ULTIMATUM DI RENZI AL PREMIER CONTE : “O CAMBI O ITALIA VIVA TI DICE ADDIO NON HO DATO PIENI POTERI A SALVINI PER POI DARLI AD ALTRI “

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Che pena il dibattito nei due rami del Parlamento, povero Conte, va bene che se l’è cercata in tutti i modi, continuando a coniugare tutti i verbi dello scibile programmatico al futuro, sempre riferito a quanto lui intende fare, con una dose di megalomania e onnipresenza mai sentita nello scenario politico del Paese, obiezione che gli sono state opinate prima che dall’opposizione, dai suoi stessi amici di cordata, sino ad arrivare a Matteo Renzi che con piglio duro, diverso da quello che aveva riservato al suo predecessore Enrico Letta al quale aveva rivolto l’ormai celebre “stai sereno”.. Matteo Renzi, nell’aula del Senato, duro, gli ha, infatti, sferrato un attacco a tutto campo, mettendo il premier Conte con le spalle al muro, inviandogli un secco ultimatum: “glielo diciamo in faccia, siamo ad un bivio….Se sceglierà la strada del populismo, non avrà al suo fianco Italia Viva: Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini, per darli ad un altro”.
Ignazio La Russa, che ha parlato subito dopo l’ex-premier, si è rivolto a Conte dicendo: “Caro Presidente del Consiglio dopo l’intervento di Renzi le comunico che lei non ha più la maggioranza. Il leader di Italia Viva le ha detto: come ti ho creato, ti distruggo.”
Il premier Conte, comunque, rispondendo ad una domanda all’uscita dal Senato ha fatto lo gnorri come si usa dire: “Ultimatum ? Quale ultimatum? Renzi ha chiesto di fare politica? E’ quello che stiamo facendo, quindi non c’è nessun ultimatum:” Quindi la maggioranza esiste ancora? gli è stato chiesto: “Sì” ha risposto seccamente.
Contento lui !

CONTE SEMPRE PIU’ SOTTO ASSEDIO : ORA ANCHE IL PD LO CRITICA E VUOLE CHE TUTTO TORNI IN PARLAMENTO, MENTRE FTCH CI DECLASSA E LA RECESSIONE AUMENTA

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Sarà pure (per autonomina) l’avv. Del cittadini, che gli si conceda questo titolo, ma, perché tale, non abbia la sensibilità di capire la volontà dei suoi assistiti, significa che oltre a tutto il resto, che lascia seri dubbi, il “signor presidente del consiglio dei ministri”, non decida e non comprenda, che è giunto il momento di farsi da parte.
Forse qualcuno dalle parti di Palazzo Chigi e dintorni (intendo Comitati, task force e persino l’Iss) ha nostalgia del comunismo sovietico o di qualche regime autoritario? Il sospetto viene se consideriamo che la politica, quella con la P maiuscola come a parole piace al premier, è andata in soffitta con il Parlamento esautorato dai DPCM, ossia provvedimenti amministrativi immodificabili decisi da Conte e, spesso, suggeriti, anzi quasi imposti, dai teocrati sanitari. Tutto questo sospendendo diritti costituzionali dei cittadini e, perfino, un accordo internazionale, (i Patti lateranensi) come poteva essere accettabile all’inizio della pandemia, anche se il professor Cassese, ex-giudice della Suprema Corte, ha molto da dire, ma ora, nella fase 2, proprio no. Qui, veramente, si rischia di trasformare Palazzo Chigi nel Cremlino di una volta e non è un caso che il ritorno in Parlamento per votare su provvedimenti urgenti come i decreti legge non sia richiesto solo dalla Presidente del Senato Casellati che da senatrice non avrebbe certo votato questo governo, ma da big della maggioranza come i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd ed il leader di Italia Viva, Matteo Renzi , per il quale Conte, con il suo comportamento, “calpesta la Costituzione” e, quindi, deve trasformare le contestatissime misure della Fase 2 in decreto legge per consentire al Parlamento di discuterle, anche modificandole, ed alla fine votarle o respingerle:
Ora se l’ex-premier fiorentino, che pur ha permesso l’alleanza giallo-rossa per bloccare Salvini, è da tempo critico di Conte e sta lavorando al governissimo con premier Draghi, è significativo quel che hanno detto i big dem Del Rio, presidente dei deputati “Ora basta con i DPCM. Ora il Parlamento deve tornare ad esercitare i suoi poteri di indirizzo e controllo sull’Esecutivo” Andrea Marcucci, presidente dei senatori dem, sottolineata anche lui l’esigenza di discutere le misure in Parlamento, ha aggiunto: “Credo che Conte abbia sbagliato nella cronoprogramma della Fase 2. Questa ripartenza è troppo cauta, dal 17 si cambia”. Da considerare che Marcucci è sulla linea di Renzi, del quale è molto amico, ed interpreta, come Del Rio, l’umore dei parlamentari del Pd espressa chiaramente dall’onorevole Enrico Borghi giorni addietro: “Per la ripartenza serve una buona dose di politica, non bastano i tecnicismi dell’avvocato del popolo”. Addirittura il costituzionalista Stefano Ceccanti ha presentato un emendamento per chiedere la “parlamentarizzazione del Dpcm, proposta condivisa dall’ex-ministro Fedeli: “rispettiamo la Carta, il dibattito torni in Parlamento”. Vi risparmio altre dichiarazioni dem, aggiungerò solo la preoccupazione sul disagio economico e sociale del senatore Bruno Astorre : “qui la baracca non regge più”.
Come corollario c’è l’indiretto monito della prima donna presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, che rientrata dalla quarantena per aver contratto il virus, nel tracciare il suo bilancio 2019, ha fatto anche riferimento alla pandemia “frangente drammatico nella storia del Paese e dell’umanità” ed ha indicato nella Costituzione “la bussola necessaria per navigare nell’alto mare aperto dell’emergenza e del dopo emergenza”. Sarà anche “fuorviante -come ha precisato l’ufficio Stampa della Corte- una della relazione riferita alle vicende politiche di questi giorni”, ma la sostanza rimane ed è che violare la Costituzione significa perdere la bussola. E, guarda caso, è quello che sta avvenendo. Non a caso la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha rivendicato -come detto- il ruolo del Parlamento, dicendo: “Occorre ripartire subito con regole chiare su tutte le attività. Tutti i giorni ricevo messaggi di cittadini che non mi chiedono aiuti, ma di tornare a lavorare e io ho una difficoltà perché il Parlamento, che è il cuore della democrazia e la voce dei cittadini, è escluso dalle scelte future, ma il Parlamento è il primo interlocutore del governo, è lì che si realizza l’unità nazionale”. Se non è, questo, un atto d’accusa di violare la Suprema Carta, mi si dica cos’è?
Forse Conte preferisce decidere lui, senza discussione parlamentare e, certamente, piacerà al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Locatelli che, brutalmente come fosse un dittatore , dice “scordatevi campi estivi e oratori!”, prendendosi la dura replica ella ministra Bonetti: Campi estivi ed oratori non ce li scordiamo:…questa è responsabilità della politica”.
Sarebbe meglio se lui, Conte e tutti i componenti del Comitato Tecnico Scientifico si rendessero conto che continuando con una selva di divieti, e non mi riferisco alle mascherine ed ai distanziamenti, non ci sarà ripresa, rinascita, ed il disagio sociale aumenterà a rischio di violenza.
Ieri l’agenzia di rating Fitch ci ha dato un brutto colpo, declassandoci a BBB-, cioè a due passi dal considerare spazzatura il nostro debito.
Non sarebbe meglio anche per i tecnocrati e teocrati sanitari che Conte, piaccia o no ai grillini, si prendesse i 37 miliardi del Mes, senza condizionamenti come ha di nuovo chiaramente spiegato in Tv il presidente dell’Europarlamento Sassoli, per costruire ospedali, garantire a medici ed infermieri di non morire per mancanza di protezioni come è avvenuto e non a caso i sindacati di categoria hanno presentato esposti contro le aziende sanitarie, esposti che potrebbero i coinvolgere anche politici, il capo della Protezione Civile ed il commissario Arcuri per le famose 300 mila mascherine errate e che, in questo settore, sta commettendo un altro errore perché molte aziende si stanno rifiutando di produrre quelle giuste sotto costo con lo 0,50 euro di vendita fissato con metodo da Mosca d’antan?

