagiata. I deboli muoiono. I forti sopravvivono. A costo di centinaia di migliaia di vittime, si sviluppa così l’immunità di massa dal virus.”.
Per carità, il nostro sistema sanitario si sta comportando in modo egregio anche se più di uno si è permesso di uno tra medici e politici, nei giorni scorsi di sostenere certe posizioni e questi non facevano parte della destra melonsalviniana. In tempi non sospetti pubblicai un post, scandalizzato da una affermazione di un giovane medico, che, appunto, si era espresso in quei termini nei confronti di una persona a me molto vicina. Allora non chiesi il colore politico a chi si era espresso in quel modo anche perchè, allora come oggi continuo a pensare e sostenere che l’imbecillità non ha colore politico, scusate, ma è una mia convinzione.
A chi la pensa diversamente vorrei far capire che, almeno sino a ieri con piacere quasi entusiastico abbiamo plaudito alla constatazione che vede l’Italia come il Paese più longevo del mondo dopo il Giappone. Era un titolo di merito anche grazie alla nostra dieta mediterranea adottata persino dall’esercito inglese. Ora, invece, non lo è più, è certamente, una grande preoccupazione ed un grande peso in tempi di coronavirus. Sì, perché i molti anziani (e per taluni statistici lo si è già a 65 anni) sono diventati un problema: troppo deboli, con difese immunitarie basse e in non pochi casi anche con malanni gravi, dunque più esposti al contagio e tali da invadere gli scarsi reparti di terapia intensiva con un altissimo tasso di mortalità tra i contagiati. In sostanza torna di moda l’ironica canzoncina del “Ma il nonnetto dove lo metto?” Se, infatti, sei anziano, ed esci di casa perché far moto è consigliato dal medico e così ti fai la spesa, sei guardato con sospetto da chi incontri e noti che gli altri cercano di evitarti ben oltre il metro di distanza prescritto, ed il loro sguardo è da “ma perché non te ne stai a casa”. E magari stai meglio in salute di varie persone che incroci od hai fatto da poco i controlli stagionali con ottimi risultati o, addirittura, ti senti in una buona forma perché, talvolta, l’età anagrafica è ben più alta di quella biologica. E c’è chi, pur anziano, si tiene in ottima forma andando in palestra, dicono che pilates faccia un gran bene, dunque ti mantieni bene, ma sei, comunque, guardato con sospetto, quasi tu fossi diventato un parìa indiano .
Certo, qualche doloretto te lo porti dietro e se sei davvero avanti negli anni anche se sei in buona salute non vai a giocare a calcetto o a fare la maratona di New York, ma indubbiamente non te la passi male.
Avranno pure ragione a metterti intorno quasi un cordone sanitario, dicono per proteggerti, anche se ho l’impressione sia soprattutto per proteggersi ed evitare che gli anziani occupino posti in terapia intensiva a scapito dei giovani, costringendo, talvolta, i medici a fare scelte difficili su chi salvare come s’è saputo da una disperata registrazione ( filtrata non si sa come) di un medico bergamasco che, alla fine, dice che lui tra salvare un giovane o un anziano sceglie la prima opzione e mi pare che così si rievochi antiche pratiche dei lager nazisti , mentre siamo addirittura nei primi 20 anni di un nuovo secolo, siamo andati sulla luna, le nostre tecnologie sono avanzatissime, addirittura riusciamo a sostituire pezzi avariati del nostro corpo, ma esistono anche casi come quello di Bergamo che dovrebbero mettere alla gogna quei politici che hanno chiuso ospedali e reparti e tolto risorse alla sanità pubblica.
Peccato che la nostra esperienza a riguardo non possa evitare di farci pensare ad un certo signor Soru che, per fortuna, in tempi passati, è stato alla guida della nostra regione, e anche più recentemente (anche quì), per fortuna, l’ex assessore Arru con cotanto prof presidente Pigliaru per sanare la nostra sanità erano ricorsi addirittura fuori regione per cercare i toccasana del del risparmio sanitario. Allora Salvini e Meloni non c’entravano nulla. Ma torniamo alla situazione attuale: tutto questo non è responsabilità del coronavirus che, tuttavia, sta ampliando il solco tra ricchi e poveri (speso anche con una parte del sempre meno ampio ceto medio). Sì, perché le misure anti- Covid-19 finiscono forzatamente, dunque senza volerlo, discriminatorie con i più deboli economicamente comunque devastati dal virus. Andate, ad esempio, a vedere come sono costretti al “tutti a casa” coloro che vivono in abitazioni fatiscenti o di pochi metri quadrati, spesso sono famiglie con due o tre figli e magari i genitori hanno perso il lavoro per la chiusura di bar e ristoranti.
