Che la Sardegna venga presa sottogamba non è cosa rara, va bene che siamo in tempi di pandemia, quindi meno si circola, meno gente sbarca nell’isola meglio è, ma, a parte le regole sanitarie contingenti, ci potrà pur essere qualcuno con buoni e giustificati motivi, che deve muoversi lungo il suo Paese, ammasso che qualcosa di suo ci s Tutto questo perché, per chi non lo sapesse, da lunedì prossimo, chi vuole recarsi nella penisola dovrà fare i conti con le Compagnie di navigazione e potrà farlo solo pagando il biglietto di viaggio al prezzo che le stesse decideranno. E’ così perché Governo, Regione e, diciamo genericamente, le Istituzioni, non hanno messo per tempo nel loro scadenzario il termine della convenzione per le tratte marittime che collegano l’isola al continente.
Come non capire? Per i succitati una cosa per volta va bene, due sono troppe, senza contare che chi deve ricordarlo a chi di dovere, non trovato chi lo ricorda a lui, perciò vediamo le priorità, giustamente, prima i vaccini, a chi tocca prima agli ottantenni o ai sessantacinquenni, contiamo quate dosi sono arrivate, un vero dilemma che neppure Shakespeare saprebbe dipanare. I sardi, ma, dove sta il problema? Volevano il passaporto? Ora è superfluo, non si entra e non si esce, due piccioni con una fava.
Mi chiedo ma i sardi sono ancora italiani? Va bene che l’Italia è originata dalla Sardegna, ma, tutto sommato, un ritorno alle origini potrebbe anche avere i suoi vantaggi. Comunque, qualche dubbio in proposito sorge. Così, tanto per dire, un cittadino d Bari deve raggiungere Milano, prende il treno, paga il biglietto, percorre i suoi circa novecento chilometri da stazione a stazione, fa ciò che deve e se ne torna tranquillamente a casa; il cittadino sardo può fare la stessa cosa? No, la Sardegna è circondata dal mare e, se si vuole metterlo alla pari del suo omologo pugliese, deve attraversare quel mare, solo quando arriverà sull’altra sponda potrà di essere da quel momento anche lui italiano perché solo allora può usufruire di pari trattamento dei suoi connazionali, certo per arrivarci ha dovuto sottoporsi ad una miriade di disagi che sarebbe troppo lungo elencare e questo senza prendere in considerazione i costi che dovuti ad un semplice calcolo che, tanto per iniziare, ci si impiega due giorni in più.
Sono questi i momenti che il sardo si sente molto sardo e meno italiano, è in casi come questo che invoca la sua indipendenza, perché quella autonomia che ha acquisito non è sufficiente, perché non capisce se la gente sarda fa comodo quando si presentano situazioni belliche o per fare bella mostra di preparazione militare in Europa e nel Mondo, tutte cose che potrebbe fare a prescindere.
Qualcuno obietterà a questo mio pensare, anche in Sardegna, non è certo semplice arrivare a tanto anche se altri lo hanno fatto, vedi Malta: fare qualche piccolo sacrificio di assestamento e …poi…liberi delle proprie scelte.