C’era una volta quando gli esseri umani avevano il pregio della dignità. Da un po di tempo questo ‘pregio’ è diventata merce rara e, almeno tra i politici, non si verifica più nessun sussulto che porti ad avere un minimo di capacità di riflessione che sappia far valutare che, qualche volta, fare un passo indietro potrebbe anche essere un buon esempio per le generazioni a venire.
Più volte premier e ministri hanno annunciato, in pompa magna,che ormai la crisi era stata superata e, grazie al Jobs Act, aumentavano anche i posti di lavoro.Poi la ripetuta doccia fredda dei dati diversi dal previsto o, come nel caso dell’occupazione addirittura falsi per un “errore umano”.
Ora, dopo un colloquio,un po’ tempestoso per alcuni, tra il Presidente del Consiglio ed il ministro dell’Economia, i due sono in Tv, ieri sera, Renzi, in soliloquio ed in interviste, Padoan in intervista, a spargere ottimismo a piene mani, grazie a nuovi dati Istat sul luglio. E il ministro s’è perfino rimangiato il freno al clamoroso calo delle tasse, mentre su un altro canale tv il battagliero sindaco di Pietrasanta riportava il pensiero di tanti suoi colleghi: lo Stato ci ha abbandonati e non solo per l’accoglienza ai rifugiati , facendo capire che il rischio è che i Comuni siano costretti ad aumentare le imposte, altro che tagli !
Lo stesso presidente di Confindustria Squinzi, non certo pregiudizialmente ostile al governo, ha commentato sorridendo, dunque con un po’ di ironia, “speriamo che i dati positivi siano confermati anche nei prossimi mesi”.
Dall’Ue, poi, è venuto un deciso “no” a togliere le tasse sulla casa ed a concedere ulteriore flessibilità all’Italia, ricordando il debito-record del nostro Paese e la necessità di “spostare sugli immobili e i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali”. Un bel macigno, questo, per Renzi che, fortemente irritato, ha replicato : “Le tasse ce le abbassiamo da soli, non ce lo facciamo dire dall’Unione Europea cosa tagliare o no.” Quindi ha aggiunto, quasi provocatoriamente: “Il 16 dicembre ci sarà l’ultima rata del 2015 per Imu e Tasi. Segnatevela: sarà il funerale delle tasse sulla casa.”.
Il guaio, per il premier, è che la legge di stabilità, chiamiamola con il suo vecchio nome, ossia bilancio di previsione dello Stato, dovrà essere approvato da Bruxelles (presentazione entro il 15 ottobre) e se non arrivasse il “sì” il nostro governo dovrà presentare entro novembre le controdeduzioni e non sarebbe certo facile convincere i tecnocrati europei a cambiare idea. Non a caso hanno già messo le mani avanti,dicendo “le regole sulla flessibilità sono già state applicate per l’Italia”. Il ministro Padoan l’aveva già preso quando aveva posto il freno ai tagli di tasse, sostenendo che nell’Ue non c’è fiducia tra i partner e non possiamo aspettarci solidarietà.
Il premier, inoltre, deve fare i conti con il famoso art. 2 della riforma del Senato, lui è convinto di avere i voti necessari, nonostante la realtà dimostri che, per il momento, non è così. E manda un messaggio a Berlusconi: “non cambieremo l’Italicum. La legge elettorale l’abbiamo fatta con Forza Italia l’hanno votata anche loro; Hanno l’idea della politica come un Monopoli, è insopportabile quest’idea.” Per Renzi, in sostanza grazie alle riforme dai dati vengono “piccoli segnali che dicono che finalmente l’Italia è ripartita”, dunque anche il Senato elettivo sarà approvato.
Dall’8 settembre a Palazzo Madama inizia, così, la rischiosa avventura del premier che vede rosa ed è convinto che la ripresa sia in atto. Speriamo sia vero anche perché di docce fredde ne abbiamo già avute troppe. Comunque, voi pensate che qualora non riuscisse ad avere la maggioranza per queste leggi-riforma, Renzi avrà il pudore di dimettersi? E se facesse come Alfano, Marino, Gabrielli, Questore di Roma, ecc.?