MARIO MONTI, ARROGANTE O PRESUNTUOSO, O ENTRAMBI
Ormai non si capisce più se Monti sia più arrogante o presuntuoso, oppure tutte e due le cose messe assieme.
Stamane nella trasmissione diretta da Franco Di Mare, Unomattina, si è lasciato andare a dichiarazioni abbastanza azzardate, dirette a tutto campo: rivolto a Bersani ha affermato che un’apertura verso il PD “sarebbe possibile, a patto però che il segretario si liberi delle «frange estreme», da Stefano Fassina a Nichi Vendola a Cgil e Fiom, ferme su posizioni conservatrici e che impediscono di spingere a fondo con le riforme”. Proprio su Fassina che lo ha accusato di essere a capo di una lista ‘Rotary’, vale a dire delle elite e a difesa dei poteri forti, ha detto: «Io la lista Monti non la conosco ancora e comunque ho sempre combattuto contro le lobby. Suggerisco all’onorevole Fassina di aggiornare un po’ il suo pensiero».
Allo stesso modo anche nel Pdl ci sono delle «lobby che hanno impedito di andare avanti con la liberalizzazione di alcune professioni».
E in questo caso Monti ha chiamato in causa l’ex ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta tra coloro che hanno ostacolato le riforme per favorire più concorrenza.
Monti ha colto l’occasione per rispondere all’accusa mossa il 2 gennaio dall’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che lo ha accusato di non aver mantenuto la promessa di non candidarsi: «Il leader del Pdl ha mostrato una certa volatilità di giudizio sulle vicende umane e politiche negli ultimi tempi.
Dopo aver definito Berlusconi ‘volatile’ e e consigliato a Bersani di mettere la museruola a Fassina, considerando la CGIL e la FIOM “non proprio progressisti” con un concetto vetusto di mondo del lavoro.
Come si poteva ben immaginare le reazioni sono arrivate a tempo di record. Il primo a rispondere a Monti è stato l’ex ministro Brunetta. L’economista e coordinatore dei dipartimenti del Pdl, che s’è persino offerto a tutela del pensiero del rivale Fassina. “Con le sue parole di stamattina il prof. Monti – ha detto Brunetta – svela la sua natura più profonda, che è quella del tecnocrate autoritario, disinformato e pasticcione”. “Tutto mi divide sul piano dei contenuti da Stefano Fassina, ma farò ogni sforzo perché nessuno possa ridurre lui o altri al silenzio. Abbiamo toccato il fondo, prof. Monti. Intimare il silenzio a qualcuno mentre si ricopre il ruolo del capo del governo non ha cittadinanza in democrazia, ma ci riporta a tempi bui e dolorosi”.
Anche Bersani ha voluto rispondere al premier: “Tutti i difetti del Pd si scoprono oggi: per un lungo anno non si sono visti. Preferisco il rispetto ma chiedo il rispetto per tutto il Pd”. Poi, al termine di un pranzo con Matteo Renzi, ha osservato: “Siamo un partito liberale che non chiuderà la bocca mai a nessuno, che troverà sempre una sintesi e credo che il coraggio che mi si chiede l’ho dimostrato. Il coraggio non è quello di chiudere la bocca alla gente, ma di lasciarla parlare, partecipare e trovare una sintesi. Questa è la mia idea”.
Ora dobbiamo osservare che il nostro uomo che aveva ripetuto per un anno intero che la sua missione avrebbe avuto termine alla fine della legislatura, invece di fatto si è candidato premier guidando una coalizione con politici di lunga data come Casini, Cesa, Fini.
Come ha scritto l’”Osservatore Romano”, Monti è certamente “onesto e capace” ma in quanto a coerenza, è meglio glissare. Quanto alla capacità come professore, stimato anche per i suoi 14 anni, ben retribuiti, quale commissario europeo (guarda caso indicato prima da Berlusconi e, poi, da Prodi) nulla da eccepire, ma come premier, beh!, persino Diego Della Valle, fraterno amico di Montezemolo sodale di Monti, ha qualcosa da ridire ed è supercritico sulla “salita” in politica. E anche la Cei sta facendo una riflessione sull’”Agenda Monti” e i suoi sostenitori come i divorziati Casini e Fini, quest’ultimo oltretutto laicista come il suo rappresentante, l’ex-radicale Della Vedova ( il cattolicissimo ministro Ricardi non ha qualcosa da dire in proposito?)
