giustus
Le dichiarazioni, le sottolineature, qualche volta anche pesanti accuse accuse, fanno pensare che tra Renzi e Berlusconi sia terminato quel grande amore, tradito dal primo e mal digerito dal secondo. Ma noi conosciamo le doti di entrambi: sono tutti e due dei grandi bugiardi. Il Matteo mente per il piacere di mentire, la menzogna, per lui. è una facciata, lo fa quasi con spudoratezza, sembra goda delle sue bugie: penso al sistena fiscale, in costante aumento, eppure lui, in ogni occasione continua a sostenere che il suo governo sta diminuendo la pressione fiscale. Questo non è essere bugiardo alla grande?
Berlusconi è invece un grande mentitore per necessità: educato da una madre dolce ma integralista nel suo credo, ha sempre dovuto mentire, anche quando metteva il dito nel barattolo della marmellata: era peccato mortale, poteva incorrere nella punizione celeste. Nel crescere la sua tecnica si è certamente affinata sino ad arrivare al suo diapason quando era costretto a mentire alle sue donne, che ha sempre tradito nel perseguimento di nuove conquiste.
Ecco perché insisto nella mia convinzione bechè tutto giochi a mio sfavore. Il “Patto del Nazareno”, che io ora chiamerei accordo tra i due, e solo tra loro, vive e continua nella sua piena sintonia.
Quindi, nessuna reale rottura, ma il proseguimento di una fiction, chiamatelo bluff come si chiede “La Stampa di Torino”. In altri termini, non darei troppo credito al comunicato di Forza Italia e non prenderei per buone le dichiarazioni di Toti secondo le quali l’accordo con Renzi”’s’é rotto, scegliete voi come possiamo definirlo: congelato, finito.” Mi pare, infatti, più fondata la sottolineatura dell’on. Carla Ruocco, del direttorio dei grillini: “assistiamo al solito teatrino. Il Patto del Nazareno e perennemente in piedi. FI e Pd hanno votato insieme sull’anticorruzione”. Sì, alla Camera sull’odg dell’aula s’è assistito, oggi, ad uno scontro tra il capogruppo (confermato) Brunetta e il suo collega dei Dem Speranza, ma è fumo negli occhi.
Egualmente non convincono la vice-segretario Pd Debora Serracchiani (“meglio così, la sfida delle riforme sarà più semplice”) e il presidente del partito Matteo Orfini, leader dei “giovani turchi,(“senza Berlusconi è più facile fare le riforme”, dimenticando che, al Senato, il voto dei forzisti “è stato più volte determinante”. E, probabilmente, lo sarà ancora visto che la sinistra Dem ha rialzato la testa e pretende modifiche all’Italicum e al Jobs Act che, secondo Matteo Renzi, non si toccano.
Non sono d’accordo con il segretario-premier né Cuperlo e Fassina, ma anche un leader interno più cauto come Pierluigi Bersani: “Matteo confermi il “metodo Quirinale” e non avrà più problemi. Noi non chiediamo né verifiche né rimpasti, ma modifiche”. Queste: eliminando dell’Italicum quasi tutti i capolista blindati; la correzione del Jobs Act in particolare sui licenziamenti disciplinari; la revisione del decreto fiscale, mettendo il tetto della non punibilità per le somme evase anche al 3%, ma indicando la cifra massima.
Renzi, però, non ci sta: “la legge elettorale non cambia più, abbiamo discusso, ora basta. Sul Jobs Act il Parlamento ormai non c’entra più. I decreti delegati li fa il governo”. L’unica apertura può essere sul decreto fiscale, ma per la sinistra è insufficiente e vuole, inoltre, – come ha detto Bersani – che “tutte le scelte strategiche possono e devono nascere dentro il partito”.
Dunque, nei fatti il Patto del Nazareno è più necessario di prima per il premier, nonostante continui a dire “i voti li trovo comunque”. Al Senato, però, non può essere così certo se non asseconda la sua sinistra. Né pare offra un sostegno ad Alfano, che dice: “noi voteremo le riforme”, quando riferendosi alla richiesta di verifica avanzata dal Ncd afferma: “Niente verifiche o richieste dei partitini, non perdo tempo con i partitini: E’ finito il potere di veto, in cui un singolo partito si metteva di traverso. Quella stagione è finita per tutti : partitini, partitoni, partitucci”.
Come se non bastasse ironizza su Alleanza Popolare, che in parlamento comprende alfaniani e centristi: “Io non trovo un cittadino che mi dice: signor Presidente cosa farà Alleanza Popolare in Campania? Primo: perché il 99% degli italiani non sa cosa sia Alleanza Popolare”. E per finire ecco una stoccata ad un altro partito che fa parte della maggioranza di governo: “Esiste ancora Scelta Civica?” No – è notizia di oggi – è passata ari e bagagli nelle file del PD
Ora secondo voi un’arroganza così evidente, con il rischio di una dura reazione di due partiti che fanno parte del governo. è fine a stessa o non risponde alla certezza di avere le spalle coperte da Forza Italia e, quindi, ad una precisa strategia politica, concordata con Berlusconi. Che, con l’ ultima uscita, vota contro qualche atto del governo, mettiamo nell’economia, ma conferma l’appoggio alle riforme, ricompattando, almeno in parte, il suo rissoso partito e recuperando consensi per, poi, decidere con Renzi il nuovo percorso. Ossia: o elezioni anticipate a maggio, insieme a regionali e amministrative, con il Consutellumm proporzionale e sbarramento al 4% per fare, poi, l’intesa verso il Partito della Nazione; o crisi provocata e pilotata per un rimpasto che preveda l’ingresso al governo di Forza Italia con conseguente scissione di una parte della sinistra Dem.
Fantapolitica? Credo proprio di no come credo sia stato eletto un ottimo Presidente della Repubblica che in un discorso di appena mezz’ora ha indicato cosa la politica deve fare, oggi, per recuperare un indispensabile rapporto con i “concittadini” , come Mattarella chiama gli italiani per ricreare il clima di Comunitas.