RENZI: LO CONSIDERAVANO MORTO E INTANTO AUMENTA VOTI. MENTRE ZINGARETTI CHE AVEVA DETTO : “MAI CON I GRILLINI” STA CON LORO ANCHE IN UMBRIA

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Bisogna ben dire, la coerenza non è certo un pregio di questi ultimi tempi, chi più chi meno non sa neppure cosa sia. Lo ricordate il Nicola Zingaretti che, subito dopo la crisi del governo giallo-verde, aveva detto: subito al voto, mai con i grillini? E ricordate che insisteva su questa linea quando Matteo Renzi, per evitare le urne anticipate, propose di fare il governo con i pentastellati? Poi, per costrizione o per infingardaggine si costrinse a cambiare idea per non rimanere in minoranza nel Pd visto che anche il suo potente alleato interno, ossia Dario Franceschini (oggi ministro e capo ds nell’Esecutivo), aveva avuto la stessa idea dell’ex-premier ed ex-segretario.
Così, tanto per gradire, ora Zingaretti ha scoperto che con i grillini, il Pd e l’estrema sinistra di Leu “c’è una vocazione unitaria a provare” di fare accordi anche nelle regioni, iniziando dall’Umbria, persino rinunciando al candidato dem. Così gli ex-intoccabili del M5Stelle di ieri l’altro, ed ieri, gli ex-antidemocratici della piattaforma Rousseau e chi più ne ha ne metta, oggi sono quasi fondamentali “per un futuro del Paese non fondato sull’odio, ma sulla crescita, sullo sviluppo, sul lavoro, sul benessere. “In sostanza è un “fatto positivo ” che si stia provando “a verficare le condizioni per dare insieme una risposta ai cittadini”, questo “è utile per l’Italia”.
Ora che sia utile è tutto da dimostrare e, per ora, la crescita, lo sviluppo, il lavoro ed il benessere decantati dal segretario dem appaiono ben lontani a leggere i dati della nostra economia e a considerare che la maggioranza degli italiani non ha fiducia nel governo giallo-rosso, oltre al fatto che già si vedono le prime crepe, ossia i primi scontri tra alleati su temi importanti a partire dall’apertura dei cantieri, in gran parte bloccati proprio dai grillini, dallo stop di Di Maio e Renzi a nuove tasse, partendo dalle merendine, bibite e voli internazionali, tasse che piacciono a qualche ministro grillino per finanziare il provvedimento ambientale ed al premier Conte che minimizza l’uscita del suo ministro degli Esteri e capo politico grillino (fino a quando?) da oggi insieme a New York per l’Assemblea Generale dell’ONU e, domani, per l’importantissimo Climatic Action Summit che verrà aperto dal segretario generale, il portoghese Antonio Guterres e vedrà al mattino, dopo l’intervento del presidente brasiliano Messias Bolsomero, quello, molto atteso, del presidente americano Donald Trump. Nel pomeriggio parlerà anche il nostro premier Conte che illustrerà cosa stiamo facendo per migliorare l’ambiente (e speriamo non sia una ripetizione di buone intenzioni come fatto alle Camere per la fiducia) Martedì vi sarà, poi, l’apertura ufficiale dell’Assemblea e mercoledì Luigi Di Maio co-presiderà, insieme al suo collega francese Jean-Yves Le Drian una riunione sulla Libia, riunione messa, per la verità, nell’ombra dalla concomitante riunione indetta da Trump sulla libertà religiosa con un invito del presidente Usa alla comunità internazionale di assumere “misure concrete per prevenire gli attacchi contro le persone sulla base delle loro religioni e il loro credo.”
Sarà, in sostanza, il premier Conte a prendersi la scena (da qui una certa irritazione di Di Maio), come sta facendo in Italia, dove è andato -per la prima volta di un premier dal 1996 -al Congresso della CGIL, trovando ampia convergenza con il leader Landini. Quindi è andato alla festa nazionale di Fratelli d’Italia (anche applausi dopo una iniziale contestazione) dove ha trovato il modo di dire, riferendosi a Berlusconi, “le sue imprese sono nei libri di storia”, e di Renzi “non è un demolition man.” Un Renzi che ad ogni sondaggio registra l’aumento di voti per il suo “Italia Viva”, che molti ancora non conoscono, pur raggiungendo un 6.5% e un potenziale bacino, secondo Renato Manheimer , del 15-17%. In sostanza , non ha funzionato la profezia di Dario Franceschini che, nell’invitarlo a rimanere nel Pd, gli aveva previsto: farai un fallimento.