CONTE: DIO, QUANTO SONO BRAVO, QUANTO SONO BELLO. ORA VI DICO: NIENTE…

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Per scoprire che una conferenza stampa può essere tale anche senza una rappresentanza di qualificata di giornalisti, doveva nascere un certo Giuseppe Conte in terre sconosciute, rimasto sconosciuto per un po di anni, eletto al rango di Prof. Dal suo socio di studio, almeno così credo di aver letto da qualche parte, autonominatosi “avvocato degli italiani” e assurto al soglio di una Presidenza del Consiglio dei ministri con la santa benedizione di professionista delle buffonate, si, per chi non lo avesse capito, mi riferisco a Grillo verso il quale nutro qualche riserva personale sulla sua bravura anche come comico, convalidato da un Presidente della Repubblica, in un attimo di distrazione.
Giornalisti presenti: uno RAI, uno Canale 5, il terzo, non ho ben capito se de Il Fatto o Repubblica. Ho dimenticato qualcuno? Mi sembra di no, Va bhè, poco importa: per quello che c’era da ascoltare…?
Venti minuti del “nulla” per dire niente. Questa è stata l’apparizione tanto attesa di Giuseppe Conte. No, un attimo qualcosa l’ha detta e certamente non trascurabile: sono bello e piaccio alle donne, sono il più bravo, ho messo in riga l’Europa, ora i soldi arriveranno, ci ho pensato io.
Non voglio neppure entrare nel merito di ciò che non ha detto e che tutti ci aspettavamo, l’unica cosa comprensibile di quei venti minuti è stata che dovremo continuare a compilare un modulo se non vogliamo morire d’inedia e che se ci muore un familiare bisognerà fare una rifa per sapere chi potrà accompagnare il feretro al cimitero. Per il resto consentite di fare una mini-cronistoria della più gigantesca presa in giro politica: ne fa parte persino Beppe Grillo, divenuto all’improvviso filo-Bruxelles, per tentare di salvare la poltrona, sempre più traballante dei premier. Che si auto-elogia e viene complimentato da Zingaretti e Di Maio per il successo (quale ?) ottenuto al vertice UE con il Recovery Fund:.
Si tratta di una manovra che ha le gambe cortissime perché la proposta non è affatto dell'”avvocato del Popolo” Giuseppe Conte, ma di un signore che risiede all’Eliseo e si chiama Emmanuel Macron, lui, sì, direttamente eletto dal popolo.
Il nostro premier, infatti, sosteneva, come molti ricorderanno, gli eurobond, bocciati anche da un voto dell’europarlamento ed esclusi nella riunione dell’Eurogruppo (pochi giorni prima del vertice dell’UE), nella quale il nostro ministro dell’Economia Gualtieri, contravvenendo alle indicazioni del Presidente del Consiglio, ha portato a casa un risultato, accettando il Mes senza vincoli (?), comunque sempre bestia nera dei grillini, lasciando perdere li eurobond per sostenere la proposta francese di un Fondo per la ricostruzione legato ai bilanci pluriennali dell’UE. In aggiunta il fondo Sure per la Cig, quindi contro la disoccupazione, e sostanziosi prestiti della Banca Europea degli investimenti alle imprese. Il tutto con l’aggiunta dei molti miliardi di euro stanziati dalla Banca Centrale Europea che già hanno contribuito, con massici acquisti di nostri titoli di stato ad abbassare lo spread italiano in preoccupante risalita:
Giustamente il commissario agli Affari Europei Gentiloni si era detto soddisfatto e lo è ancor più oggi dopo ché nel vertice quelle proposte sono state accolte e quello che è il ricovery Fund è passato a ben 1500 miliardi di euro. Si dovranno meglio definire i particolari e, soprattutto, trovare un meccanismo, che per la verità la Merkel ha indicato, per anticipare da giugno gli aiuti. Tra le ipotesi che emergono c’è anche quella di una parte di euro a fondo perduto, oltre a prestiti a tasso zero e ad aiuti particolari ai Paesi più esposti al Covid-19, come l’Italia e la Spagna.
L’Europa questa vola c’è, come giustamente ha detto il presidente dell’europarlamento l’italiano Sassoli che ha anche ammonito, indirettamente, Conte dicendo che ora i soldi vanno spesi e non ci sono più alibi al non fare trincerandosi dietro l’Europa “matrigna e nemica”. Come, in realtà, appariva – ecco un po di cronistoria -nelle invettive del nostro premier che il 10 aprile minacciava Bruxelles: “o gli eurobond o non firmo…” tanto che il giorno dopo “La Repubblica” titolava in prima pagina a caratteri di scatola: “Conte all’Europa” Così non firmerò” “No al Mes: vogliamo i coronabond” Più sotto l’intervista a Sassoli con questo virgolettato “sbagliato bocciare il fondo Ue per la sanità”. A stretto giro la dichiarazione del capo politico del M5S Vito Crimi: noi non accettiamo il Mes perché le condizioni oggi non ci sono, ma ci saranno. Il testo dice di no,ma il Trattato dice di sì.”
A sua volta il Sole 24 ORE titola “Conte: l’Italia insiste sugli eurobond “Non firmo l’attivazione del Mes”, mentre “Il Corriere della Sera”, con un ampio resoconto sull’attacco in conferenza stampa a Salvini e la Meloni, titola: “Lo show di Conte in diretta TV: le opposizioni dicono falsità” sottotitolo “Il capo del governo lotterà fino alla fine sugli eurobond”
Tutto questo quando era già noto che l’Olanda, contraria come la Germania agli eurobond, lavorava -notizia Ansa del 3 aprile – “ad un Fondo di emergenza senza vincoli” ed il giorno prima il ministro francese dell’economia Le Maire aveva annunciato una proposta per la creazione di un Fondo temporaneo per finanziare il rilancio dell’economia, dizione questa che compare anche tra i pilastri indicati dal Sole”24 Ore dell’accordo trovato nell’Eurogruppo del 10 aprile.
Quando la strada verso il Recovery Fund, ormai era aperta, c’era stato anche un penoso tentativo di Conte di far rientrare in partita gli eurobond bocciati anche dall’europarlamento. Dopo aver detto in conferenza stampa, riferendosi al Mes” “io ho una sola parola: la mia posizione e quella del governo non è mai cambiata e mai cambierà”, via Tweet ha cercato penosamente di rientrare in partita: “uno dei quattro strumenti dell’ accordo è il “Recovery Fund” che l’Italia chiede di mettere in campo con la possibilità di farlo attraverso gli eurobond”:
Una insistenza del genere ha rischiato di far fare marcia indietro all’Olanda, mettendo in difficoltà la Merkel che aveva trovato la quadra con il Fund finanziato dai bilanci pluriennali dell’UE in modo che ognuno si teneva il suo debito e non la spartiva, come voleva Conte, tra i partners, vera e propria furbata che ha indispettito anche Macron che aveva cercato di aiutare l’Italia portando gli altri leader verso particolari aiuti nei confronti dei Paesi più esposti come la Spagna ed il nostro Paese:
Ora sulla base di questi fatti e della cronologia che non lascia adito a dubbi mi pare difficile sostenere che l’avvocato del popolo, provvisoriamente sulla poltrona di Palazzo Chigi, abbia riportato un successo al vertice UE. Di positivo, comunque, c’è che un supercritico di Bruxelles come Beppe Grillo ora abbia detto che con le misure delineate l’UE diventa una vera comunità. Un certo Principe De Curtis avrebbe detto: “Alla faccia del bicarbonato di sodio…”.

QUANDO LA STUPIDITà SUPERA IL BEN DELL’INTELLETTO

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In questa televisione che da mesi non trova altri argomenti che il coronavirus servito in tutte le salse, è di ieri che, in sordina, è saltata fuori la notizia che si aprirà a breve la seconda fase di quarantena con le aperture per un ritorno graduale alla normalità. Attenzione, non per tutti, quel graduale ritorno alla normalità non sarebbe per tutti, due categorie rimarrebbero fuori, i detenuti colpevoli di reati superiori ai cinque anni di detenzione (quelli che ne hanno meno di cinque vorrebbero liberarli), e gli anziani, dai sessantacinque in su.
Geniale: sembra che sia il pensiero di pseudo scienziati, che, non soddisfatti di aver conquistato il video, ora pensano di decidere della vita dei cittadini.
E’ abbastanza chiaro che la colpa non è loro, mettiamola in politica, la pocaggine della classe dirigente, per dirla in parole povere, del governo, ha assurto alla categoria degli immortali una pletora di personaggi che anziché stare sui libri e impegnare il loro tempo, tra l’altro, ben pagato, nella ricerca, nel caso specifico per trovare soluzioni scientifiche sul covid 19.
Non avendo meglio da fare, l’ultima travata è quella di mettere in domicilio coatto gli ultra-sessantacinquenni, dimostrando così la loro limitata visione sul piano umano.
V’è da dire che chi ha avuto questa bella pensata, così a spanne, mi viene da pensare che sia un sessantottino dal sei politico, che la sua scienza sia talmente limitata da non aver mai neppure pensato che la Repubblica Italiana gode di una democrazia compiuta, regolata da una Carta Costituzionale scritta dai nostri Padri Costituenti, molti dei quali ultra-sessantacinquenni, che hanno ben pensato di formulare un certo articolo 13, sconosciuto a questi attuali scienziati chiamati a fare da consulenti ad un governo anch’esso poco illuminato dalla Costituzione: “art. 13 – La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”.
Un’idea saltata fuori da una mente limitata, buttata li nella maniera più stupida da un q.i. (quoziente di intelligenza) limitato, incapace di valutare tutto ciò che questo va a provocare. La mente eccelsa avrà pensato a quante persone andrebbe a toccare un simile provvedimento? Il Primo Cittadino d’Italia sarebbe il primo e non potrebbe certo svolgere il suo ruolo se fosse relegato dentro casa in quarantena sine die, si, mi riferisco al Presidente delle Repubblica; e anche nel governo qualcuno ne verrebbe a godere; ma, pensate alla magistratura, le più alte funzioni, gli stessi professori, per non parlare dei prefetti, ma pure la stessa politica attiva, quanti parlamentari ne verrebbero coinvolti, i sindaci, i consigli regionali, insomma una completa riforma dello Stato.
E’ veramente questo che si vuole? Quali e quante complicazioni implicherebbe un tale provvedimento?
Qualcuno leggendo questo mio pezzo dirà che io sono parte interessata. Ebbene, si, io sono interessato perchè ho abbondantemente superato la soglia ma, come moltissimi altri coetanei, non mi sento meno efficiente di quel deficiente che la vorrebbe proporre.
Noi vecchiardi siamo l’ultimo baluardo dei sopravvissuti dell’ultimo evento bellico, qualcosa per questo meraviglioso Paese abbiamo la presunzione di averlo fatto e lo abbiamo fatto non solo festeggiando quel 25 aprile, che appunto scade fra qualche giorno, lo abbiamo fatto prima di ogni cosa rispettando, come valore principale, gli anziani, non abbiamo mai pensato il richiamo alla Rupe Tarpea, noi siamo cresciuti nel valore del rispetto della persona ed ora che siamo arrivati all’età avanzata riteniamo di meritare, almeno, la libertà di scegliere come vivere.
Io credo che quella che ho sentito sia solo una boutade del cretino di turno, pertanto che abbia la considerazione che merita ma qualora così non fosse io sarò uno dei tanti disobbedienti convinti non fosse altro per vedere chi avrà il coraggio di condannare il mio gesto.
Non firmo mai i miei articoli, questa volta sento di doverlo fare.
Giuseppe Tusacciu

IL MISTERO DEL PIANO SEGRETO DEL MINISTERO DELLA SALUTE NON DIVULGATO PERCHE’ AVREBBE SEMINATO IL PANICO TRA GLI ITALIANI! IL PREMIER CONTE CHE HA DA DIRE ?

