QUATTRO CHIACCHIERE IN LIBERTA’

Standard

 

Sono sempre sotto quel meraviglioso olivastro, sicuramente conta più di qualche secolo di vita, ciò che vale è che, assieme al mare leggermente increspato della baia di ponente arrivi un leggero, anzi direi lieve venticello che fa dimenticare le caldane dei giorni scorsi. No state tranquilli, avremo ancora tanto caldo, l’estate non è passata: per ora godiamoci questa tregua e passiamo alla lettura del giornale. Quale? Quello locale, ovviamente.

Oggi lo troviamo particolarmente inquietante: una prima pagina, La Nuova Sardegna del lunedì, che apre  con un titolo a caratteri di scatola (come si diceva una volta) su sei colonne “Corsa alla tassa di soggiorno” “Da Alghero a Olbia: i comuni fanno cassa e ignorano le proteste”.

Inquitante? Preoccupante. Mi vengono in mente alcuni antichi detti: “mettere le mani avanti per no cascare indietro”; “a pensar male, qualche volta ci si indovina (questa, mi sembra, sia di Andreotti)”; “l’appetito vien mangiando”.

Vado subito alla ricerca del testo, come apro, due intere pagine dedicate a questo argomento: la preoccupazione aumenta, vuoi vedere che…no impossibile, noi non ci siamo. Leggo, vado veloce, Santa Teresa non c’è, che l’abbia saltata, rileggo ancora più velocemente, cerco un nome la notizia devastante l’ho già trovata nel titolo, “tassa di soggiorno”. Questa non è come le accise che le paghi senza accorgetene, questa è concreta, solida, evidente, scottante e piuttosto alta così come la hanno stabilita i comuni che la stanno applicando.

Parlando con un avventore dello stesso olivastro gli sottoponevo i miei dubbi, lui, con tono molto serafico mi ha risposto: “Attento, un’amministrazione che brilla per le pochissime idee, potrebbe credere che il tuo sia un suggerimento”.

No, non ho di questi dubbi: noi, a Santa Teresa, non siamo come ad Olbia, mica abbiamo Nizzi,  il budget per gli eventi già lo abbiamo, poi c’è sempre la possibilità che ci venga dato un altro bonus immigrati, se arrivasse ancora, le buche di Porto Pozzo sono state sanate pertanto l’eventuale cifra può essere destinata a qualche altro capitolo. Piuttosto, ora incombe il problema delle alghe sulle spiagge: su un social leggevo le varie proposte, c’è chi vede la cosa abbastanza semplice, basta andare a fare il bagno in piscina ma, a Santa Teresa ci sono solo piscine private, senza alghe ma piccole. Come ospitare i turisti che hanno scelto il “bel paese” con tante bandiere blu? L’unica speranza è il maestrale, altrimenti cosa fare? E’ difficile dirlo. Poi è saltato fuori anche il problema “spiaggia selvaggia”, quello dell’accattonaggio anch’esso selvaggio, il cessato allarme meduse su tutto specchio di mare teresino e, dulcis in fundo, la ciliegina estiva, il grande dilemma: il turismo non cresce proporzionalmente all’aumento dei metri cubi di cemento, bisognerebbe diminuire il patrimonio immobiliare, troppi villaggi fantasma, abbattiamoli: attenzione però, poi l’imu chi lo paga? Qui ci vuole un filosofo che sbrogli la matassa: è meglio un villaggio fantasma o un comune povero? Bisogna tener conto pure del fatto che l’aliquota IMU è già al massimo ed oltre non si può andare. Bisognerebbe inventarsi qualcos’altro….

Basta, chiudiamo con queste quattro chiacchiere in libertà, il clima è tornato ad essere accettabile, lucifero ci ha abbandonato, con nostra grande soddisfazione e per nostra fortuna noi possiamo ancora godere delle meraviglie di quello bellissimo paese e, con un pò di buona volontà e qualche piccolo sforzo comune, renderlo piacevole a tanta bella gente che vorrà ancora onorarci con la loro presenza e preferirà il nostro mare ad altri altrettanto belli ma mai come il nostro.