By giustus
Leggo su La Nuova Sardegna una notizia di poche righe. Senza entrare nel testo, il titolo già dice tutto: “Centrodestra – Forza Italia, sono cinque i leaders. Berlusconi sceglierà tra Cappellacci, Pittalis, Nizzi, Floris e Cicu”.
Poche parole sufficienti per rendersi conto come vanno le cose da noi e non solo.
Anche non volendo dir nulla sui personaggi indicati, se quanto riportato da La Nuova corrisponde al vero, e non vi sono motivi per dubitarne visto che nel corpo dell’articolo vi sono alcune dichiarazioni che lo confermano, tutto questo è la vera aberrazione della democrazia.
Che in Sardegna, e non solo nella nostra regione, Forza Italia latiti è cosa risaputa. Se in passato un briciolo di presenza vi è stata, allo stato attuale si è dissipata. Si sono dissipati gli aderenti, sono anni che se ne è persa ogni traccia: potrei anche commettere un errore di valutazione ma, per quanto riguarda la Sardegna, la latitanza abbia avuto inizio con la elezione di Cappellacci al governatorato.
Il popolo forzista sardo non ha mai accettato quella imposizione di Berlusconi di voler far eleggere un illustre sconosciuto. Il colpo di grazia fu poi portato quando candidò Luca Barbareschi al Parlamento. Tutto a voler dimostrare che il partito era cosa sua e ne disponeva nel modo che, forse, riteneva meglio.
Ma, un partito non è un’azienda, la sua azienda, un partito è fatto di uomini ma anche di idee, di ideali, di valori, di principi e, fra questi vi sono libertà e democrazia.
Come scrivevo in apertura, nulla a dire nei confronti delle singole persone -a parte Cappellacci che ha dimostrato abbondantemente di non saper governare. Questa è solo una mia personale opinione,-, tutte candidabili per un incarico di “segretario regionale”, tutti all’altezza di gestire il partito, di organizzarlo per renderlo tale, ma, proprio per questo, perchè non aprire ad una competizione congressuale? Perchè non procedere con una campagna di tesseramento? Perchè non dare la parola agli iscritti? Perchè non aprire un dibattito interno anche via web?
Mi si potrà obiettare che così funziona dappertutto: è vero è un male che attanaglia quasi tutti i partiti che sono più entità di vertice che di base dimenticando che, alla fine, è a quest’ultima che si deve rendere conto, è la base che dovrà esprimersi nella cabina elettorale, ed ha tanti modi per esprimere il proprio consenso, può cambiare partito, può iniziare una intensa azione di protesta, può esprimere il proprio dissenso non partecipando al voto. E’ quanto sta accadendo ormai da un po di tempo, il cittadino italiano è stanco di essere a margine, il cittadino italiano vuole partecipare, vuole essere attore e non comparsa, vuole decidere della propria vita. Certo, tutto questo non va molto bene per chi comanda, va molto meglio prendere il potere con una minoranza di partecipanti al voto e poi gestire per tutti, ma, quanto può durare tutto questo?
Mi sembra che il disagio rappresentato dall’On. Fitto corrisponda proprio a questo stato di cose, lui è uomo di partito non di apparato.Lui giovane, vecchio politico, sa bene che se si vuole crescere è indispensabile mettersi continuamente in gioco, mettere la propria faccia in primo piano. Fitto, non mi sembra abbia mai messo in discussione la leader- ship dell’On. Berlusconi e sa bene che se si mettesse in gioco, Berlusconi vincerebbe perchè nessuno vuole farlo fuori, ma, uno è imporre la propria figura, altro è farla scegliere. Questo dovrebbe valere per il vertice e, di conseguenza per tutta la struttura.
In fondo, l’On Fitto cosa chiede? Solo un po di democrazia.