di giustus
Giro, sento, leggo cose che, pur non meravigliandomi più di tanto, creano un certo imbarazzo al doverle tradurre in notizie. L’imbarazzo è dettato, più che altro, da non trovare spiegazione a certi atteggiamenti.
Non mi è mai piaciuto il calcio-mercato, in ogni caso, seppure ad alto livello, considerato le cifre che volano, rimane sempre una specie di tratta di esseri umani. Poi la cosa, sul piano pratico peggiora quando questo mercato si fa durante il campionato, con la palla in movimento.
Ebbene, questo è quanto sta avvenendo in questi giorni a Santa Teresa, nei traffici della campagna elettorale ormai entrata nel vivo.
Parlare di programmi è troppo difficile: solo le figure della scacchiera si schierano, non c’è regola, chi ha la mano più lunga raccoglie la regina della parte avversa, i pedoni si spostano, camminano da soli da uno schieramento all’altro, i colori non sono più distinguibili, non c’è più partita.
Da un giorno all’altro non si capisce più chi sta da una parte o chi sta dall’altra, se si va a fondo non si fa fatica a notare che non vi è più etica, non parliamo di idee, solo le vecchie generazioni mantengono le posizioni, ma hanno partita persa. Eppure, a ben guardare, a girare sono sempre gli stessi personaggi, sono quelli che nulla hanno fatto e nulla faranno ovunque allochino la loro posizione, solo confusione.
Confusione che deviano anche verso gli altri, verso una popolazione che stenta a rendersi conto verso quale indirizzo dovrà dare il proprio assenso, la delega ad essere rappresentato.
La scelta, se fatta in piena coscienza diventa difficile, bisogna avere una certa capacità di discernimento: ma come, il mio amico ieri era da una parte ed oggi me lo ritrovo dall’altra. Mi piaceva come stava facendo, poi, cosa sarà successo? Vabbene che siamo di carnevale, la festa dei colori, ma, la chermesse sta per terminare e poi? Il rosso non è più rosso, ma neppure rosa, credo stia per diventare bianco, ma chissà? Il bianco sta diventando rosa, rimarrà tale sino alla fine?
I misteri della politica paesana, a Roma, in coatto, definirebbero questi atti come: “salta chi zompa”, per me è solo un caleidoscopio che per effetto fisico i vari colori si mesxolano, divengono misteriosamente un colore unico, un non colore che oserei definire ibrido, perchè si tratta di persone altrimenti dovrei dire, neutro.
Il paese, inteso come ‘cittadini’, è sempre quello che ne paga le conseguenze: la crisi incombe, il lavoro è assente, le tasse aumentano, qualche volta inspiegabilmente, programmi non se ne vedono, rimane la speranza che arrivi il bel tempo, e, se non sopraggiunge qualche calamità naturale, il buon Dio faccia deviare qualche turista per Santa Teresa e si possa almeno fare ancora qualche stagioncina di un paio di mesi, almeno per la sopravvivenza.
La politica? Avremo modo di parlarne ancora.