NON E’ TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA – MEGLIO NON ILLUDERSI, PURTROPPO IL PEGGIO E’ ALLA PORTA

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Meno tasse e più posti di lavoro: sembra uno slogan di sindacalisti: certo sarebbe la medicina che ci vorrebbe e che ormai siamo in molti ad auspicarlo anche se siamo nelle condizioni di guardare in faccia la realtà e, dobbiamo con grande rammarico prendere atto che siamo sull’orlo del precipizio e stiamo scivolando verso il grande disastro. La povertà, la disoccupazione sono ormai un fatto assodato a dirlo sono tutte le Associazioni che si occupano del problema.
A poco valgono gli annunci che vorrebbero portare una briciola di speranza, lo annunciano, con Colao (il quale vive a Londra), che stanno preparando l’Italia per i giovani, mentre con il ministro dell’Economia Gualtieri già dichiarano che diminuiranno le tasse di 10 miliardi con i molti euro che potremo avere, anche a fondo perduto dall’UE. Esulta il premier Conte perché Bruxelles l’avrebbe ascoltato, quindi una vittoria per l’Italia, ma intanto pone la fiducia al Senato sul decreto scuola per evitare ulteriori discussioni e pericolosi emendamenti delle opposizioni con rischi per la tenuta della maggioranza. Ministri (molti lo sono per caso) e premier (anch’esso per caso) si alternano in Tv per dire che la burocrazia non porrà più ostacoli, che gli aiuti ad aziende, famiglie e lavoratori arriveranno più celermente, che la ripresa ci sarà ora che anche l’UE ci aiuta e chi ha più ne ha, più ne metta, con il TG 1 che fa sempre più da megafono per il governo.
Purtroppo la realtà è ben diversa perché povertà e disoccupazione aumentano, i soldi di Bruxelles non solo sono del tutto certi, comunque arriveranno a rate fino al 2022 e noi ogni anno dovremo pagare il nostro tributo a Bruxelles, quasi pari, nel biennio, a quel avremo non tutto insieme a fondo perduto, quindi quasi una partita di giro: e siamo tra i maggiori beneficiati dello sforzo compiuto, se l’Olanda non frenerà, dall’Unione. Ovviamente dovremo anche a fare i conti con il nostro debito che cresce visto che i nostri titoli di stato vanno, per fortuna, a ruba anche se aumentano appunto il nostro altissimo debito. Intanto la situazione socio-economica dell’Italia peggiora ogni giorno di più, il neo presidente di Confindustria Bonomi parla di altri disoccupati -da 700 mila ad un milione- se non arriveranno risorse, Confartigianato e Confcommercio sottolineano situazioni da brivido e Coldiretti e Confagricoltura elencano previsioni da paura. Gli ordini professionali, a partire da quello degli avvocati, lanciano continui allarmi e la nostra principale industria, ossia il turismo, è ferma e la ripartenza, se ci sarà, sarà, bene che vada, a metà anche per le imposizioni del famoso Comitato Tecnico-Scientifico che continua ad imporre condizioni come se si trattasse, per i suoi componenti, una rivincita sul fatto che il premier ha anticipato la riapertura. Altri Paesi hanno riaperto le frontiere, noi non sappiamo nemmeno se potremo andare da una regione all’altra e mentre i campionati di calcio sono ripartiti in molte nazioni dell’UE forse nel tardo pomeriggio avremo qualche lume sul nostro con un ministro dello sport, un grillino, che pare dipendere dal Comitato tecnico scientifico che impone rigidità assurde persino con quarantene di tutta una squadra se un raccatta-palloni venisse trovato contagiato. A proposito di assurdità ve ne segnalo una che è da urlo. Un disoccupato (in attesa della cassa integrazione, la moglie è anch’essa in cassa integrazione senza ancor aver ricevuto nulla) era già in grave difficoltà a dare da mangiare ai due figli ancora piccoli, poi gli hanno fatto un controllo ed è il tampone ha avuto il responso positivo. Subito in quarantena moglie e figli e tutti coloro con i quali è stato in contatto. Due giorni dopo doveva fare il secondo tampone, ma doveva pagarselo: un pasto per la famiglia o il controllo. L’ha aiutato la Caritas o altra organizzazione cattolica. Per fortuna il secondo tampone ha dimostrato che non era stato contagiato dal virus, ma il problema della sopravvivenza è rimasto anche perché gli è stata rifiutata la richiesta del bonus viveri in quanto cassaintegrati lui e la moglie anche se di euro non hanno visto ancora traccia. E questo non credo sia un caso isolato. Come ulteriore beffa a questo lavoratore la scuola calcio dove andava il figlio gli ha chiesto il pagamento anticipato per la nuova stagione: ai danni anche le beffe come le cartelle del fisco che continuano ad arrivare ed il contenzioso finisce dal giudice di pace che ha ripreso a lavorare.
Sono, queste, realtà che il Banco Alimentare constata, all’ennesima potenza, ogni giorno e il suo presidente parla di 10 milioni di poveri, mentre l’Istat prevede per questo mese 385 mila disoccupati in più ed afferma che la fiducia delle imprese è scesa ad un numero storico.
Certo, non è tutta colpa di questo governo, ma gli errori compiuti sono evidenti e l’imperizia -ed uso un eufemismo- di certi ministri risalta ogni giorno di più se esponenti della maggioranza invocano un rimpasto e l’ex- capo grillino Di Maio ed il leader di Italia Viva Renzi inviano, quasi quotidianamente, messaggi cifrati e non al premier Conte che manderebbero volentieri a casa e che, alla fine, diviene anche lui, pur senza accorgersene, una vittima della situazione. Il guaio che lo sono anche tutti gli italiani, ossia la stragrande maggioranza, esclusi coloro che dalla pandemia e dalle decisioni governative hanno tratto vantaggi o speculazioni.