Siamo arrivati alla vigilia di queste elezioni amministrative che hanno visto una lunghissima campagna elettorale che ha impegnato un po tutti sia direttamente che indirettamente. Poche volte si è avuto un coinvolgimento così sentito, d’altra parte non poteva essere diversamente dal momento che si viene fuori da un quinquennio disastroso che non solo ha narcotizzato la politica ma, ancor peggio, ha mortificato gli elettori.
In questi giorni non si parla d’altro che di crisi economica, di tagli alla spesa, di richiamo ai sacrifici, tutto ciò non può che riflettersi su chi sarà chiamato alla responsabilità di amministrare gli enti locali.
Questo, il primo grande motivo di una scelta oculata su chi si manda a compiere il delicatissimo compito di amministrare. In tempi lontani, quando molti di noi eravamo convinti di vivere nel tempo delle vacche grasse, certi problemi non li sentivamo e solo ora ci rendiamo conto di cosa siano significati quei periodi, quando amministrava bene chi riusciva ad ottenere finanziamenti iperbolici per opere inutili: solo ora ci rendiamo conto del danno che abbiamo fatto non allo Stato, ma ai nostri figli, alle generazioni a venire.
Purtroppo in questa campagna elettorale c’è chi ancora sostiene che non bisogna votare quella lista perché se vincesse non avrebbe santi in paradiso che possano fargli arrivare facili finanziamenti. Costoro, sono la genia più pericolosa, non hanno capito che l’economia mondiale è alla frutta e che nel nostro Paese quella frutta l’abbiamo già mangiata a dismisura tanto tempo fa. Costoro non hanno capito che è arrivato il tempo che amministrare è cosa da persone serie e preparate, non da personaggi della politica naif.
Certo, l’abitudine è difficile da morire: si concorre per essere eletti, spesso lo si fa senza rendersi conto che poi quella elezione è un servizio che si deve rendere al cittadino e quel servizio va svolto con serietà, con spirito di sacrificio, ma anche e principalmente, con capacità. Se si hanno presenti questi principi allora non si vedranno più campagne elettorali dispendiose, non si sentiranno discorsi vuoti, i proseliti saranno sollecitati solo proponendo programmi, illustrando come si intende realizzarli e con quali mezzi, poi, lasciando la libertà all’elettore di valutare chi merita scartando quelli che mostrano di aver a cuore i propri interessi personali o di bottega.
Penso con grande ambascia a coloro che sono convinti che per amministrare per conto di una comunità sia sufficiente mettersi in gioco e che mostrare la propria faccia sia costruirsi un’immagine, penso a quelli che parlano senza pensare; penso a coloro che usano pensieri altrui facendoli propri senza capirli; penso a quelli che credono che la “cultura” sia acquisibile attraverso la “rete”. Misero è colui che pensa di fare il bene della collettività denigrando il prossimo o l’avversario convinto di poterne trarre vantaggio. Purtroppo c’è ancora chi si comporta in questo modo, dimostrando povertà di idee e di principi. Costui non potrà mai essere un buon amministratore anche quando dovesse essere eletto.
All’elettore vorrei raccomandare di non farsi ingannare dalle apparenze, mai come oggi è importante fare una scelta attenta su chi votare, Quasi mai chi strilla di più ha ragione, anzi, mai la ragione è di costoro.
Prima di mettere la croce sulla scheda valutate bene a chi votare, un errore costituisce un danno che dura cinque lunghi anni.
Buon voto a tutti.
Beppe Tusacciu