LE STELLINE DI GIUSTUSBLOG

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LA GRANDE BEFFA DEGLI STATI GENERALI: TUTTI CHIEDONO FATTI E SUBITO , MA CONTE RINVIA
Nella completa baraonda degli “Stati Generali, nella girandola di interviste televisive, comunicazione al Parlamento e quant’altro stia succedendo al nostro Presidente per caso, abbia avuto la percezione o il motivo di chiedersi che il rischio vero imminente e immanente sia il collasso per le scadenze tributarie, senza contare ciò che tutte le categorie ed i sindacati gli hanno fatto presente il crollo dei consumi e che questo mette a serio rischio circa un milione di posti di lavoro solo per quello che riguarda il commercio.
Dinnanzi a questo quadro che definire drammatico è dir poco l'”avvocato del popolo”, premier per caso Conte che fa? Rinvia tutto all’autunno mentre la “casa Italia” sta bruciando
La previsione era che gli Stati Generali non avrebbero portato bene, anche alla luce della storia, a Giuseppe Conte, ma nessuno poteva prevedere a questi livelli perché le conseguenze le subiscono tutti gli italiani. Il problema è che il premier cerca, disperatamente, di guadagnar tempo dinnanzi alla crisi dei grillini, alla mancanza di risorse vere per mantenere tutte le promesse fatte ed alle sempre maggiori divisioni nella maggioranza parlamentare, al Pd che ora appare all’offensiva con il segretario Zingaretti che, con una lettera a “Repubblica” intima al governo di bloccare la vendita delle due navi da guerra all’Egitto se non ottiene il processo per gli uccisori di Regeni e Conte ha già firmato, ma manca la firma di Di Maio .
Sono, come si vede, condizioni pesantissime, con la politica che fa un totale passo indietro con innovazioni di non facile sperimentazione perché totalmente nuove nel panorama democratico . D’accordo che i politici di oggi, molti dei quali ad iniziare dal premier, senza alcuna esperienza anche parlamentare, quindi trovatisi ai vertici proprio per puro caso, non offrono fiducia alle forze sociali ed imprenditoriali, ma non sarebbe meglio sostituirli con persone più qualificate invece di attuare una rivoluzione che potrebbe addirittura aggravare i problemi invece di risolverli in questa emergenza?
Si dirà: “Si, ma con chi?”. Non mi stancherò mai di dire che con un Draghi o un altro del suo calibro a Palazzo Chigi, ministri alla Cottarelli ed anche alcuni politici odierni sui quali meriti puntare, anche Bonomi tornerebbe ad un normale dialogo con un governo che saprebbe apprezzare il binomio azienda-lavoro.
In questa situazione più che caotica Matteo Renzi che in TV si chiede, cosa intende fare ? Insistere su Conte che non decide e rinvia tutto a settembre mentre la “Casa Italia” brucia, significherebbe un disastro per gli italiani ed un suicidio politico per l’ex-premier che, invece, ha ancora molte carte da giocare.

BONOMI ATTACCA (“SERVE UN GOVERNO DIVERSO”)E CONTE SI SCUSA PER I RITARDI , MA NON RISPONDE ALLA RICHIESTA DI RESTITUIRE ALLE IMPRESE 3,4 MILIARDI DI ACCISSE SULL’ENERGIA E ALTRI DEBITI DELLO STATO
Un vero disastro l’incontro del premier Conte con le varie associazioni degli i imprenditori: Dinnanzi al durissimo attacco del presidente di Confindustria Carlo Bonomi (“serve un governo diverso”, “è mancata qualsiasi visione sulla fase 3”, ci sono stati ritardi su tutto) non ha saputo che scusarsi, dire che “è una fase drammatica”; che il governo ha un’attenzione costante per le imprese; che ” il quadro macroeconomico è molto complesso”; “ci sono problemi strutturali che si trascinano ” e “se non li affrontiamo adesso difficilmente avremo un’altra occasione. E dobbiamo affrontarli insieme”; che “facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando ed abbiamo l’umiltà di ammettere errori e ritardi”; che “terminato questo ciclo di incontri ” riceveremo la “versione finale del piano per il rilancio”, così” andremo a ricavare le priorità, a dare una prospettiva diacronica ai progetti: Dopoché ricaveremo il più stretto Recovery Plan – quello su cui chiederemo il finanziamenti all’UE – che presenteremo a settembre”:
Tutto al futuro, insomma, nessuna risposta alle richieste di Confindustria, il cui presidente ha sottolineato come “la cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese” e che ci sono stati “gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità”. Quindi ecco l’affondo di Bonomi: “Chiedo immediato rispetto per la sentenza della Magistratura che impone la restituzione di3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che impone la restituzione”: Egualmente ha richiesto il pagamento dei debiti contratti dallo Stato con le aziende, altri miliardi di euro che ballano.
Forse con questo governo sarà difficilissimo se consideriamo che molti provvedimenti di questa fase emergenziale restano al palo perché manca l’81% dei decreti attuativi come ha ben documentato un’inchiesta di un quotidiano non sospetto d’essere prevenuto verso Conte, ossia “Avvenire”, il giornale dei Vescovi italiani, il quale ha scritto: “servono 135 provvedimenti ministeriali per rendere veramente effettive le misure previste dai vari decreti per l’emergenza coranavirus. Finora ne sono stati varati 31.”, ossia appena il 19% del totale. Commenta “Avvenire: “la drammaticità della crisi prima sanitaria e, poi, economico-sociale scatenata dall’epidemia del coronavirus imporrebbe risposte rapide oltre che efficaci.
Ma anche quando governo e Parlamento concludono l’iter dei provvedimenti, spesso attraverso la spinta del voto di fiducia (per bloccare la discussione e gli emendamenti -ndr), il processo è ben lungi dall’essere concluso:”
Non sarebbe stato meglio che Conte invece degli Stati Generali si fosse preoccupato di rendere effettivamente operativi i suoi decreti di Presidente del Consiglio dei Ministri, oltretutto immodificabili dallo stesso Parlamento? E c’è da meravigliarsi se il presidente di Confindustria Bonomi vorrebbe “un governo diverso alla Draghi”, aggiungendo “Di lui o di un altro tecnico di alto livello ci potremmo fidare perché saprebbe deve mettere le mani e avrebbe un approccio pragmatico in grado di garantire la ricostruzione del Paese? Poco tempo addietro anche Matteo Renzi era della stessa idea di Bonomi e se oggi il coordinatore del suo partito Italia Viva, ossia Ettore Rosato, dice: “Conte dovrà tenere in massima considerazione le proposte di Confindustria che ha lo stesso nostro interesse: far ripartire il Paese, mentre sembra mancare la consapevolezza della necessità di azioni rapide e concrete” lui (dico l’ex-premier) non ha qualcosa da aggiungere?