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Negli interventi del Premier Conte,prima al Senato, poi alla Camera ho avuto l’impressione che fosse un tantino spento, questo benché volesse darsi un contegno di tranquillità. Che sia stanco non v’è alcun dubbio e, ne ha ben donde: un governo pasticciato, le fazioni in casa 5stelle, una maggioranza che si regge in piedi per caso con quelli che appoggiavano il governo per paura di nuove elezioni, ora ovviamente più tranquilli sotto quell’aspetto, un’opposizione in gran parte rigida. Quindi, siccome a tutto c’è un limite, come può stare un premier che gli arrivano sberle da tutte le parti? Ora salta fuori quanto già molti sono stati gli spifferi che lo avevano annunciato, lo scandalo del “lui non poteva non saperlo” e si è sprecato tempo ad intervenire per organizzarsi meglio e salvare qualche vita umana in più.
C’è voluto il direttore generale alla programmazione sanitaria del Ministero della Salute Urbani ha rivelare al “Corriere della Sera”, che in una inchiesta aveva criticato il Ministero per i ritardi nell’affrontare il Covid-19, dell’esistenza di un “piano segreto” che non era stato divulgato perché tra le tre ipotesi indicate ve n’era una da tragedia greca: 600-700 mila morti – tale, cioè da provocare panico tra gli italiani. Per questo il ministro della Salute ed il Comitato tecnico scientifico ritennero fosse opportuno di secretarlo, decisione che, credo, non potessero prendere senza l’ok del premier Conte.
Nessun ritardo, quindi, secondo Urbani perché dal 20 gennaio quel piano “abbiamo seguito” e il 5 dicembre erano stati allertati ospedali di una polmonite strana e pericolosa in Cina .
Vi risparmio i particolari dell’intervista di Urbani al “Corriere”, apparentemente per difendere il governo dall’accusa di essere intervenuto tardi, ma….: ecco questo ‘ma’ pone non pochi interrogativi. Il primo è: una decisione così grave anche sotto il profilo democratico poteva essere presa solo dal ministro della Salute con l’appoggio del Comitato-tecnico scientifico? Probabilmente no ed almeno il premier Conte dovrebbe essere stato informato ed aver dato l’ok alla segregazione. I capi-delegazione dei partiti di governo ne sapevano qualcosa? E Zingaretti, Crimi e Renzi erano stati informati visto che il Comitato Scientifico è composto da varie persone e, comunque, la decisione spetta alla politica , non a scienziati spesso divisi tra loro.
E ancora: in una democrazia parlamentare è possibile tenere all’oscuro Camera e Senato di un rischio così grave come la possibile morte di 600 mila o 700 mila cittadini, ossia una vera e propria strage? E chi aveva fatto una valutazione così catastrofica, del tutto lontana dalla realtà come persino l’ errata politica del premier inglese ha dimostrato? Non certo un funzionario del ministero e se l’indicazione fosse venuta da uno scienziato, mettiamo un virologo un errore così clamoroso comportava almeno l’allontanamento se avesse avuto un incarico pubblico.
Sin dall’annuncio cinese dell’epidemia, poi, trasformatasi in pandemia, un illustre scienziato, sempre ignorato dal governo e dal TG1 come il professor Giulio Tarro, collaboratore di Sabin nella costruzione del vaccino antipolio e suo successore a direttore del Centro Scientifico che quella scoperta fece, ha fin dall’inizio sostenuto che il coronavirus non è letale, come accertato dai ricercatori cinesi su un campione di 8o mila contagiati, e che i decessi nel 96% dei casi -come poi si è verificato- è dovuto a soggetti, per lo più anziani,con altre patologie. In sostanza si muore con il virus, non per il virus contro il quale il vaccino non serve , ma le terapie, come in altri casi, vincono il Covid-19, ad esempio utilizzando -diceva- il plasma dei guariti che hanno gli anticorpi necessari (oggi già una ventina di centri italiani stanno sperimentando le terapie ndr). Ora avendo, sin dall’inizio, altre indicazioni come si potevano prevedere, 600-700mila morti? Mistero, come direbbe una canzone di Ruggeri. E mistero sul fatto che un direttore generale Urbani abbia sentito la necessità di rivelare un segreto del genere che determinerà accese polemiche.
Ad essere maligni c’è da pensare ad un siluro contro l’attuale governo, in generale, e contro il premier Conte, in particolare. Perchè, comunque, “l’avvocato del popolo” non ne esce bene: se lo sapeva non ha informato almeno i capi delegazione ed i capi dei partiti che lo sostengono; se non era a conoscenza del “rapporto segreto” significa che non controlla nemmeno la situazione all’interno del governo e un ministro, insieme ad un gruppo di non politici, prende decisioni così importanti al posto suo:. E questo avviene, mentre Conte è in evidente difficoltà, i grillini, suoi primi sostenitori, sono spaccati, nel Pd l’insofferenza è sempre più evidente, non parliamo, poi, quella di Matteo Renzi, mentre l’ombra di Draghi incombe su di lui. Con che spirito andrà giovedì alla battaglia UE che oggi pomeriggio alla Camera ha definito molto difficile? “Io non mollo -ripete- ci ho messo la faccia, al mio governo non c’è alternativa:” Il problema,tuttavia, è che forse anche Zingaretti non la pensa più così.

DIETRO L’ANGOLO L’OMBRA DI DRAGHI – CONTE DISPERATO STA CADENDO NELLA TRAPPOLA DI BERLUSCONI ALTRO CHE IL SUO “IO NON MOLLO”!

