In questa lotta agli sprechi ho la sensazione che si sia voluto tagliare senza cognizione di causa. Eliminare alcune province, credo sia poca cosa per dimostrare i tagli alla politica. Pur cosciente che le mie considerazioni avranno ben poco ascolto, mi permetto di esprimerle almeno per uno sfogo personale.
Le province che si dovrebbero chiudere sono solo 36 ed il risparmio che se ne trae è cosa trascurabile, tant’è il massacro che viene fatto successivamente.
Cerco di seguire una logica: stabiliamo se le province hanno una loro utilità oppure no. Se hanno una loro utilità, allora non si capisce il criterio usato per stabilire perché alcune sano più utili di altre. Il numero degli abitanti non può rappresentare l’unità di misura per stabilirne l’utilità. Ben altri dovrebbero essere i motivi di valutazione per stabilire se su quel territorio ha motivo di autonomia in confronto ad un altro, oppure se si tratta solo di un fatto amministrativo.
Se invece si stabilisce l’inutilità dell’istituto, allora avrebbe un significato cancellarle tutte.
Eliminare 36 province ha un significato meschino in relazione al taglio sulle politica tanto decantato. Si avrebbe un nesso logico se invece si eliminasse dal nostro vocabolario la parola “provincia” e si sottolineasse la parola “risparmio”; più logico sarebbe se si andasse a cercare altre fonti ben più remunerative, se si andasse a chiudere alcuni rubinetti aperti da sempre e senza alcun controllo e facessimo fluire quell’acqua nel grande lago del nostro “Tesoro”: allora si potrebbero fare i conti sul risparmio vero, effettivo.
Il Ministiro Tremonti, al quale è stato rimproverato di aver fatto più il ragioniere che l’economista, potrebbe, fornirci qualche numero per poter fare i relativi confronti, per esempio:
- Le varie “Autorità” a cosa servono se non a pagare stipendi d’oro ad uomini che provengono in massima parte dalla politica?
- Perché eliminare le Province e non le inutili Comunità Montane e tutti quegli enti che vivono a latere di Regioni, Province, Comuni, come ZIR (Zone industriali regionali), Zone artigianali, Zone Commerciali?
- Perché non privatizzare tutte le società regionali e comunali, molte delle quali addirittura quotate in borsa?
- Perché non vendere, e non svendere come è stato fatto nel passato, gli immobili degli enti dello Stato e del parastato che, tra l’altro anziché produrre utili creano passivo?
Una volta, quando si presentava la necessità di fare una “manovra” per reperire fondi, si ricorreva all’aumento dei carburanti, ai tabacchi ed ai generi di monopolio; ora, ai carburanti non è più necessario ricorrere, ci pensano le compagnie petrolifere a metterci del loro, aumentano indiscriminatamente alla pompa e lo Stato anziché intervenire ne approfitta perchè gode del progredire delle accise.
Altro che eliminare 36 province per buttare polvere negli occhi del cittadino con un taglio fasullo alla politica.
Al prof. Tremonti, che viene accusato di fare il ragioniere, mi piacerebbe poterle consigliare di farlo veramente il ragioniere o, magari, di chiamarsi un ragioniere sottoposto del Provveditorato del suo ministero, forse gli servirebbe per farsi una cultura sugli sprechi che vengono fatti con le spese per acquisto di arredi, suppellettili, contratti di manutenzione e pulizie, cancelleria ed altri acquisti vari, poi, se trova ciò che cerca (e lo trova), quello stesso servizio lo imponga a tutti i Ministeri, alla Camera dei Deputati, al Senato, alla presidenza della Repubblica e a tutte le Istituzioni.
Un esempio che vale per tutto: La Camera dei Deputati, fa una rassegna stampa quotidiana di circa 300 pagine, che viene distribuita a tutti i deputati ed agli alti funzionari e che poi mette in rete. Identica cosa fa autonomamente il Senato e la Presidenza del Consiglio, eguale cosa per la presidenza della Repubblica e per tutti i ministeri, nonché per le Autorità e Istituzioni. Questo, oltre al lavoro di centinaia di addetti, rappresenta quintali di carta, fotocopiatrici, inchiostro, distribuzione e quant’altro possa necessitare per l’abbisogna. Non sarebbe più semplice dare in appalto il servizio, metterlo in rete alle sette del mattino in modo che tutti potessero usufruirne ad un costo minimo?
Si, il Ministro Tremonti farebbe bene a parlare con i veri ragionieri , quelli che hanno presso il diploma presso i vari ITC pubblici, forse riuscirebbero a fargli capire che operando da “buon padre di famiglia”, il sangue del Presidente Berlusconi potrebbe continuare a scorrere tranquillamente nelle sue vene, dando prova al cittadino che se sacrifici si devono fare, sono giustificati da una necessità vera e comunque, si avrebbe la coscienza di una sana amministrazione.