IL PIANO COLAO PIACE AGLI INDUSTRIALI MA NON A CONTE CHE INSISTE CON GLI STATI GENERALI
Sembrava che Il nostro premier volesse optare per porre la sua candidatura per il seggio del senato che dovrebbe andare in votazione nel prossimo ottobre a Sassari e li sarebbe partito con il nuovo partito che Conte avrebbe intenzione di varare. La nostra rimarrebbe così terra di conquista, non bastava la burla di Berlusconi che ci aveva appioppato persino Luca Barbareschi. Per fortuna, ora sembra che ci sia aria di cresi con elezioni ad ottobre.
Così, ora fa anche la vittima, il premier Conte quasi preparandosi sia un alibi, sia per la motivazione per il varo di un suo partito in caso di crisi dell’Esecutivo e, quindi, di voto anticipato ad ottobre che non dispiacerebbe a Zingaretti e, nel contempo, anche a Salvini-Meloni.
Di certo l ‘avvocato del popolo” non molla sugli Stati Generali, vuole a tutti i costi quella passerella anche a rate, ossia a più riprese, ma partendo almeno da venerdì prossimo. Intanto glissa sul “Piano Colao” che piace agli industriali tanto che il presidente di quelli vicentini Vescovi ha detto chiaro e tondo: “I progetti sono condivisibili, mancano i tempi di realizzazione e gli obiettivi, comunque per la prima volta si mettono al primo posto aziende e lavoro. Ora il Governo spieghi cosa vuol farne e Conte dica subito se li vuole approvati”. Un chiaro riferimento al gelo che secondo alcuni quotidiani il premier ha accolto il piano che avrebbe voluto riservato ed invece Colao ha fatto conoscere ai mass media. Il fatto è che alcune proposte non piacciono affatto ai grillini e men che meno a Leu tanto che Bersani si è detto “radicalmente contrario alla sanatoria sul contante” per il rientro dei capitali dall’estero, indigesto anche a parte del Pd .
In questo clima di incertezze, scontri evidenti e liti riservate stanno aumentando i sospetti reciproci della volontà, con l’aggravarsi della crisi economica, di non rimanere in un governo che non riesce ad affrontare una situazione drammatica anche per l’ondata di tasse di giugno, ben 29 miliardi di euro, con un debito pubblico che supera, ormai, i 170 miliardi ed il Recovery Fund che, al massimo, può portare i primi benefici a luglio.
Meglio andare a casa,quindi, o per nuove elezioni ad ottobre o un governo di emergenza con , ad esempio, Cottarelli, visto che Draghi non ha accettato nemmeno l’invito per venerdì e non pare più disposto a guidare un Esecutivo d’emergenza dopo i danni compiuti dai giallorossi.
DALL’AZZOLINA UNA LEZIONE A SALVINI, MA LA TRECCANI LA SMENTISCE: CHE FIGURA!
E’ sempre peggio ed il rischio è che la scuola e, quindi, il Paese subiscano un danno gravissimo. Si va avanti,infatti, con l’improvvisazione ed il grillismo imperante, nel silenzio del Pd, ma in questo caso anche di Renzi, continui a commettere errori con una ministra inadeguata. I sindacati sono sul piede di guerra, i presidi lanciano, inascoltati, continui allarmi, decisioni assurde creano ulteriori problemi al punto che mancano ancora 1300 presidenti di commissioni per la maturità. mentre non si sa come riaprirà la scuola a settembre, prima con il plexiglass, poi senza, i continui cambiamenti e incombe la probabilità di ritrovarci ancora nel caos insegnanti per la pervicace ed ingiusta ostinazione dell’Azzolina di fare il concorso (ma quando ?) per assumere 33 mila precari, molti dei quali da anni insegnano, hanno fatto esperienza, ed avrebbero tutto il diritto di essere finalmente assunti, invece devono attendere il concorso che è come un quiz e, quindi, anche l’ultimo venuto può superare chi ha più esperienza e più merito:
La ministra ,inoltre, colleziona gaffes come quando ha suscitato ilarità, purtroppo anche pesanti sul web e questo va condannato, per aver detto “gli studenti non sono imbuti da riempire” Il clou, comunque, è stato quando volendo dare una lezione via twitter a Salvini che l’aveva criticata , bocciando il suo operato, gli ha risposto “non sai nemmeno come si scrive plexiglass” per il segretario leghista aveva adoperato una esse. Il guio, per l’Azzolina, è che era lei a non sapere come si scrivesse, o meglio confondere i suoi separé con i costumi da bagno – gioiello, considerato che la Treccani ha sancito con una esse e non con due come sosteneva la ministra grillina. Può sembrare un episodio di secondo piano, ma ha auto una vasta eco anche all’estero ed immaginatevi che brutta figura abbiamo fatto, una ministra dell’Istruzione che vuol dare una lezione di inglese-italiano ad un big politico ed è lei che fa uno strafalcione! Possibile non ci fosse una donna di cultura da mettere in quel ministero? Vada per il ministero dell’Agricoltura, ma, proprio alla pubblica Istruzione. Questa e peggio dello scarso Ministro della Giustizia. Forse sarebbe stata troppo autonoma ed indipendente e non ossequiosa alle direttive grilline, può essere, ma perché Zingaretti, Renzi e Leu e, più di tutti Conte, hanno accettato l’Azzolina ?)
PREOCCUPAZIONE PER LA BOLDRINI
La deputata del PD Laura Boldrini ieri ha tenuto alla Camera un intervento per ricordare George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso da un poliziotto a Minneapolis, la cui morte ha innescato una lunga serie di proteste non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.
Nel corpo del suo intervento la Onorevole del PD ha detto:
“Io non respiro perché sono donna;
io non respiro perché sono disabile;
io non respiro perché sono immigrata;
io non respiro perché sono mussulmana;
io non respiro perché sono gay;
Io non respiro perché sono lesbica;
io non respiro perché sono nera”.
Qualcuno preoccupato per quest’assenza di respirazione avrebbe detto di aiutare la onorevole specialmente quando la hanno vista inginocchiarsi, finché non si sono resi conto che la respirazione era regolare. Tutto faceva parte della scena. Sembrerebbe, comunque, che sia stata richiamata facendole notare che nell’Aula del Parlamento non ci si deve inginocchiare, neppure quando si sta “senza respirare”.