Una big-esperta di neurologia ha detto chiaro e tondo che una prolungata rimanenza in questa clausura può portare ad esplosioni di violenza. Ne terranno conto i nostri governanti? Auguriamoci di sì così come dovrebbero avere una diversa sensibilità nei confronti degli anziani, ad iniziare da chi è solo e non ha il sostegno di parenti ed a chi vive con una pensione che non consente una vita dignitosa.
Sono certo, inoltre, che finita l’emergenza coronavirus, nonne e nonni torneranno in auge anche perché, probabilmente, riprenderanno non solo ad assistere i nipoti mentre i genitori lavorano (e speriamo una occupazione l’abbiano), ma non in pochi casi proseguiranno a salvare, con le loro pensioni, le famiglie dei figli .
Una sottolineatura, infine: l’emergenza ha fatto urgentemente richiamare in servizio medici (compresi ex-primari) pensionati a dimostrazione che la professionalità alla fine vince sempre. E tra chi è già in pensione non sono poche le professionalità che possono essere ancora di aiuto al nostro Paese: Lo ricordino gli attuali politici ed operino di conseguenza.

GLI ITALIANI STANNO DANDO UN GRANDE ESEMPIO ANCHE SE CONTE CONTINUA A NEGARE PROVVEDIMENTI PIU’ INCISIVI E LE MISURE ANTI-CORONAVIRUS HANNO TROPPE PERICOLOSE FALLE

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Come non riconoscere ciò che, anche se un po di ritardo, è stato fatto e, in ogni caso porta sicuramente beneficio a noi Teresini e, per la fetta che ci riguarda, ai Sardi. Bloccare temporaneamente il traffico marittimo con la vicina Corsica, chiude una eventuale falla che oltre all’eventuale danno ci esponeva in prima linea a spiacevoli preoccupazioni. Riconoscere al Nostro Sindaco il merito ed il coraggio per tale azione, altro non è che un dovere civico.
Ma non tutto è funzionato sempre così: s’è detto spesso, soprattutto negli ultimi anni, che gli italiani sono migliori della sua classe politica. Questo risulta estremamente vero oggi nell’emergenza coronavirus. I cittadini, infatti, stanno dando, salvo alcune eccezioni, un grande esempio di senso della comunità e di responsabilità e la classe medica dimostra non solo competenza, ma anche eroismo, quell’eroismo comune a chi opera nella Protezione Civile ed ai tanti volontari impegnati ad aiutare chi ha bisogno.
Non siamo noi gli untori del mondo, come ci avevano classificati in un primo momento anche per i grandi difetti di comunicazione di Palazzo Chigi: ora si è accertato che il primo focolaio del Covid-19 era in Germania ed altri Paesi dell’UE probabilmente avevano già i contagi e, forse, non lo dicevano: ed ora adottano parte delle nostre misure. Mi auguro più incisive e “totali” come chiedono invano al premier Conte alcune Regioni, (la nostra in particolare e ripetutamente) considerando che l’ultimo Dpcm presenta falle incredibili, frutto anche della volontà del M5S di non lasciare troppo business ai grandi supermercati. Il risultato è, ad esempio, che si può uscire da casa per andare dall’ottico, dalle ferramenta, dal fotografo, a cambiare una sim del telefonino, ad acquistare ricambi per una stampante, a comprare una lampadina, portare un abito in lavanderia, a comprare un sapone, oltre ovviamente, come era nel precedente decreto di lunedì scorso solo per recarci in farmacia od a fare la spesa, passeggiare, ma sotto casa, con il cane che ora puoi portare al parco, se lo trovi ancora aperto e non chiuso come sta decidendo la sindaca di Roma. Ora hai voglia di fare autocertificazioni per andare in giro con tutta questa gamma di negozi aperti scelti dal ministero dello sviluppo economico guidato dal ministro Stefano Patuanelli, appena rientrato dall’auto-isolamento, e con vice Stefano Buffagni, ambedue grillini, con quest’ultimo che ha motivato: “si lavora perchè nessuno perda lavoro con il virus”. Sì, ma in questo modo non si limita certo il contagio, anzi si creano nuove occasioni. Eppoi i bar ed i ristoranti chiusi appartengono ad un altro pianeta? E le librerie chiuse non negano lavoro oltre ad offendere la cultura?
