UNA IPOTESI…ASSURDA: E SE VENISSE RESPINTA LA SUA MOZIONE CHE MANDA A CASA IL PREMIER E PASSASSE LA SFIDUCIA CONTRO DI LUI?

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Come era da aspettarselo, tutti o quasi hanno tirato fuori la testa, anche quelli che avevano predicato e supplicato il distacco i Salvini da Di Maio, stanno mantenendo un atteggiamento cauto, forse hanno iniziato a fare due conti e si accorgono cosa significhi andare ad elezioni ad ottobre. E li, dai, giornalini, testatone, giù addosso a chi, per accontentarli, ha sfiduciato un Presidente che avevamo definito “per caso” e che, in fondo, è veramente inappropriato ad occupare quella poltrona, tanto più, in periodo erto di difficoltà non solo europee ma molto più allargate, non solo di natura economica ma anche di grandi sommovimenti politici.
Così, trovo logico che si sia formato un fronte anti-Salvini contrario alle elezioni anticipate ad ottobre. E’ sceso in campo anche Grillo che, di fatto, ha smentito Di Maio, sempre più in difficoltà, favorevole al voto subito, pur dopo aver detto sì al taglio dei parlamentari
Il vero capo politico del M5Stelle è andato giù duro, parafrasando Archimede che avrebbe sollevato il mondo se gli fosse dato un punto d’appoggio, lui con una frase ad effetto quasi come quella di Salvini, ha detto che: “Mi elevo a salvare il Paese dai barbari. Facciamo subito dei cambiamenti, ma non si può lasciare il Paese nelle mani a gente del genere solo perchè crede che senza di loro non sopravviveremo. Dobbiamo fare dei cambiamenti? Facciamoli subito, altro che elezioni!”. Sulla stessa linea Davide Casaleggio e Di Battista, mentre è probabile che Conte, se lascerà Palazzo Chigi per un altro premier (di garanzia) potrebbe essere il nuovo leader grillino, portando in dote il gradimento che ha del 65% degli italiani, gli ottimi contatti internazionali e quel 10% di voti che i sondaggisti gli accreditano se facesse un partito suo: Sempre che non preferisca la carica di commissario UE che spetta all’Italia e che ora difficilmente potrà andare alla Lega come concordato prima della crisi.
Contrari al voto anticipato anche i renziani che hanno la maggioranza nei gruppi parlamentari del Pd, dove il segretario Zingaretti chiede il voto subito, ma non può evitare che al Senato la calendarizzazione delle mozioni, a termini di regolamento, dovrebbe vedere al primo posto quella di sfiducia a Salvini, presentata dai democratici, e dopo quella salviviana di sfiducia a Conte. Insomma un pasticcio mai visto in un Parlamento serio.
Considerate, inoltre, che Berlusconi e la Meloni chiedono a Salvini di dire chiaramente, dopo il velato accenno ad andare da solo, di annunciare subito che la sua scelta è per il centrodestra o con Fratelli d’Italia o, con la probabilità di superare il 50%, anche con Forza Italia: Il leghista, però, tergiversa, vuol rinviare il discorso a dopo la certezza che si voterà in ottobre.
Ebbene in questa situazione politica ci sarebbe da meravigliarsi se la mozione di sfiducia a Conte venisse respinta con i voti grillini e l’uscita dall’aula dei renziani e, forse, anche dei forzisti e di alcuni senatori di Fratelli d’Italia se non ci sarà una risposta chiara sulle alleanze o no da parte della Lega? E se, poi, al contrario passasse, con i voti grillini e del Pd, la sfiducia al ministro dell’Interno Salvini ? Sarebbe un terremoto politico, ma anche questa prospettiva è, ormai, nel novero delle probabilità, mentre l’iter della crisi si allungherebbe ed un governo del presidente per preparare la manovra, evitare esercizio provvisorio, aumento dell’Iva, tenendo i conti in ordine come chiede Bruxelles potrebbe essere la soluzione migliore.
Mi sorge il dubbio che Cottarelli possa tornare d’attualità nella sua veste di servitore dello Stato. Certo sarebbe un governo a tempo, magari anche di minoranza, ma capace di varare, grazie alle astensioni, il nuovo calendario dello Stato per il 2020.
Forse quel “salvare il Paese dai barbari”, ossia da Salvini, pronunziato da Grillo non è stato detto a caso. Anche perchè iniziano a circolare brutte intenzioni salvianiane nei confronti dell’UE fino ad una nostra exit concordata.
Certamente, sono esagerazioni, in queste giornate di grande caldo, si dice di tutto e dipiù, così come il parallelo, fatto da “Repubblica” tra Salvini e Mussolini che chiese anche lui “pieni poteri”. Non credo, infatti, che la democrazia in Italia sia in pericolo e che il leader leghista sia un dittatore e certe polemiche, certe notizie fanno il gioco di Salvini come l’anti-berlusconismo lo faceva al Cavaliere. Qualcuno dovrebbe ricordarsi che gli italiani nel momento in cui chiedono maggiore partecipazione, maggiore coinvolgimento orizzontale nel contempo amano un uomo forte che decida per tutti.
Se un pò di camomilla è necessaria per Salvini come ha scritto l’altro Matteo, ossia Renzi, così la debbono prendere altri politici e taluni commentatori, che non hanno certo sorvolato su quella frase, detta a braccio, magari in un momento di euforia voluta da una folla che tutti abbiamo visto, essere pressante. Con un Presidente della Repubblica come Mattarella, con Forze Armate e di polizia fedeli, come solo, alla Costituzione , possiamo dormire sogni tranquilli. La democrazia nel nostro Paese è ben difesa: