Le elezioni, con gli ultimissimi avvenimenti, sono sempre più vicine, anche se renzi continua a parlare in funzione di “mille giorni”. D’altra parte, lo spettacolo che ha portato all’undicesima votazione per l’elezione dei due membri della Consulta, non facilita la stabilità politica che, ovviamente si riflette sul Governo. I sondaggi, poi, portano tempesta negli alleati governativi del Pd che, come si legge su tutta la stampa, continua a perdere popolarità e, seppur sia sempre in limiti di sicurezza, anche per il premier non sono rose e fiori. Scelta Civica si è dissolta come neve al sole, mentre il Nnc e l’Ucd uniti se si votasse oggi, con l’Italicum o quel che resta del porcellum dopo la sentenza della Suprema Corte, non avrebbero rappresentanti in Parlamento. Il patto del Nazareno colpisce ancora, mette in crisi gli alfaniani e manda in bestia gran parte della sinistra dem ed irrita i forzisti dissidenti alla Fitto.I quali, però, è probabile si calmino visto che Berlusconi, considerato che tira aria di elezioni anticipate, tende a differenziarsi dal governo . Quanto al Nuovo Centro Destra il nervosismo di Alfano è sempre più evidente e, ormai, siamo al grande gelo con Renzi. Lo si è visto anche alla Camera quando il ministro dell’Interno ( fino a novembre ? poi potrebbe passare al ministero degli esteri) non solo non ha applaudito il discorso del premier sull’attività di governo, ma pur essendogli accanto se n’è andato senza stringergli la mano,come s’usa in questi casi, e addirittura senza salutarlo.
Dei centristi scarse le tracce . Solo Pierferdinando Casini , che non pare più in grande sintonia con la sua UDC guidata dall’amico di un tempo Cesa, è ricomparso sulla scena politica con numerose apparizioni tv e dichiarazioni nelle quali appoggia, sì, il governo, ma con sottili distingui o critiche camuffate da consigli. L’impressione è di chi si consideri una riserva di lusso,non si sa mai cosa può accadere con un’eventuale crisi governativa, non dimentichiamo che lui è anche presidente dell’Internazionale Dc e di centro. Comunque sia, l’ex-presidente della Camera è tornato in prima fila e le immagini trasmesse dalla TV della Camera l’hanno sorpreso a cordialissimo e sorridente colloquio con il presidente dei deputati forzisti Brunetta, mentre i maligni parlano di un suo riavvicinamento a Berlusconi e, come si sa, il figliol prodigo è più considerata dal figlio rimasto fedele.
Un quotidiano sostiene che quel figlio prodigo potrebbe essere Alfano.. Ho i miei dubbi, sarei propenso quasi ad escluderlo, considerato anche il suo nervosismo ed il pressing fatto da Verdini e company su vari parlamentari alfaniani affinchè tornino all’ovile e, quindi, ad un possibile futuro seggio, sempre più aleatorio se rimangono in compagnia dei Quagliarello, dei Formigoni e dei Cicchitto..
Il fatto è che il ministro dell’Interno è tra l’incudine e il martello. L’incudine è il “resuscitato” Berlusconi con l’intesa, sempre più stretta e, probabilmente,proiettata nel futuro, con Renzi, il martello è il premier che è stanco di simili inquieti e temporanei alleati che ad ogni piè sospinto dicono che rimangono al potere per amor di patria, ma sono antagonisti al premier e al suo partito. Per questo i renziani non hanno stima degli alfaniani, necessari per la maggioranza, ma destinati a prendersi, di tanto in tanto, qualche bastonatura , com’è capitato al ministro Lupi, e ad essere mandati a casa quando non serviranno più.
C’è, quindi, da meravigliarsi del grande gelo Alfano- Renzi con il premier che nel suo discorso alle Camere ha, sì, di nuovo parlato dei mille giorni “per far ripartire il Paese,” l’ultima chance per rimettere in pista l’Italia”, ma anche accennato, per la prima volta, anche al voto anticipato. “Non temo il voto” ha detto , prendendosela, in successivi passaggi, con la magistratura, i sindacati e tutti coloro che criticano essendo stati in posizione di primo piano in tutti questi anni facendo solo danni. Sì, ha anche aggiunto “ma puntiamo a finire la legislatura” e “la legge elettorale la faremo subito,non per andare a votare”, tuttavia è stato un modo per dire : o mi fate fare le riforme che voglio o si va al voto anticipato. E siccome gli ostacoli a quelle riforme non mancheranno, mentre la situazione economica peggiora sempre più con l’Italia “in piena recessione”, unico Paesi tra i sette grandi come testimonial’Ocse , secondo voi cosa è più probabile : elezioni anticipate o mille giorni ancora con questo governo ?