Renzi contro tutti per il voto anticipato

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By giustus

La Presidente della Camera in aperto conflitto con Matteo Renzi, l lo ha definito , ’”uomo solo al comando” e lui va contro tutti. Anche con una parte consistente del suo stesso partito, ossia della sinistra dem clamorosamente sconfitta nelle primarie per il segretario, ma ben presente nei gruppi parlamentari.

Ma perchè il premier si comporta in questo modo? Forse perchè sa di poter godere di un semi-appoggio della Confindustria e di un super appoggio del big della Fiat Marchionne. Ma i sindacati, ad iniziare dalla Cgil antica alleata ed ora ex del Pd, sono sul piede di guerra, imitati dai magistrati (con i giudici di Cassazione pronti allo “sciopero bianco”), dagli avvocati, da varie categorie produttive, dalle Forze dell’ordine e dai militari con manifestazioni di protesta, dai precari, dai pensionati e così via.

Si dirà: è da solo un anno che l’attuale governo opera, diamogli tempo, gli indicatori economici ora volgono al bello grazie alla situazione economica internazionale ed ai 60 miliardi di euro che ogni mese, da ieri, la Banca Centrale Europea, presieduta da Mario Draghi, mette in campo per favorire la ripresa nell’eurozona. Già, ad esempio, sono stati acquistati titoli pubblici tedeschi, francesi ed italiani. Il problema, però, è che la crisi morde ancora gli italiani, che le fabbriche continuano a chiudere, così molti negozi, mentre i 10 milioni di famiglie povere o in semi-povertà non ce la fanno più ad arrivare alla terza settimana del mese. Le tasse, inoltre, soffocano i cittadini, lo stesso premier ammette: “il sistema con cui lavora oggi l’Agenzia delle entrate a me non piace, non è chiaro, lascia spazio a discrezionalità incomprensibili”. Allora non era meglio fare subito una bella riforma del fisco invece di una legge elettorale che sta suscitando tante polemiche e spacca anche il partito con a capo il premier Renzi?

Proprio il combinato disposto, Italicum e riforma del Senato, viene contestato da Pier Luigi Bersani ed i suoi: se rimane questo testo non lo votiamo. Il motivo? Con la fine del bicameralismo e il 70% di nominati alla Camera si crea un vulnus alla democrazia perché si determina un presidenzialismo di fatto senza i necessari contrappesi che esistono in una repubblica presidenziale.

Renzi, però, non intende modificare di una virgola le due riforme ed al Senato rischia perché Silvio Berlusconi, tornato alla “mobilità politica” s’è sfilato, annuncia che Forza Italia voterà no alle riforme e “all’arroganza e protervia del Pd che è stato incapace di cambiare se stesso e il Paese.” Ed ha spiegato: “ Speravamo con Renzi di chiudere 20 anni di guerra strisciante e cambiare la Repubblica. Ora a testa alta possiamo dire che non siamo stati noi a tradire quel cammino. Noi ci avevamo creduto fino in fondo. Era giusto tentare.” E’, davvero, la fine del Patto del Nazareno come affermano i bersaniani D’Attorre e Gotor chiedendo a Renzi di cambiare le riforme perché “ora che si sono sfilati gli azzurri è illogico e inaccettabile considerare immodificabile il ddl Boschi?” O ha ragione chi afferma che in realtà è in funzione nell’obiettivo di andare alle elezioni anticipate? A me questa seconda opzione non pare, poi, campata in aria.

E’ certo, comunque, che al Senato, vista l’intransigenza renziana, le riforme non avranno vita facile e quella costituzionale che riguarda il Senato avrà, probabilmente domani il sì della Camera, ma con una maggioranza tale da rendere indispensabile il referendum popolare che il premier ritiene di vincere a man bassa, ma che costituisce sempre un incognita. La spaccatura con la sinistra Dem, però, rimane e s’amplia anche dopo lo scambio di battute tra Renzi e Bersani. Il primo, nella lunga intervista all’”Espresso” ha detto: “Bersani lo rispetto, ma non abbiamo mai trovato un canone di feeling personale. I suoi suggerimenti su tante questioni sono preziosi. Ma, la sua battaglia sui dettagli della legge elettorale è incomprensbile…Questo continuo rilancio non lo capisco più. Me lo spiego con la necessità di tenere il punto”. Immediata la replica dell’ex-segretario: “Renzi si rivela un ingrato. Feeling o non feeling abbiamo sempre dimostrato il massimo senso di responsabilità. Se avessimo voluto far un danno l’avremmo fatto la notte in cui le opposizioni hanno lasciato la Camera. Invece siamo stati noi a garantire il numero legale per far passare la riforma costituzionale: Renzi se l’è già dimenticato”. Poi: “martedì avrò un identico atteggiamento di responsabilità e voterò a favore della riforma costituzionale: ma i gesti di responsabilità finiscono qui”. E sull’Italicum sarà battaglia: Soprattutto a Palazzo Madama.

Il 14, a Bologna affileranno le armi i bersaniani di Area Riformista, mentre sabato 21, a Roma, si svolgerà la convention di tutte le minoranze del Pd per chiedere al governo di ribilanciare l’asse a sinistra. Ha bel dire, infatti, il premier “in Europa siamo considerati il governo più a sinistra”, specificando che “solo in Italia c’è chi mi considera di destra”. I primi a considerarlo tale sono proprio molti parlamentari dem e i non pochi che parteciperanno alla convention romana. Forse è proprio quello che vuole Renzi per andare al voto anticipato e non avere più un Parlamento dove, nonostante la robusta maggioranza del Pd, il Presidente del Consiglio sa che non può stare tranquillo e procedere spedito nel varare le leggi e decreti.