By giustus
Vedere le cose dall’esterno, con distacco, è spesso interessante. Lupi è fuori dal governo, la pratica è ormai archiviata. Guardando la cosa con cinismo politico si potrebbe dire che il caso Incalza ha funzionato alla perfezione come pretesto per far fuori un ministro che stava diventando scomodo. Con le premesse che, secondo quanto il Premier sta sbandierando, la ripresa economica è un fatto e Lupi stava diventando un ministro fra i più “pesanti” e, poichè tutti i mali non vengono per nuocere, Lupi poteva essere sacrificato.
Ricostruiamo brevemente le vicende che hanno portato Il ministro Lupi alle dimissioni.
L’inchiesta verso Ettore Incalza, sarà casuale, parte dalla Procura di Firenze. Il personaggio, ufficialmente era in pensione, in realtà era rimasto saldamente al comando continuando a frequentare e gestire gli uffici apicali del Ministero, impartendo disposizioni e discutendo direttamente con i ministri che si sono succeduti per circa diciasette anni, sulle pratiche da far rifinanziare al Cipe e su quelle, invece, da abbandonare al loro destino. Sulla stampa fanno la loro comparsa le prime intercettazioni, per le quali il ministro non viene chiamato in causa e, quindi non risulta indagato.
Da quelle intercettazioni partono le prime bordate da parte dei grillini che secondo loro sono motivo di dimissioni del ministro.
Il Governo non reagisce, Renzi è “uccel di bosco”, neppure il partito di Lupi si sbraccia, praticamente, viene lasciato solo.
Lupi oppone resistenza, lo accusano di collusione con gli imputati per una telefonata che il ministro ha avuto con Ettore Incalza, ingegnere di indubbia fama, al quale chiedeva di ricevere il figlio, laureatosi in ingegneria con il massimo dei voti e vincitore di una borsa di studio del Politecnico di Milano, negli Stati Uniti. A Incalza il ministro chiedeva l’incontro con il figlio più per una valutazione tecnica e, eventualmente, dei consigli professionali.
L’ing. Incalza, dopo aver ricevuto il figlio del Ministro, di sua iniziativa senza nulla dire al ministro, faceva una telefonata all’Ing, Perotti, (inconsapevole che il Perotti fosse un vecchio amico di famiglia del Ministro), noto professionista, direttore ai lavori di diverse opere pubbliche in cantiere, risultato poi coimputato nelle vicenda.
Quest’ultimo, già a conoscenza della laurea del ragazzo per aver partecipato alla festa, decide di proporre una collaborazione temporanea al ragazzo, in attesa del suo trasferimento negli States.
Da quì nascono tutte le accuse verso il ministro. Secondo i grillini che, nel frattempo hanno pure presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Lupi, lo accusano di aver raccomandato il figlio per un posto di lavoro. Lupi fa presente che lui non ha mai raccomandato il figlio. Sta di fatto che i magistrati inquirenti, in possesso delle intercettazioni, non hanno ritenuto di svolgere alcuna indagine nei confronti del ministro, ne per questo, ne per altro.
Questo si è dimostrato insufficente perchè il governo, nella figura del Presidente, si opponesse alle accuse che venivano rivolte verso un suo membro. Stesso valga per quanto riguarda il Nuovo Centro Destra, nella figura del suo leader Angelino Alfano, cosi Lupi dopo alcuni giorni di resistenza, blandito dal PD, non sostenuto dal suo partito ha deciso di dimettersi.
Questa, un’abbreviazione della vicenda.
Io mi permetto di avanzare una mia ipotesi: come scrivevo in apertura, l’indagine sulle grandi opere viene fuori dalla Procura di Firenze, è la stampa di quella città a darne notizia per prima e, giunge al momento giusto, almeno per chi vive nella fase politica di questo ultimo periodo.
Far fuori Lupi torna giusto solo al PD che, se non vi fosse un calcolo politico, alle dimissioni di Lupi sarebbe dovuto subentrare al governo, nello stesso ministero, un uomo del NCD. Neppure per sogno. La cosa è indiscutibile. Addirittura Renzi fa una sua dichiarazione dicendo, che pur prendendo atto che le dimissioni sono giunte per decisione personale del ministro: “L’Italia torna ad essere un Paese normale”.
L’abbandono di Lupi al suo destino da parte del suo stesso partito, non è andata giù alla On. Nunzia de Girolamo che, prima del suo collega aveva dovuto lasciare il ministero dell’agricoltura per motivi simili che, tacciando di ‘traditore’ Alfano che considera asservito a Renzi e di non essere più credibile nella costruzione di un serio centro-destra, sarebbe tentata di uscire da quel partito per tornare nelle file di Forza Italia. Alla De Gerolamo fanno sponda altri scontenti di stare in una maggioranza dove il Premier fa quello che vuole senza avere nessun rispetto per gli alleati.
Le stesse cose sono emerse nella riunione organizzata dai Bersaniani dove Dalema ha attaccato il Premier direttamente richiedendo più dialogo, più rispetto, più democrazia.
sul caso Lupi è intervenuto Bersani dichiarando che bisogna mettere un freno sulla divulgazione delle intercettazioni che infangano anche chi nulla a che vedere sul malcostume e sulle corruzioni.
Credo che per Renzi, i prossimi giorni non saranno facili, le opposizioni faranno il loro mestiere, ma i problemi arriveranno pesantemente anche dalla maggioranza di governo e, i più duri saranno proprio quelli del suo partito, il PD.