L’U.E. in crisi non ha difesa

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La nuova strage terroristica in Francia conferma, purtroppo tragicamente, che un‘Unione  Europea in crisi, divisa e lacerata da risorgenti nazionalismi, non ha difesa. E’ assente, infatti, un’intelligence europea, non esiste  un vero scambio di informazioni tra quelle dei vari Paesi, non si è costituito  un esercito europeo e la politica estera comune è un sogno.

Di contro, facendo molte delle Nazioni UE parte della Nato, continuiamo nelle sanzioni contro la Russia, facciamo manovre militari ai suoi confini e consideriamo la Russia un potenziale pericolo al punto da inviare truppe, italiane comprese, a quei confini. Più autolesionisti di così si muore considerato che abbiamo bisogno di Putin nella battaglia contro il terrorismo.

Il fatto è che stiamo pagando clamorosi errori  commessi dall’Occidente in passato  e ripetuti, più recentemente, dagli Stati Uniti  nelle aree  strategiche ricche di giacimenti petroliferi. Troppe volte, infatti, si sono aiutati, anche militarmente con grandi forniture di armi, dittatori, poi divenuti nemici e, quindi, abbattuti, lasciando, però, i loro Paesi divisi e con i fondamentalisti islamici forti di quelle armi e di alcuni giacimenti petroliferi. E’ accaduto in Iraq, s’è ripetuto in Libia con l’aiuto francese di quel Sarkozy che ora vorrebbe rimontare in sella, si stava ripetendo, se non c’era il “no” della Russia e, soprattutto, di Papa Francesco, in Siria che , di fatto, controlla il Libano dove è stato scoperto sulla costa il più grande giacimento di gas del mondo,

Troppe volte, inoltre, Obama ha chiuso gli occhi su due alleati come la Turchia e l’Arabia Saudita  che aiutavano l’Isis, il quale applica le stesse leggi, pur estremizzandole di più, dei sauditi, con i turchi che  continuavano a perseguitare i curdi .

Troppe volte, infine, l’Occidente, nel suo complesso,  ha ritenuto di utilizzare per i propri interessi economici e strategici l’atavico odio tra Sciiti e Sunniti che tante vittime innocenti ha provocato anche tra gli arabi.

Ciò che è accaduto e sta accadendo in Iraq, in Siria e Libia, ad esempio, conferma ampiamente questo quadro al quale va aggiunta la situazione delle balie francesi e belghe, dove la crisi economica  ha lasciato, spesso senza lavoro i figli  dei molti immigrati dalle ex-colonie africane  divenuti francesi a tutti gli effetti ed attratti dallo  stato islamico e dalle sue suggestioni  sino a divenirne, in parte, simpatizzanti o militanti, quest’ultimi potenziali terroristi come s’è visto. E’ questo è quanto sta avvenendo con i nostri immigrati.

Dinnanzi a tutto questo l’UE è incapace di farsi una vera difesa o di integrare realmente le intelligence dei vari Paesi per uno sforzo comune di prevenzione, concordato anche con quelle statunitensi. Non si può,certo, dire che la Francia sia, comunque, sprovveduta in questo settore.Tutt’altro. Il capo dei suoi servizi segreti, in una udienza riservata all’Assemblea generale, aveva detto che erano da prevedersi attentati con camion-bomba. Si avevano, dunque, alcune informazioni utili che, se confrontate con quelle di altri Paesi, potevano forse evitare la strage di Nizza .E lo stesso presidente del consiglio francese  aveva detto, dopo i sanguinosi attentati di Parigi, che la scia di sangue sarebbe, purtroppo, continuata con altre vittime innocenti. Di fatto è l’ammissione di una situazione  senza controllo: dinnanzi a questo, dinnanzi alle ripetute stragi terroristiche che fa Bruxelles, intendo l’UE? E’ assente al di là delle solite condoglianze di rito. Non assume iniziative concrete, solo parole al vento e solidarietà di facciata.

Si dice che le sconfitte subite dall’Isis sul piano militare, sino all’insidia delle sue roccaforti abbia scatenato questa nuova  ondata  terroristica. Può essere, ma siamo proprio sicuri che l’Occidente abbia fatto tutto quello che era necessario contro l’Isis, chiedendo l’aiuto della Russia? E la riluttanza di Obama a non andare al di là sia dell’invio di gruppetti di truppe speciali, sia  dei bombardamenti, che in alcuni casi sono controproducenti per le vittime innocenti che provocano, sia a fare un vero accordo con Putin non  potrebbe avere, di fatto, impedito una decisa azione di terra contro lo Stato islamico?

Quel che sta accadendo in Asia ed in Africa con l’escalation terroristica degli estremisti islamici dovrebbe consigliare di mettere al bando vecchie perdenti strategie e interessi particolari, anch’essi alla fine perdenti, per un’azione comune  che impedisca al terrorismo di qualsiasi specie ed estrazione di   continuare a sconvolgere il mondo, devastando anche le economie di molti Paesi e, quindi, finendo per  creare ulteriore povertà.

Siamo, ormai, sull’orlo di un baratro  e c’è chi potrebbe avere la tentazione di evitarlo, precipitando in una “grande guerra”  con una soluzione ben peggiore del male che oggi viviamo. Auguriamoci, quindi, che le grandi potenze comprendano la necessità  di una vera intesa contro il terrorismo che le minaccia tutti, nessuno escluso.  Perché non esistono più “guerre locali” e “salvezze nazionali”: siamo insieme su una stessa barca: la barca di un mondo nel quale la civiltà e la vera solidarietà debbono vincere.