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Che questo Governo stia galleggiando, credo sia ormai arcinoto a tutti, le imprese che vogliono riprendere la produzione sollecitate dal mercato chiedono di poter riaprire, il contesto sociale ormai allo stremo delle forze, i cittadini in generale, ormai psicologicamente al limite della sopportazione, tutti in attesa di una decisione che tarda a venire. Tutte queste componenti non sono certo un ricostituente per l’attuale Governo. Poi, infine, lo scontro ormai al limite all’interno di una maggioranza logorata dalle contraddizioni interne non solo nei due maggiori partiti che la compongono, bensì all’interno degli stessi.
E sul Mes, ossia il Fondo Salva Stati che non piace a Salvini ed ad una parte dei grillini, la Meloni incerta , che si dovrebbe formare la nuova maggioranza parlamentare che, con Mario Draghi a Palazzo Chigi avrà il compito di salvare l’Italia dalla catastrofe sociale ed economica.
L’attuale premier Conte, ormai alla disperazione, ha chiesto, clamorosamente, aiuto a Silvio Berlusconi con una mega-intervista al quotidiano berlusconiano “Il Giornale”, dicendo “io non mollo”, no a governi tecnici e, dopo aver criticato l’opposizione di Salvini e la Meloni, ha definito Forza Italia “costruttiva e responsabile”. E’ stata un’apertura vera e propria nei confronti del Cavaliere che ha una discreta rappresentanza di deputati e, soprattutto, di senatori (superiori a quelli della Lega) e può coprire gli eventuali scissionisti grillini, seguaci dell’ala “dura e pura”, capeggiata da Di Battista, contraria al Mes (lo è anche il capo politico Crimi) .
Conte, in sostanza, ritiene, sulla base del suo “ormai ho alle spalle una discreta esperienza di governo”, che sia necessaria “la politica con la P maiuscola” e, quindi, non un governo di tecnici e, quindi, al suo Esecutivo non c’è alternativa, sono per questo fantasticherie quelle dei giornali che avanzano soluzioni diverse, “io – dice – ci metto la faccia e risponderò agli elettori”. Avrebbe fatto meglio a dire “ai cittadini”, considerato che lui un voto diretto degli elettori non ha avuto.
Comunque, non s’è reso conto della realtà, altro che fantasticherie! Le spaccature al Parlamento europeo sono fatti, non illazioni, con i grillini spaccati, con il centrodestra diviso perché Forza Italia milita nel PPE ed è favorevole al Salva Stati con i 37 miliardi che porta all’Italia, senza i vecchi vincoli, e con il Pd che, facendo parte del gruppo socialista e democratici ha, alla fine, votato il documento che dice no agli eurobond voluti dal M5S e dal premier. In sostanza i partiti italiani che hanno votato quella risoluzione e quegli stellati che si sono astenuti hanno del inventato una maggioranza parlamentare in grado e capace di sostenere Mario Draghi a Palazzo Chigi, capolavoro politico sollecitato da Berlusconi, penso su suggerimento di Gianni Letta, e da Matteo Renzi. Credo che Zingaretti, stufo della lotta continua dei grillini e, preoccupato, degli ultimi cali nei sondaggi, sia già d’accordo, probabilmente pressato anche dai suoi compagni socialisti fortemente allarmati dei continui scontri tra gli alleati di governo in Italia e l’atteggiamento nella UE del partito più forte della coalizione, ossia il M5S. Anche Conte ha perso di credibilità a Bruxelles per le sue uscite anti-Mes e l’insistenza: o Eurobond o minaccia di esercitare il veto, con l’aggiunta “faremo da soli”.
Martedì, con le comunicazioni del premier in Parlamento, avremo una prima puntata della vicenda; poi giovedì con il vertice UE un secondo tempo decisivo che può preparare la chiusura del devastante film giallo-rosso, non che quello giallo-verde sia stato, purtroppo, migliore. Anzi speriamo, quindi, nel nuovo film che potrebbe anche avere scene inedite sia nella Lega, sia in Fratelli d’Italia.

SIAMO ALLA FOLLIA: IL COMMISSARIO ARCURI ISTILLA PAURA FACENDO PARAGONI ASSURDI E INFONDATI TRA I MORTI CIVILI LOMBARDI DI GUERRA E QUELLI PER IL COVID-19.. PERCHE’?

