IL N.Y. Times ci degna, ma, che brutta figura!
Ve lo immaginate. il N.Y.Times si occupa di Roma. Per caso, mi è capitata sotto gli occhi una notizia dove, appunto, la nostra capitale era assurta agli onori della cronaca newyochese. Approfondisco la ricerca e trovo l’articolo originale che regolarmente traduco con i potenti mezzi di traduzione on-line e, cercxando di interpetrare quanto mi è stato tradotto, entro nel corpo del pezzo. Ebbene, il sindaco Marino viene descritto come un “Forrest Gump” , incapace di affrontare “una crisi che più che politica è morale, culturale, sociale.” Una crisi che sta devastando Roma, la capitale d’Italia, sì che i romani ,”nonostante l’abituale cinismo, sentono che la loro città sta crollando”. Questa è la sintesi di come, uno dei più prestigiosi quotidiani internazionali, il New York Times, descrive Roma, non risparmiando nulla sull’intreccio perverso tra mafia e politica, sul degrado constatato in vari quartieri e nulla risparmiando a Ignazio Marino. Un buon uomo, il sindaco, certamente onesto, ma un debole, di fatto un incapace, non adatto al posto che ricopre e, quindi, nell’impossibilità di arginare la clamorosa decadenza di un ex-nobile. Una decadenza visibile – scrive il giornale Usa – nei mezzi pubblici che non funzionano, nella “monnezza” per le strade, negli episodi di microcriminalità che investono anche quartieri un tempo “in”.
No, non ne usciamo bene da queste descrizioni che tratteggiano una metropoli che è all’angolo, cioè una vecchia matrona stanca e sfiduciata. E non mi pare, questa, una bella pubblicità per una città che vive molto di turismo e che si appresta ad affrontare i milioni di fedeli che verranno per il Giubileo.
Intendiamoci, le colpe di questo degrado risalgono su nel tempo, non gettiamo la croce solo sul sindaco Marino. Che ha, però, la responsabilità di non essersi accorto di quel che accadeva di losco, di illecito, di mafioso sotto di lui, impregnando di illegalità vari strati del Comune. Ed ora ha quella di voler stare a tutti i costi al suo posto , sfiduciato di fatto dal suo leader di partito e premier Renzi e difeso ,assurdamente, dal presidente del Pd Orfini che non vuole un voto anticipato perché, probabilmente, vincerebbe le elezioni un grillino o, più probabilmente, Marchini.
Questa volta il decisionista Renzi, forse anche alle prese con troppi problemi, sta smentendo questa caratteristica e non riesce a rottamare un sindaco che, rimanendo, fa male a sè, a Roma, ai romani e al Pd. Né il segretario-premier si riscatta facendo sfiduciare il governatore siciliano Crocetta. Qui si prende addirittura dei sonori schiaffoni perchè il presidente della Regione Sicilia , nonostante anche la vice-segretaria nazionale del Pd Serracchiani gli abbia detto di dimettersi, rimane al suo posto perché si rifiuta di fornire le sue carni a “famelici carnefici” e parla di “poteri occulti “ che distruggono la democrazia. Sarebbe interessante sapere che tra questi carnefici e questi anti-democratici inserisce anche i big del Pd nazionale che, a più riprese, gli hanno detto di andare a casa: Se lo facesse, non è tanto ma sarebbe un fatto.