C’è da meravigliarsi, quindi, se il governatore della Lombardia Fontana e quello del Piemonte Cirio hanno definito l’ultimo decreto firmato da Conte “incongruente”, chiedendo misure più severe e addirittura di ascoltare il grido di dolore e di rivolta degli operai (“non siamo carne da macello”), costretti a stare ancora nelle loro fabbriche che i sindacati chiedono di chiudere con il premier che risponde: daremo gratis ai lavoratori guanti e mascherine?
IL Pd, che al governo si batte per misure più drastiche, in questo d’accordo con le opposizioni, perchè non fa cambiare idea a Conte? Certo, Salvini, forse esagererà a fare previsioni ecatombali e la Meloni dovrebbe riflettere un pò prima di esaltarsi con un sovranismo che ci isolerebbe in una realtà globale come conferma l’attuale pandemia e va contro l’esigenza di solidarietà da parte del’UE, la cui presidente ha spalancato le porte all’Italia, facendo far marcia indietro alla presidentessa della BCE (tutti rimpiangono il nostro Draghi che sarebbe un ottimo premier….) sì che le borse hanno recuperato e Milano ha rimediato in un giorno al ribasso più forte degli ultimi ottant’anni.
Per fortuna tra i ministri c’è anche chi è stimato anche a livello internazionale come il ministro Gualtieri che ha messo a punto un provvedimento estremamente importante ai fini di diminuire il più possibile i danni economici del coronavirus. E c’è da dare atto alla ministra della famiglia che nel provvedimento ci sono anche quelle misure che aveva indicato come necessarie appena deciso la chiusura della scuola per aiutare appunto le famiglie.
Non altrettanto possiamo dire per non pochi ministri grillini ed anche per Conte considerato che, come ha scritto “Il Messaggero”, “il governo italiano assomiglia molto ad un alpinista, spaventato, incapace di compiere la mossa -nuova, coraggiosa, ma decisiva- per togliere il Paese da questo strapiombo. Ne è la riprova l’ennesima esitazione che ha portato alle ultime misure adottate: un blocco a metà.”.
Auguriamoci che il premier invece di cercare di accontentare tutti per una sua maggiore visibilità-popolarità, finisca per accorgersi degli errori che sta commettendo: prima che sia tropo tardi, piaccia o no al M5S:

SIAMO ORMAI AL TERRORISMO ALIMENTATO ANCHE DALLE FAKE-NEWS SUL CORONAVIRUS ECCO UNO SCRITTO DEL PROF. TARRO VIROLOGO CHE COLLABORO’ CON SABIN

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Segregato in casa più che altro per non farmi parlare appresso che me la vado cercando. Purtroppo, certe raccomandazioni vengono tutte la mondo medico i quali non aspettano altro che se dovesse per caso arrivare un attacco influenzale che, magari nulla a che vedere con il coronavirus, dire “te lo avevo detto”. Questo non mi esime dall’esternare le mie convinzioni che pur non volendo incitare a disobbedire agli appelli del governo e delle Istutozioni sanitarie e politiche, voglio solo mettere a conoscenza chi mi legge che non vi è comunione unica di idee anche su questo argomento che, seppur nessuno ne parli direttamente, nasconde pure o, comunque fa passare in seconda linea la guerra economica in atto più diffusa di quanto si vorrebbe far vedere.