Si direbbe che la stella di Monti, dopo la ‘salita’ in politica ed aver smesso la sua divisa di tecnico per indossare quella di politico puro e duro, stia scendendo dall’universo che si era creato.
Pareva al presidente dei Vescovi italiani, cardinal Bagnasco, al quotidiano della Santa Sede e ad “Avvenire” che con Monti fosse spuntato quasi un nuovo De Gasperi, capace di difendere in politica i” valori non trattabili”, a partire dalla famiglia, dal matrimonio, della vita sin dal suo concepimento. Così alcune dichiarazioni e alcuni articoli avevano fatto scrivere ai mass media: la Chiesa appoggia il Professore. No, non è così, il ”Corriere della Sera” ha, di recente, dedicato una pagina per dimostrare che si è trattato di un abbaglio e lo stesso cardinal Bagnasco avrebbe cambiato idea e un altissimo prelato, strettamente collegato a Papa Ratzinger, come l’Arcivescovo di Milano cardinale Scola non aveva mancato di esprimere, in separata sede, la sua contrarietà alle prese di posizione pro-Monti. Non a caso, pubblicamente, aveva fatto varare dal Consiglio della Diocesi un documento nel quale era esplicitamente scritto: “un clima di fiducia sarà realizzabile se insieme si lavorerà per salvaguardare dall’erosione dell’individualismo le questioni etiche rilevanti, promuovendo i valori ispirati alla retta ragione e al Vangelo. Per questo i cattolici che fanno riferimento ai principi irrinunciabili dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia, aperta alla vita e fondata sul matrimonio tra uomo e donna, sul rispetto per la sua vita dal suo concepimento al termine naturale, sulla libertà religiosa, sul diritto alla libertà di educazione dei genitori dei propri figli, sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù, sullo sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene sociale, sul ruolo da riconoscere sui principi di solidarietà e sussidiarietà”.
Di tutto questo vi è scarsa traccia nell’operato del governo e nessuna nella famosa “Agenda Monti”. E lo stesso professore ha tolto, infine, ogni dubbio, sostenendo che sulle “questioni etiche” “è molto importante rispettare la libertà di coscienza” individuale. Altro che difesa dei “valori irrinunciabili” come la Chiesa chiede ai cattolici impegnati in politica!
Forse è per recuperare verso quel mondo Cattolico l’attacco di oggi a Vendola ed alla sinistra di Bersani. L’impressione è che mentre ci addentriamo in una campagna elettorale che sarà durissima e, nonostante le giuste esortazioni del Capo dello Stato si rivelerà aspramente conflittuale, il premier stia perdendo il suo aplond inglese, choccato anche per i sondaggi che, per il momento, deludono fortemente le attese. Tutto questo, sposando un vetero-antiberlusconismo che, unito a quello bersaniano finisce per fare il gioco del Cavaliere. Che, come avevamo previsto,ma negato da molti, ha fatto il suo “colpo di teatro”, dicendo che lui è il capo di una coalizione, non il candidato a Palazzo Chigi. Si è, così, compreso che, come avevamo scritto, era tutto un gioco delle parti con la Lega, mentre il PD vede sfumare la vittoria sia perché difficilmente potrà avere la maggioranza al Senato (condizione posta da Casini per un eventuale accordo), sia perché vede un centrodestra pericolosamente in risalita elettorale.
Certo, il panorama politico è quello che è, ma un’eventuale unione post-voto Monti-Bersani è davvero un toccasana per il Paese e un fatto positivo per i cattolici? Auguriamoci non sia rinviata ai posteri la non ardua sentenza.