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Non sono pochi quelli che hanno protestato per aver istituito delle commissioni per passare alla fase 2 composte da tecnici di e scienziati trascurando chi più di ogni altro avrebbe avuto titoli per poter entrare nella discussione della Fase 2, mi riferisco ai rappresentanti delle Regioni, dei sindaci, degli industriali, dei sindacati. Obiettivamente, chi più di loro potrebbe entrare nel merito di ciò che si dovrà fare per una ripresa corretta del lavoro. Ma, per la manifesta incapacità della politica, chi ha gestito la crisi? Un folto gruppo di scienziati, spesso in contrasto tra di loro, senza nessuno che sapesse fare una sintesi delle varie posizioni, esprimendo una visione più larga che proiettasse anche ciò che doveva essere fatto nelle varie fasi della ripresa a partire da quella che si dovrà affrontare, obbligatoriamente, domani.
E’ così: che il governo non abbia idee su quel che deve fare, secondo la precisa accusa del presidente designato della Confindustria, mi pare molto probabile, ma che ora addirittura si assista a polemiche indirette tra la pletora di esperti (240) delle 40 task force create per aiutare le istituzioni a fermare il corona virus o tra alcuni di quegli esperti e i presidenti (eletti dal popolo) di tutte le regioni del Nord per iniziare subito, seppur con la dovuta sicurezza la ripartenza mi sembrava impossibile. Invece sta clamorosamente accadendo e l’esempio più lampante viene dal commissario all’emergenza, chiamato dal premier Conte sopra la testa della Protezione Civile, Domenico Arcuri. Sarà anche un ottimo manager visto che era stato scelto per guidare di un’azienda pubblica, ma prima ha consentito quel macabro balletto quotidiano delle cifre con il numero di morti che, commisurato ai contagiati malamente accertati (150mia e passa, ma in realtà si parla di 6 milioni) sarebbe altissimo e si crea solo paura che abbassa le difese immunitarie. Ora ha avuto una uscita che in un Paese civile l’avrebbe costretto alle dimissioni. Ha, infatti, detto, in diretta polemica con il governatore Fontana che chiede di ripartire, che in Lombardia siamo ancora alla fase 1 anche per i troppi morti che ancora si verificano: e per dimostrare che ha ragione ha fatto un assurdo ed infondato paragone: 2 mila morti civili a Milano sotto i bombardamenti “tra l’11 giugno 1940 e il 1° maggio 1945”, oggi 5 volte di più per il coronavirus in soli due mesi. E’ un parallelo che non regge sia perchè i decessi attuali sono con il, ma non per il Covid-19, sia perchè anche con la normale influenza i morti sono tanti, ma in tutti e due casi vanno collegati al numero reale dei contagiati notevolmente superiore ai dati che ha ogni giorno il capo della Protezione Civile comunica sulla base di quanto a lui viene detto al punto che persino il vice-ministro della Sanità , il grillino ex-Forza Italia Silieri (contagiato anche lui): basta con queste quotidiane conferenze stampa che allarmano. A conti fatti, in sostanza i decessi in relazione ai contagiati sarà a liveli bassi per il virus appena il 4% del totale.
Perchè non si chiarisce questa realtà ai cittadini? Perchè Arcuri istilla altra paura? Di certo per convincere gli italiani a stare a casa , a sopportare questa forzata clausura che ormai sta devastando anche la tenuta mentale di non pochi e, purtroppo, lascerà traccia nei bambini come sostengono psicologi, psichiatri e neurologi.
Una clausura che per gli anziani è ritenuta indispensabile anche a maggio e, per qualche aspirante scienziato anche più in là, per garantire loro la salute, si dice, ma così non solo si deprimono, ma addirittura rischiano di aggravare le malattie che già hanno. Il professor Bernabei, componente il comitato tecnico-scientifico voluto dal premier e gerontologo di grande fama, ha detto chiaro e tondo in TV: gli anziani hanno, spesso, bisogno di muoversi, di camminare, “non possiamo lasciarli chiusi in casa” per troppo tempo.
Andate a dirlo ad Arcuri e company, a coloro per i quali la prima fase non passa mai e, per qualche attiene, invece, i più giovani andate a dirlo alla strana ministra dell’Istruzione Azzolina che non vuole riaprire le scuole, provocando la protesta di moltissime mamme che hanno rivolto una lettera a lei ed alla ministra per la Famiglia che le scuole vedrebbe bene riaperte.
Se gli anziani sono i più deboli, già da 65 anni in là, secondo gli esperti ministeriali, e vanno protetti, speriamo, non come è avvenuto nelle Case di Riposo di gran parte dell’Italia, c’è anche un’altra categoria “debole”, coloro che si trovano in età scolare: Il ritorno a scuola, sostengono psicologi e psichiatri, sarebbe importantissimo dopo la forzata reclusioni nella quale non era consentito nemmeno un’uscita veloce in un parco. Invece la ministra Azzolina ha detto no, non si può e promuovere tutti, ma lasciando i 4 ed i 5 se li meritavano, un vero pasticcio anche perchè alla ripresa della scuola a settembre nella prima fase, andranno a scuola i “4” ed i 5″”, ovviamente nella classe superiore a quella dove si trovano oggi. Dice l’Azzolina: così possono recuperare, ma chi l’ha scritto? Dovrebbero essere dei draghi a farlo in una manciata appena di giorni.
Con questo governo, ormai in totale luna calante e con gli osservatori che lo danno per morto al punto che un lungo-navigatore del Parlamento come Casini gli da non più di un mese di vita, con questo premier e non pochi ministri capitati lì per caso, quasi avessero vinto una lotteria con un pugno di voti presi sul web a Grillo piacendo c’è da aspettarsi di tutto. Come una caterva di nomine prima di dire addio alla poltrona per avere anche dopo amici potenti.
E chi attende gli aiuti promessi ancora attende con le imprese che difficilmente potranno accedere a quella sospirata liquidità per ripartire come ha dimostrato oggi Silvio Berlusconi nella lettera aperta pubblicata dal quotidiano confindustriale “Il Sole 24 Ore”.

TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO – CONTE E IL M5S SCONFITTI ALL’EUROPARLAMENTO CON IL PD CHE VOTA SI’ AL MES E CONTRO GLI EUROBOND (spaccati governo ed opposizione)