Credo sia chiaro a tutti che ormai siamo, al terrorismo sugli effetti del coronavirus alimentati anche dalle fake-news sempre più disastrose e sempre più incontrollabili come spesso dimostra il sito bufale.it . Addirittura s’è sparsa la voce che Roma e il Lazio saranno presto come Milano e la Lombardia perchè il Covid-19 (com’è stato ribattezzato in Italia) galopperà fra poco su tutte le regioni, e le strutture sanitarie non saranno in grado di far fronte all’emergenza come accade al Nord , dove , in alcuni casi( leggere Bergamo, dichiarazione vera o presunta di un medico) si sceglie, a causa della carenza di sale di terapie intensiva, chi far vivere e chi far morire, optando a favore dei più giovani.
Aggiungete che tra gli stessi esperti ci sono idee diverse su come contenere il contagio e che nè il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nè il responsabile malattie infettive dello Spallanzani sono in grado di rispondere all’angosciosa domanda: quando finirà l’emergenza coronavirus? L’altra sera a “Porta a Porta” di Bruno Vespa la domanda è stata pubblicamente posta ai due scienziati presenti dai bi-conduttori della Rai, seduti lì tutti in cerchio, uno accanto all’altro, niente metro di distanza, bell’esempio di rispetto dell’obbligo governativo (là da Vespa c’era anche un ministro), e la risposta è stata vaga perchè, in proposito, la stessa scienza non ha certezze e si è parlato anche di tre mesi.
Comprendo che chi è uno scienziato, ma ha anche incarichi istituzionali come il presidente dell’ISS non possa sbilanciarsi più di tanto e, soprattutto, la fine dell’epidemia sia difficile da prevedere, sperando che non si trasformi in pandemia, mentre il contagio si estende. Voglio dire, con Tito Livio, che “la paura è sempre incline a vedere le cose più brutte di quel che siano”, e con le fake-news , l’aumento dei “casi” e dei morti, oltre alle misure restrittive del “tutti a casa”, Italia mezzo-chiusa, la stessa paura si sta trasformando in terrore del terribile “Cigno nero”, del male oscuro .
Tutto questo porta anche chi non è infettato a preoccuparsi di una linea di febbre (c’è l’obbligo di rimanere a casa con 37,5) ed a intasare le già collassate strutture sanitarie.
E’ quello che, sollecitato, ha scritto, in un messaggio ai componenti della sezione campana della Fondazione di Studi Tonioliani il professor Giulio Tarro, il famoso virologo che collaborò con Sabin al vaccino antipolio, vincitore di numerosi premi internazionali di medicina e docente universitario di virologia :
Dico subito che lo scritto di Tarro (onora la Fondazione con l’incarico di responsabile del Dipartimento Sanita’) è rassicurante nella sua introduzione. Merita di leggerla: “LA SINTOMOLOGIA DI QUESTA SINDROME RESPIRATORIA DA CORONAVIRUS VIENE CONSIDERATA PER LA MAGGIOR PARTE DEI CASI COME UN SEMPLICE RAFFREDDORE CHE PUO’,PERO’, APPROFONDIRSI A LIVELLO BRONCO-POLMONARE E DARE UNA POLMONITE “MITE”, SECONDO IL CENTRO CINESE PER IL CONTROLLO E LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE, DICHIARAZIONE EFFETTUATA A FINE FEBBRAIO DOPO L’OSSERVAZIONE SU CIRCA 90 MILA CASI. IL RISCHIO RAPPRESENTATO DAL COVID-19 E’ SOSTANZIALMENTE UGUALE A QUELLO DELLE TANTE EPIDEMIA INFLUEZALI CHE SI REGISTRANO OGNI ANNO SENZA PER QUESTO PROVOCARE SCALPORE.”
Il professor Tarro illustra i casi di epidemie in Italia e, riferendosi alla sindrome influenzale sottolinea che colpisce, ogni anno, 6 milioni di italiani con morti per lo più anziani o affetti da qualche patologia grave . Per questo – afferma l’illustre scienziato – ” DOBBIAMO STACCARE LA SPINA AD UNA “INFORMAZIONE”ANSIOGENA ED IPOCRITAMENTE INTRISA DI APPELLI A “NON FARSI PRENDERE DAL PANICO” e QUESTO, SOPRATTUTTO, PER PERMETTERE ALLE STRUTTURE SANITARIE INTERVENTI MIRATI”. In altri termini con il panico tali strutture vengono “invase” anche da chi non ne ha bisogno, ma ha solo un pò di tosse e qualche linea di febbre e toglie spazi sanitari a chi è contagiato dal Covid-19.
