By giustus
Matteo Salvini imita Grillo e lo scavalca in populismo per un voto in più, ma, nella sua presunzione di onnipotenza politica –e qui imita Renzi- rottama il centro-destra, rischia di perdere il Veneto e il segretario del Pd ringrazia.
Il leader della Lega lo trovate su ogni canale televisivo, pare quasi abbia il dono dell’ubiquità, considerato che, pur qualche rara volta, deve ricordarsi d’essere europarlamentare eletto con poco più di centomila voti nella circoscrizione est grazie anche al supporto di Flavio Tosi, secondo arrivato quasi alla pari di preferenze. Voglio dire che il sindaco di Verona ed anche segretario della Liga Veneta, ora commissariato dai salviniani, ha un bel seguito e mi pare proprio un clamoroso autogol volerlo cacciare, insieme di suoi amici dalla Lega. Salvini, inoltre, non vuole in coalizione il Nuovo Centro destra ed i centristi, rei di stare al governo, non importa che oggi facciano parte della maggioranza di Zaia. Devo dire che NCD e UDC non ispirano grandi simpatie ma, ho l’impressione che il big leghista finisca per giocare a vinci-perdi, un tressette rovesciato molto praticato in Toscana . Ve lo immaginate che salti di gioia farebbe il Pd nel Veneto, vedendo una lista Tosi – Alleanza Popolare in polemica con quella leghista ?
Lui Salvini, euforico per i sondaggi che lo danno chi al 13, chi al 15% in tutta Italia, ritiene di vincere lo stesso, avendo come alleata solo Forza Italia anch’essa sulle stesse percentuali nazionali , ma ho forti dubbi che possa riuscirci se non ha con sé anche i tosiani e gli alfaniani.
Ad essere in forte imbarazzo è Silvio Berlusconi contrario a queste fratture perché comprende che, per questa via si rottama definitivamente un centrodestra che solo se unito e con lui leader capace di recuperare, come ha sempre fatto, tra i troppi cittadini tentati dl non voto. Guardate, ad esempio, i sondaggi: il Pd vale il 38-39%, Lega e Forza Italia il 28-30% , difficile ,quindi, una rimonta, ma se aggiungete Alleanza Popolare, La Destra e Fratelli d’Italia-An , beh!, il discorso è diverso perché si giungerebbe, sempre stando agli attuali sondaggi, al 35-37% e con il possibile recupero berlusconiano il fronte guidato dal Cavaliere tornerebbe in partita.
Se Salvini non cambia idea , magari sperando di prendere più voti di Forza Italia, pur alleata, e quindi proporsi, poi, lui come leader della coalizione, Renzi ha partita vinta , sempreché anche lui riesca a tenere in casa i suoi oppositori interni, in parte sempre più tentati di dar vita con Sel ad una nuova sinistra .Che alcuni sondaggisti stimano possa giungere o addirittura superare il 10% rianimando la base ex-comunista, quella oltretutto vicina alla Cgil , che in misura non secondaria si è già astenuta dal voto ed è tentata a farlo sempre più.
La posizione del leader leghista mette,inoltre, in difficoltà Forza Italia in Regioni come, ad esempio, la Campania dove l’apporto di Alleanza Popolare può essere determinante, specialmente ora che la vittoria nelle primarie Pd di un “autonomo” (“la mia è una candidatura del territorio”), divenuto acerrimo nemico di Renzi, come il potente sindaco decaduto di Salerno Vincenzo De Luca ha cambiato le carte in tavola. Sì, perché il vincitore a sorpresa di primarie flop ha con sé anche una parte di ex-forzisti e di ex-mastelliani e sono in molti a prevederlo governatore della Campania. E’ vero che avendo avuto una condanna di primo grado per abuso d’ufficio, credo perché aveva stornato i fondi da un settore ad un altro causa un’emergenza alla quale far fronte, appena eletto decadrebbe per la legge Severino. Il Pd, per questo, non sa che pesci prendere. Il candidato ufficiale Andrea Cozzolino, ritenuto superfavorito ha perso malamente e ora sarebbe necessario riformare la legge Severino proprio su questo punto della decadenza, sempre difeso ai dem e usato per far fuori Silvio Berlusconi da senatore, senza attendere la sentenza della Corte di Cassazione .
La Boschi, ministro delle riforme, ha già detto che il governo non pensa proprio di cambiare la legge Severino, se vuole lo faccia il Parlamento. Anche il premier è sulla stessa linea, ma lui è anche segretario del partito e su un argomento così delicato i parlamentari debbono essere in linea con i dirigenti Pd. Ovviamente De Luca non si ritira , lui si presenterà comunque, e Renzi non può sconfessare primarie, sulle quali Saviane aveva sospetti al punto di invitare i campani a disertarle perché lo scrittore temeva influenze camorristiche e non a favore di De Luca, influenze che se anche ci fossero state non sono servite a sconfiggere il più volte sindaco di Salerno che , dopo la decadenza, era stato anche costretto a dimettersi da sottosegretario, anche da qui la rottura con il premier.
Così anche i dem hanno le loro gatte da pelare , ma la posizione assunta da Salvini fanno star tranquillo il premier-segretario perché la rottamazione leghista del centrodestra può spalancare porte e finestre al successo del Pd nelle regionali ed amministrative di maggio.