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Quella seduta, quella dell’Europarlamento, che sarebbe dovuta essere chiarificatrice, è stata la più ingarbugliata che mai si potesse immaginare. A rivedere le votazione, le posizioni dei vari gruppi, i risultati, è da vero mal di testa. V’è da tener conto che i Gruppi Parlamentari a Bruxelles non fanno specchio con le posizioni politiche del nostro paese e se si deve tener conto di questo fatto, le contraddizioni, pur rimanendo tali in Patria, non altrettanto si può dire lo siano in Europa. Comunque, mal di testa a parte, cerchiamo di districarci in quelle vicende del Parlamento Europeo, cercando di dare una forma e immaginando quali riflessi possono esserci sul nostro Parlamento. Di fatto rileverei una cosa fondamentale: Conte accatterà pure qualche punto di gradimento (principalmente femminile) ma il risultato è che rimane sempre più solo ed isolato.
L’altro giorno, il presidente designato di Confindustria, Carlo Bononi, appena votato aveva definito la classe politica “molto smarrita in questo momento” e tale da non avere “idea della strada che deve prendere il nostro Paese”. La clamorosa riprova è venuta oggi dall’Europarlamento, dove sulla votazione della risoluzione in vista del vertice UE del 23 aprile e su alcuni decisivi paragrafi oltrechè su un emendamento è accaduto di tutto
con la riproposizione della frattura nella maggioranza di governo sul Mes, dove si è spaccata anche l’opposizione e con Lega e Forza Italia determinanti nel bocciare gli eurobond tanto cari al premier Conte. Aggiungete che il Pd che aveva sostenuto i grillini nel votare l’emendamento a favore degli eurobond, poi ha votato tutta la risoluzione, quindi il no agli eurobond, risoluzione proposta dal PPE su iniziativa di Forza Italia, da Socialisti e Democratici, gruppo al quale appartengono i dem, dai Verdi e da Rewiew Europe ed approvata con 395 sì,171 no e 128 astenuti. La frattura tra gli alleati di governo s’è verificata soprattutto sul paragrafo 23, dove anche le opposizioni si sono divise), quello che contiene l’esortazione agli Stati membri all’uso del Mes e dice no ai coronabond, come erano stati ribattezzati gli eurobond. Il Pd, infatti, ha votato a favore insieme a Italia Viva e Forza Italia e il m5S contro insieme a Lega e Fdi. Il sì, in questo caso, ha ottenuto addirittura 523 voti, 145 no e 17 astenuti.
Immaginatevi le dichiarazioni da fuori di testa dei nostri governativi contro Lega e FI per il no ai coronabond, quasi avessero commesso un delitto di lesa maestà e pugnalato l’Italia. Le repliche dure della Lega (bersaglio preferito dei grillini); “eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika”; e di Tajani(FI). La risoluzione del Parlamento Europeo, voluta da Forza Italia, punta alla mutualizzazione del debito a carico dell’UE. Quindi Recovery bond. Lascio ai politicanti il gioco degli emendamenti irrealizzabili.”
La manovra di prendersela con la Lega non credo, comunque, possa funzionare molto perchè se, come tutto lascia prevedere,questa risoluzione sarà accettata dal Consiglio UE del 23 aprile avremo il Mes e non i coronabond, chiamateli se volete eurobond, ed “recovery bond”, garantiti dal bilancio dell’Unione Europea come hanno indicato gli europarlamentari, proposta,quest’ultima, che ha addirittura ricevuto 689 sì 1 contrario e 1 astenuto.
Quali riflessi avrà a Palazzo Chigi la clamorosa frattura odierna tra grillini e dem, anticipata da provocatorie dichiarazioni di big-stellati ad iniziare dal presidente della Camera Fico per chiudere con il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli che invita “a non alimentare un dibattito surreale su qualcosa che non esiste. Il no al Mes è definitivo, l’Italia non dovrà mai attivarlo”. E’, in sostanza, quello che aveva detto Vito Crimi, il capo politico del Movimento. Di rincalzo, poi, c’è il solito Di Battista che indirettamente ha lanciato un monito a Conte: “mi auguro che il Mes esca dal tavolo. Quando Conte dice che l’Italia non attiverà il Mes io ci credo.” Infine se la prende con Draghi “L’apostolo Draghi. Io non so perchè tutti, pure Salvini, dicono “Draghi grande uomo. Ma guardiamocene bene:” E magari, il caro giramondo che da lezioni, prendiamoci un nuovo Monti come sarebbe Vittorio Colao, attuale “commissario alla ripartenza” sostenuto dal Pd e già in marcia per regalarci il “grande fratello” con l’App che controllerà, molto gentilmente traccerà, è la dizione ufficiale, i movimenti di noi italiani per garantirci una ripartenza sicura dal contagio.
Mi sembra un pò eccessivo sostenere, come fa “Libero”, che Colao va verso Palazzo Chigi “con la benedizione di Trump” che considererebbe i grillini troppo amici dei cinesi: A parte che il presidente americano ha altri problemi in questo momento con la strage virale di New York ed i 12 milioni di disoccupazione e le elezioni tra pochi mesi, se salta il premier Conte, come mi pare sempre più probabile anche per le accuse di aver in alcuni passaggi violato la Costituzione proveniente da un saggio come l’ex-presidente della Suprema Corte Cassese, in pole position c’è Mario Draghi. Non che Colao non sia ben accetto anche lui ai mercati e molto dai burocrati di Bruxelles, ma l’ex-presidente della BCE appare a moltissimi il più adatto ad andare a Palazzo Chigi per salire, successivamente, al Quirinale. Inoltre sarebbe un pò diverso da un nuovo Monti che, in questa situazione non servirebbe, anche perchè il nuovo capitalismo, impersonato anche dal presidente designato degli industriali italiani, vuole il cambiamento, e preferisce avere un risvolto sociale, ossia quella economia sociale di mercato più consona ad un Draghi. Probabilmente Colao starebbe bene a dirigere il ministero dell’Innovazione e dello sviluppo:
Di certo, comunque, l’Italia non ha fatto oggi una bella figura a livello internazionale e speriamo che i mercati non ci uniscano di nuovo e che nel vertice UE del 23 chi ci rappresenterà non faccia il gioco, perdente, delle tre carte, in scena da un pò di tempo.

GLI INDUSTRIALI SCELGONO BONOMI E SI CANDIDANO A GUIDARE LA RICOSTRUZIONECON UNA POLIICA INCAPACE

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Questa volta scendono in campo davvero gli industriali italiani, stanchi di una politica fallimentare e designano a Presidente di Confindustria Luca Bonomi, che presiede l’Assolombarda ed è uno dei più battaglieri tra i big degli imprenditori. L’aveva dimostrato con interviste e dichiarazioni nelle quali diceva pane al pane e vino al vino, quasi sfidando, a volte, i politici ad operare. L’aveva fatto, in particolare nell’Assemblea della sua associazione il 3 ottobre dell’anno scorso quando, presente il Capo dello Stato Mattarella aveva rivolto qualcosa di più di un appello al premier Conte, anch’egli in sala, di far ripartire l’Italia: “Questa volta stupiteci” aveva detto a mò di sfida.
Ad ascoltare altri suoi interventi, compreso quello recente dal simposium di Davos e, soprattutto, quello pronunciato oggi a porte chiuse dopo la designazione, lo stupore attuale è di tutt’altro genere nei confronti del governo e dell’attuale classe politica “che mi sembra -ha detto- molto smarrita, in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese:”
Come se non bastasse ecco due pesanti accuse, la seconda esplicitamente nei confronti del governo. La prima : “”La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importanza in questo Paese”: “Non pensavo – ha aggiunto riferendosi alla richiesta confindustriale di riaprire le aziende- di sentire ancora l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza:”
La seconda: “credo che la strada di far indebitare le imprese non sia la strada giusta. I tempi di accesso alla liquidità non sono neanche immediati per le nostre imprese. Il tempo deve essere rapido, veloce. Non possiamo permetterci di perderne ancora”. Quindi l’affondo: “bisogna “riprendere le produzioni che danno reddito e lavoro, non certo lo Stato, come padre che dispensa favori e prebende e che di certo non ha le risorse per farlo.”
Ed ancora: “per affrontare con la massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che abbiamo davanti ma noi dobbiamo continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavoli necessari rispetto ad una classe politica smarrita e che non ha idea della strada da prendere”.
Infine le sciabolate finali: “Ci sarà bisogno di tutti :Insieme dobbiamo cambiare l’Italia. Abbiamo la grande occasione, in un momento molto drammatico, di fare quelle modifiche strutturali che il Paese ha bisogno.”
Più chiaro di così non poteva essere Carlo Bonomi, 54 anni, di Crema, “metodico, minuzioso, tifoso dell’Inter e con la passione per le immersioni, come lo descrivono gli amici, imprenditore nel settore biomedicale, amante della musica anni ’80 e della cucina genuina e grande fruitore di cinema, persino regalando -come spiega Massimo Lapenda sull’Ansa-, la visione di pellicole in anteprima ai suoi collaboratori.
Quale sia il suo obiettivo indirettamente lo rivela il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonetti che, nel fargli gli auguri e garantirgli il massimo sostegno nell’ affrontare e vincere le molte sfide che ha davanti, ha scritto: con Bonomi l’industria italiana inizia una nuova stagione all’insegna del cambiamento” per “contribuire a risollevare le sorti del nostro Paese”
Ho l’impressione che dallo “stupiscici”, rivolto invano al premier Conte, si stia passando al “facciamo noi”.