MI auguro che anche chi sta al governo e deve adottare tutte le misure necessarie sia dal punto di vista sanitario sia da quello economico (ieri nuovo crollo della Borsa e spread ad alti livelli. Gli aiuti alle imprese ed al commercio devono venire subito e non dopo la troppe continue chiusure di attività) consideri oltre al Comitato tecnico-scientifico, fortemente perplesso, comunque, sulla chiusura delle scuole, anche un super esperto come il professor Tarro : Che ha confortato i campani con un’ampia intervista al TG3 regionale, ma è stato ignorato, chissà perchè, da Tg1 Tg2 e TG3 nazionale:
Un’ultima riflessione: speriamo che l’epidemia del coronavirus suoni come drammatica sveglia alla polemica e, soprattutto, a quei governativi che invece di potenziare le sale di terapia d’urgenza hanno tagliato ospedali pubblici, centri medici pubblici come, ad esempio, quello d’eccellenza di Tempio e de La Maddalena.
Investire, infatti, nella sanità, nella ricerca, nell’istruzione significa, insieme all’apertura dei molti, troppi cantieri già finanziati, ma assurdamente bloccati, prevenire emergenze, determinare crescita e costruire davvero un futuro migliore per gli italiani. Solo così l’attuale politica può ritrovare la fiducia dei cittadini, oggi angosciati dal Covid-19, ma anche e, forse soprattutto, da quella che può essere una devastante crisi dell’economia reale , devastante perchè potrebbe unirsi a quella dell’economia finanziaria.

STIAMO ISOLANDO L’ITALIA PAURA DEL VIRUS IN AUMENTO ADDIO AL NOSTRO TURISMO.la chiusura di scuole e universita’ non necessaria per gli esperti ,ma il premier ed il ministro Azzolina non la pensano così

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Stamane, per un caso sono stato in ospedale per una visita medica specialistica, vado a pagare il tiket (mi ero apprestato ad arrivare con largo anticipo, ben sapendo della lunga fila che avrei dovuto fare), mi appresto a prendere il numeretto per il turno, mi avvicino e vedo che il mio numero era stato chiamato e l’impiegata era li, sorridente ad accogliermi. Scena inconsueta, dove stavano le decine di persone in attesa? C’era qualcosa che non mi quadrava: Glielo chiedo, risposta: “Paura, semplicemente paura”. Capisco il famoso virus.
Nessun altro commento. Morale: non è un “tutti in casa. L’Italia è chiusa”, ma poco ci manca soprattutto dopo i nuovi decreti, uno addirittura di motu proprio del premier Conte, del governo. Cosi’ la paura del coronavirus aumenta, siamo quasi al panico e molti Paesi proibiscono l’ingresso agli italiani, altri li mettono in quarantena dovessero arrivare, lo fa persino la Cina come se fossimo noi gli untori a contagiare il mondo. In sostanza, di fatto siamo noi gli appestati, ovvio che così il turismo, nostra prima industria, sia scomparso, chi volete che venga da noi se deve stare ad un metro dall’eventuale compagno o compagna, non può andare in palestra, in una piscina, in un centro sportivo, se anziano, anche 65enne se ha alcune patologie meglio stia rintanato in hotel, dai musei puoi andare, ma chissà aspettando quanto, se incontri, per caso, un amico niente abbracci e, per carità !, nemmeno un bacio e non è consigliato nemmeno di stringergli una mano. Devi tare attento anche ai danari, di moneta o di carta: li può avere inquinati un contagiato, meglio non rischiare. E dove c’è un pò di gente gira al largo, non si sa mai, gli untori, anche a loro insaputa, possono essere in giro: C’è sempre la possibilità di vedere un bel film, no? No, proprio no, anche i cinema sono sbarrati ad a teatro posti e molte produzioni di serial o di film hanno rinviato le riprese, rimandando a casa le troupes con gente rimasta senza lavoro all’improvviso.
