Sono un sostenitore di Raffaele Fitto dalla prima ora, mi riferisco alla sua posizione in Forza Italia. Lo sono no per convinzione polititca, bensi per l’atteggiamento assunto. Non credo di svelare alcun segreto, assumendomi le responsabilità di aver quasi sempre votato in quella direzione, ora, vorrei dare il mio sostegno, ovviamente morale, a colui che ha assunto una posizione chiara nel partito ponendo, forse sarebbe meglio dire, tentando di porre un freno ai dictat che provengono dal Grande Capo.
Credo che, come in natura, per gni cosa vi sia un ciclo: prima nasce la gemma, poi il fiore, quindi in frutto che matura e, per non arrivare alla macerazione e bene coglierlo. Sonio fermamente convinto che lo stesso ragionamento valga per le persone e che l’esempio calzi bene al nostro caso.
Si è passati da ForzaItalia al P.d.L. attraverso le varie fasi imposte dal percorso politico che si stava seguendo: non sempre è stato facile, la stradaè stata lunga e tortuosa, la guida di Berlusconi ha dato grandi stimoli ma anche tormenti. Ilsuo popolo, quello moderato, lo ha condiviso e coadiuvato nei mmenti migliori e lo ha strenuamente sostenuto in quelli più bui. Nessuno ha mai messo in dubbio la sua leadership e, quando qualcuno ha avuto tentennamenti, più per ambizione personale che altro, lo hanno lasciato andare per la sua strada, rimanendo vicino al leader, a suo sostegno è in piena. condivisone, e nessuno può dire che, quando le difficoltà politiche sono diventate di altra natura, Berlusconi sia stato abbandonato al suo destino. Il Partito lo ha seguito ed ancora lo sosterrebbe se solo lui lo volesse.
Una cosa v’è da chiedersi: Forza Italia del 2015 è la stessa dei tempi della fondazione o è diventata un’altra cosa? Per me siamo alla seconda ipotesi.
Nella prima FI, era il Capo a decidere, ma, vi era una squadra. “Il Mister”, con i suoi consiglieri, studiavano la gara da giocare, disponeva la formazione, si studiava la strategia e comunicava quale sarebbe stato il gioco: lo spogliatoio era tranquillo sotto lo sguardo sereno del capitano che, sempre attento, controllava che tutto filasse liscio.
Ci furono grandi vittorie e piccole sconfitte ma, come dicevo, lo staff ed il Mister, esperto e valido, assicuravano la coesione della squadra ed anche della tifoseria.
Ad un certo punto, favorita dal Mister, qualche intromissione esterna si è inserita nello staff, si è creato qualche diaframma che, forse, nelle aspettative del Mister avrebbe dovuto migliorare il funzionamento del delicato meccanismo, purtroppo così non è stato, anzi si sono verificati i primi inceppamenti in quel motore così perfetto, provocando i primi cigolii sulle curve, nessuno ha voluto farci caso, quindi, non sono stati ne capiti ne raccolti.
Chi avrebbe potuto mettere in guardia il Capo ha preferito lasciar correre, preferendo ritirarsi a vita privata, qualche altro ha lasciato facendo trasparire il suo stato umorale, lo spogliatoio, sensibile percependo le difficoltà e non accettando pedessequamente il nuovo staff che proponeva nuove strategie, ha iniziato a giocare in proprio e la tifoseria ha iniziato ad abbandonare la curva, così, quel partito che era andato oltre il trenta per cento dei consensi si ritrova, più o meno. ad essere dimezzato.
Torniamo a Fitto: Quello che sarà domani è difficile dirlo: per ora il leader pugliese ha disatteso un imperio di Berlusconi in Puglia, senza però lasciare Forza Italia.
La situazione che si è creata in Puglia dopo tanti batti e ribatti tra il Grande Capo ed il giovane Raffaele non è cosa facile da risolvere, poi vi è la candidatura di Toti in Liguria, anche questa non certo bene accetta, anche se in quella regione non vi è l’uomo forte paragonabile a quello della Puglia. Ecco perchè sarebbe opportuno che il Grande Capo accettasse il dialogo con il piccolo Raffaele. Accettare la leadership pugliese di Fitto sarebbe come prendere una ciambella di salvataggio in un mare in tempesta, ed assicurarsi le elezioni, con il massimo risultato Nel frattempo aprire un tavolo per discutere la situazione del partito che, a questo punto, avrebbe quanto mai bisogno di una vera riflessione, magari attraverso una assemblea popolare ricostitutiva, dalla quale far emergere la necessità di un congresso vero, aperto, di confronto, di uomini e di idee, su un tema ideologico-programmatico. Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, Renzi, nel bene o nel male ha tolto lo spauracchio del vecchio comunismo, ora bisogna inventarsi un nuovo obiettivo da combattere ed abbattere, un obiettivo per i prossimi dieci anni.
Da quel consesso deve nascere un nuovo staff per il Leader Massimo, uno staff forte che, alle idee coniughi pure il consenso del suo popolo.
I ragazzini, le ragazzine hanno tanto tempo davanti a loro, possono e devono trovare quel consenso senza aspettare o, peggio, pretendere, che gli sia fatto cadere dall’alto, devono conquistarlo con le loro forze, devono temprarsi sul campo, come hanno fatto quasi tutti i loro predecessori, voto, su voto. Solo se sapranno fare questo potranno raggiungere quel traguardo a cui tanto aspirano, e sapranno anche gestirlo costruendo un entità politica che potranno poi trasmettere ai successori.
Al momento non si intravvedono molte alternative se non quella di sparire con un definitivo “de profundis