E’ PRE-CRISI DI GOVERNO SUL MES SCONTRO M5S-PD. CHE FARA’ ORA IL PREMIER SCONFESSATO DAI DEM ?

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Stefano fogli, nell’edizione on line di “Repubblica”, fotografa perfettamente quella che è una pre-crisi di governo per lo scontro, durissimo, tra i capigruppo del Pd ed il capo politico del M5S sul Mes. Leggete queste significative frasi: “in altri tempi, negli anni della Prima Repubblica, una frattura come quella che divide oggi la maggioranza avrebbe già previsto la caduta del governo e l’avvio della ricerca di un nuovo assetto:”
Aggiunge, comunque: “il fatto che la linea del premier sia stata accantonata dimostra che l situazione è oltre la soglia di guardia”.
Salvini ha provato a sfruttare la situazione, facendo presentare dal suo Riccardo Molinari, nella riunione dei capogruppo alla Camera, un documento sul Mes da mettere in votazione per sancire la rottura nella maggioranza e provocare la crisi con il ritorno dei giallo-verdi sulle stesse posizioni anti-UE e, questa volta, anche anti-interessi italiani. La proposta non è stata accolta, ma certo che martedì prossimo, con comunicazioni di Conte al Parlamento sull’andamento verso la fase due non sarà facile ricomporre la frattura.
Credo proprio che i dem abbiano scelto, di proposito, il rifiuto grillino, avallato dal premier, di prendere 37 miliardi dal Mes senza vincoli per determinare la crisi ed aprire la strada a Draghi.
Il primo ad aprire le ostilità è stato, infatti, il presidente dei senatori del Pd Marcucci, (notoriamante grande amico di Renzi) elogiando il Mes, sostenendo che il governo non rischia sul Salva Stati perchè “è cassa disponibile e bisogna accedervi”, un vero capolavoro questo.
A strettissimo giro di dichiarazione Vito Crimi, capo politico dei grillini e vice-ministro, ha replicato, sostenendo che è “una fregatura che non sarà mai condivisa” dal Movimento, ripetendo con ciò il suo niet con indiretto riferimento a Gultieri “il Mes non è stato attivato e chi lo dice fa male al Paese. Noi non lo accettiamo “. Ad juvandum ecco il vice-ministro allo Sviluppo Buffagni dire: “è un cappio per strozzare l’Italia tra un pò di tempo”.
La replica dem non si fa attendere: questa volta è il presidente dei deputati Graziano Del Rio: “Non comprendo i grillini; non si mette in discussione nulla e il 99% degli italiani capisce che se non ci sono condizioni capestro il nostro Paese deve usare tutte le risorse necessarie. Se ci vengono presentati senza interessi perchè non dobbiamo usarli?”.
La controreplica è immediata e questa volta è un fedelissimo di DiMaio, il sottosegretario agli Esteri Di Stefano: “Stamattina -dice- ho sentito il capogruppo del Pd Del Rio dire “il Mes è una disponibilità, secondo me è un successo averlo ottenuto senza condizionabilità, ammesso che sia così”. In pratica Del Rio ha candidamente ammesso di non sapere nulla sul tema, ma comunque si è lanciato alla cieca sulle linee del Mes diverse da quelle del governo e del presidente Conte”.
Come si vede lo scontro non è tra due parlamentari di secondo piano, ma tra i big grillini e due big dem che sono d’accordo con Gentiloni e Gualteri, un bersaglio, quest’utimo, per Di Maio e soci. E questi sarebbero alleati, con i grillini tornati agli antichi amori leghisti ?
Vedremo ora cosa farà Conte, ma soprattutto cosa farà il Pd0. Questo non è più tempo di galleggiare. di temporeggiare di fare doppi giochi: stiamo rischiando di cadere nel baratro della depressione economica, da un lato, e di fare il gioco di chi, come Salvini, è contro l’UE, senza la quale non avremo speranze di risalita e può cavalcare il disagio sociale e psichico , addirittura gridando, come ha fatto per il rifiuto del voto su un documento riferito al Salva Stati, alla “lesione della democrazia” .
Il PD non vuole rimanere con il cerino in mano della crisi di governo, pur se quella crisi vorrebbe,
e, quindi accetta il rinvio proposto dal premier di rinviare lo scontro sul Mes a dopo il vertice UE del 23 aprile. La motivazione di Conte, molto articolata ed arzigogolata per non smentire il suo no, più volte dichiarato, ma nel contempo lasciare una porta aperta ad un eventuale sì a mezza bocca, è che “non ha senso discuterne ora” e le fibrillazioni provocate dai dibattiti si riflettono sui mercati: E questo è verissimo, visto che lo spread ha chiuso a 235 e la borsa ha perso il 4,78 ed è la peggiore d’Europa. Non è, tuttavia, un dibattito anche vivace ad allarmare i mercati, ma uno scontro durissimo, tra i due maggiori partiti di governo e non è la prima volta. Oltretutto s’erano scontrati oggi i vertici dei grillini ed i due presidenti dei gruppi parlamentari dem, ossia ad alti livelli Andando avanti su questo registro da uno stato di pre-crisi l’altro passo sarebbe stato quello della caduta del governo e poichè il là allo scontro era venuto da due big del Pd il cerino sarebbe finito nelle mani dei dem. Così, probabilmente, Zingaretti è corso ai ripari , sollecitando il premier ad un tentativo di mediazione e Conte l’ha fatto a modo suo con una lunga dichiarazione senza pesce nè carne, che lascia tutto aperto, ma ha consentito ai capi delegazione dei due partiti ,i ministri Bonaffede del m5s e il ministr Franceschini dei dem:, di dare ragione al premier, rinviando le ostilità a dopo il vertice eurpeo del 23 aprile.
Conte, così, ha preso un pò di tempo, ma prima del redde rationem dell’UE dovrà affrontare un passaggio non certo facile martedì prossimo nel riferire alle Camera su quanto fatto nell’emergenza Covid-12 e per la preparazione della fase 2, che già s’annuncia caotica per i diversi movimenti decisi dalle singole regioni. Nè Salvini e la Meloni si lasceranno sfuggire l’occasione per cercare di proporre al Senato quel che è stato loro impedito alla Camera, ossia proporre un documento sul Mes. Se la manovra riuscisse ed anche alla luce dei precedeni no di Conte e del “mai lo voteremo” dei leader grillini, cosa farà il M5S ?