In questa situazione -ed ho fatto solo una mini-sintesi- chi volete ci venga in Italia, ammesso che qualche coraggioso esista? Miliardi di euro sono già andati in fumo secondo una prima stima e mentre i ceti produttivi chiedono misure per rilanciare il turismo e il made Italy, compreso quello agroalimentare che aveva raggiunto cifre da record e qualche milione per questo viene stanziato ecco la nuova doccia fredda delle nuove misure, ancora più drastiche e non è detto che finiscano qui.
La domanda è, quindi, d’obbligo: non è che i nostri governanti stiano esagerando, dopo i danni iniziali per l’errata comunicazione con in prima fila il premier Conte? Ho proprio l’impressione di sì. Che l’abbiamo fatto nei confronti degli anziani lo testimonia uno super-esperto come il professor Raffaele Antonelli Incalzi, geriatra e presidente della Società Italiana di geriatria: “Esagerato -ha detto in una intervista- chiedere agli anziani di restare al chiusi. La principale preoccupazione per la Terza Età è evitare il freddo e curare l’alimentazione che rafforza le difese, ma per gli anziani una passeggiata è importante e meno pericolosa di altro”.
Sono parole chiare, ma lo sono ancor più due articoli sull’ultimo numero de “”L’Espresso”: Spesso non condivido quel che scrive questo rotocalco, tuttavia questa volta sottoscrivo in pieno il bel commento del suo direttore Marco Damilano e quello altrettanto bello del filosofo Massimo Cacciari dal significativo titolo “Viviamo nell’epoca della mobilitazione universale, pandemica per definizione. Difendersi pensando di isolarsi è pura utopia”. Vi consiglio di leggerli perché, da un lato, ci sollevano dalla cupa angoscia delle misure governative che per molti determinano vero terrore e, dall’altro, ci preoccupano considerando che siamo in mano ad una classe dirigente politica ” “nel complesso inadeguata e spaventosamente mediocre”. E mi pare addirittura una definizione generosa.
D’altra parte, il premier Conte ed il ministro Azzolina avevano già deciso di chiudere le scuole e le universita’ per 15 giorni prima ancora di conoscere il parere del Comitato Scientifico, al quale il governo si era rivolto. Lo si desume sia dal fatto che il ministro, annunciando ad un giornalista dell’Ansa e di “Repubblica” la decisione aveva aggiunto: l’annuncio ufficiale nel pomeriggio. Poichè il Comitato tecnico scientifico ha fatto sapere di essere perplesso per la chiusura in quanto non esistono evidenze scientifiche sull’utilità’ della chiusura delle scuole ai fini del contenimento del contagio, appare evidente che tale chiusura è da addebitare esclusivamente al governo. Non a caso, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che “è evidente che non ci sono evidenze scientifiche, ma si tratta di un virus nuovo e la politica deve assumere provvedimenti che in qualche modo rallentino la diffusione del contagio”.
E’, quindi, evidente che a Palazzo Chigi ne sanno molto di più degli scienziati, dei medici, degli esperti di virologia e degli operatori scolastici. E, nonostante la buona volontà della ministra per la famiglia, sarà difficile trovare il modo di risarcire le tante famiglie che si trovano in difficoltà avendo figli piccoli a casa e non a scuola come previsto con il dilemma o di trovare e pagare una baby-sitter (non sempre facile a reperire) o a prendere giorni di ferie prima un coniuge, poi l’altro se ciò oltretutto sarà possibile. Non tutti possono ricorrere a “Santi nonni” costretti dal decreto di Palazzo Chigi a starsene, oltretutto, a casa e, comunque, maggiormente soggetti al contagio secondo le stesse fonti politiche oltre, ovviamente, a quelle più autorevoli mediche.
Ho l’impressione che il premier Conte si sia un pò troppo sbilanciato (uso un eufemismo) a dire che, finita l’emergenza coronavirus, saremo orgogliosi per come è stata affrontata. Credo, al contrario, che anche a livello politico sarà aspro lo scontro sulle responsabilità di un’errata comunicazione che ha provocato allarme ed angoscia e, insieme ad altri errori, ci ha isolato nel mondo: stasera due importanti programmi televisivi hanno significativamente titolato “Italia chiusa” .
Che Dio ci salvi…da Conte e i suoi accoliti.