Un critico d’arte, Giovanni Zavarella, su un’altra personale di Nicoletta Tarli, scriveva di lei: “è una pittrice in cammino che persegue bellezza e conoscenza. Con negli occhi le lacrime della malinconia esistenziale”.
Chi conosce Nicoletta sa quanto di vero c’è in queste parole. In effetti, nelle sue opere sia in quelle attuali che in quelle del passato recente, data la sua giovane età, traspare il grande travaglio, goduto e subìto, durante la sua vita. Ma, la sua arte non è solo condizionata dagli eventi della sua vita, Nicoletta subisce piacevolmente la bellezza del territorio dove vive, l’Umbria, con la dolcezza dei suoi paesaggi, immutati nei secoli, oggetto di grandi pittori che vanno dal Perugino a coloro che hanno rappresentato il Rinascimento umbro.
Ai panorama in retrospettiva richiamati in quasi tutti i dipinti di Nicoletta ritroviamo, in primo piano, delle figure femminili, lavoratrici nei campi, prima, che ci guardano con disperazione, poi addirittura senza volto e, casualmente, senza mani.
Non essendo un critico d’arte ma limitandomi alla sola osservazione e quindi propenso alla cronaca, ritengo che tutto questo sommarsi di espressioni diverse, di momenti della sua vita, di un0 stato d’animo complesso.
Nell’osservazione mi viene in mente che Nicoletta abbia volutamente tratto la sua ispirazione, nell’esporre le sue immagini a quel primo rinascimento, quello che i pittori dell’epoca mettevano in primo piano quelle figure che nulla avevano a che vedere con il paesaggio su cui erano state poste e che, molto appropriatamente, chiamavano “capriccio”. Nicoletta è andata oltre, le sue figure, il suo “capriccio” non a caso non è collocato fuori posto, anzi direi, seppur con proporzioni diverse, che è sempre inserito nel contesto del territorio, Lei, nell’intento di dargli maggior risalto, lo colloca in primissimo piano, esaltandone le forme. Una forma nuova per esaltare la fatica del lavoro dei campi ed il desiderio di emergere quel lavoro femminile che non si ferma di fronte a nessuna fatica. L’importanza del ruolo della donna nello scorrere dei tempi, l’evoluzione della stessa nello scorrere della vita, della sua indispensabilità.
Questa è Nicoletta Tarli, una mente vivace, uno spirito libero, tutto creazione: dipinti belli per i colori che, come dicevo all’inizio, rispecchiano la dolcezza della sua terra, come il suo animo.
Ma, Nicoletta non è solo pittura. In questi ultimi tempi, pensando più al prossimo che a se stessa, ha trasferito una parte della sua creatività verso altre materie: ha voluto creare una “bambola” di pezza, particolare e, per non farsi mancare nulla crea dei gioielli di sua ideazione, monili bellissimi per signore di tutte le età.
Questa è la Nicoletta che troverete da lunedì 1 agosto presso la ex-bi di Santa Teresa Gallura in una sua vernice, a partire dalle ore 19,00 sino all’8 agosto 2016, sarà Lei stessa a ricevervi e, su vostra richiesta, a parlarvi delle sue opere.
Beppe Tusacciu