Più che isola ecologica direi “isola che non c’è”. “Stiamo sereni”, parafrasando il noto personaggio della politica nazionale forse ci ritroveremo a sfogliare margherite mentre l’isola ecologica diventerà stanziale di fronte al quel Teatro intitolato a Nelson Mandela. Se la Minoranza, continuerà nella sua demagogica quanto sterile opposizione, quella sarà la sorte che avranno i cittadini di Santa Teresa.
Che questa possa diventare una soluzione mi fa semplicemente inorridire, motivo per cui, con spirito di cronista, visto l’interesse suscitato anche sui social, ho voluto fare una mia piccola ricerca, raccogliendo anche qualche notizia spigolata, ho voluto farmi una mia idea, cosa difficilissima perchè, come la maggior parte dei cittadini teresini, il cuore direbbe salviamo Buoncamino. Ma, la testa, il cervello cosa dice?
Alla luce dei fatti, non è facile assumere posizioni che finiscono per contrastare con la realtà dei fatti. Ecco, la testa dice che bisogna prima di ogni cosa bisogna essere realisti senza mai trascurare quel problema che in economia si chiama valore dei “costi-benefici”.
Prima di affrontare ogni discorso che interessi la totalità della comunità (e, questo lo è.) sarebbe necessario approfondire una analisi sui suoi riflessi, tenendo conto anche lo spazio del tempo in cui il problema viene affrontato. Cosa fondamentale, a mio modesto e sommesso avviso, non si deve mai trascurare che questo nostro bellissimo paese vive e prospera solo grazie al suo sole, al suo mare, alle bellezze che madre natura gli ha donato, del lavoro , della splendida accoglienza del popolo teresino alle persone che vengono per ammirare e godere di tanta magnificienza.
Molto spesso, mettere in piazza qualche piccola magagna, anche se giusta, non giova a nessuno e può lasciare qualche neo nel contesto dove non deve apparire.
La discarica o isola ecologica? Se non vivessi a Santa Teresa mi farebbe pensare immediatamente alla sporcizia. Ebbene nemmeno il più in malafede degli osservatori può dire che il paese sia trascurato sotto quell’aspetto. Ecco, l’immagine del paese, specie verso l’esterno, dovrebbe essere interesse primario per ognuno di noi.
Torniamo all’isola ecologica. Mi ripeto, il cuore sarebbe tutto per tutelare l’area di Buoncamino e non solo dalla messa in opera dell’isola ecologica ma anche da altre iniziative in essere.
Esaminiamo con un ragionamento funzionale la cosa: innanzi tutto bisogna tener conto che l’isola deve essere installata ad una distanza non superiore ai tremila metri dalla periferia del centro abitato, cosa questa giusta per l’agibilità dell’utenza;
le amministrazioni comunali devono, prima di prendere in considerazione alternative diverse, vedere la disponibilità di propri standard, stato questo che è stato esaminato e che escluderebbe la possibilità di acquisto del terreno attualmente occupato ed utilizzato per il deposito degli automezzi, pena il rischio altamente fondato che vi possa essere una risoluzione di condanna da parte della Corte dei Conti, con addebito diretto sui responsabili politici di tale scelta;
l’isola ecologica di “li lucianeddi” dovuta dismettere per l’inadeguatezza del luogo dove era stata predisposta. Era stata una scelta errata perchè al centro di un’area artigianale e commerciale e pertanto non utilizzabile per il servizio che avrebbe dovuto assumere;
standard disponibili: ve ne sarebbero due, Marmorata e La Contessa. Chi, con un briciolo di buon senso azzarderebbe a proporre una di queste località? Credo proprio che nessun teresino possa pensare ad una soluzione che tocchi queste aree, monumenti alla natura di bellezza incantevole.
Bisogna tener conto che, almeno da quel che sono riuscito ad apprendere, che il contratto di affitto per l’ecocentro attuale, scade o è scaduto proprio in questi giorni e, sembrerebbe che debba essere lasciato con urgenza su richiesta del proprietario che avrebbe ceduto quella proprietà. Sarà vero? Non mi è dato accertarlo.
Unica soluzione, almeno per quanto riesca a pensare la compagine di maggioranza del Comune, rimane Buoncamino. Vi possono essere altre soluzioni? Chissà?
Fuori dalle segrete cose della politica locale, io direi che, forse, venti menti a pensare potrebbero tentare di trovare altre soluzioni alternative e, anzichè “referendum”, tre/quattromila persone potrebbero essere sensibilizzate, magari con un passaparola, che la stessa minoranza oppure un comitato trasversale, costituito per questa necessità impellente, chieda alla cittadinanza di dare delle indicazioni sulla soluzione. Credo che per fare questo siano sufficienti relativamente pochi giorni e lo si potrebbe fare senza creare clamori ed allarmismi che vadano all’esterno.
E’ utopia la mia? Rimango convinto che Buoncamino Si; Buoncamino No, non da soluzione al problema anzi rischia solo di rendere la piazzetta prospicente il Tetro Mandela, definitivamente un’isola ecologica che mal si coniuga nell’arcipelago che la circonda.